Santi ed eroi. Pittura sacra e profana a Civitanova

24 luglio 2015, ore 19.00-Civitanova Marche Alta



"Santi ed eroi. Pittura sacra e profana a Civitanova" non è una delle tante rassegne d'arte, ma una esposizione di significativa importanza, sia per lo studio e la conoscenza degli artisti trattati e dei temi figurati nei dipinti, sia quale modello per altre rassegne del genere che si dovrebbero promuovere in molte città della nostra regione detentrici di un patrimonio di grande qualità, il più delle volte poco conosciuto e poco valorizzato.
La mostra  nasce da un'attenta indagine dell'ingente patrimonio pittorico disseminato nei palazzi pubblici, nelle ex chiese ed ex nei conventi di Civitanova Marche.
Tele di  soggetto sacro e profano, databili fra il XV secolo e i primi anni  dell'Ottocento, per la prima volta vengono offerte al pubblico godimento e studiate da un affermato gruppo di storici dell'arte come: Stefano Papetti, Università di Camerino; Silvia Blasio, Università di Perugia; Mario Alberto Pavone, Università di Salerno; Enrica Bruni, Direttore Pinacoteca civica Marco Moretti; Giuseppe Capriotti, Università di Macerata; Gabriele Barucca, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

Inaugurazione venerdì 24 luglio 2015, ore 19:00
Auditorium di Sant'Agostino
Civitanova Marche Alta (MC)

Ulteriori informazioni sul sito: http://www.pinacotecamoretti.it/santieroi.asp

Master internazionale in "Standards for museum education"




E' uscito il bando per la nuova edizione del master internazionale in "Standards for museum education" organizzato dal Centro di Didattica Museale dell'Università Roma Tre. Si tratta di un'occasione di formazione internazionale sui museum studies. Sono previsti seminari e workshop con docenti da musei e centri di ricerca europei (V&A, Tate Modern, Leicester University, Delft University, University College London) e progetto di stage in un'istituzione museale per svolgere una ricerca sul campo. 
Scadenza 15 gennaio 2016. Maggiori informazioni a questa pagina.

Musées (em)portables: come realizzare un video efficace


Dal 1 luglio è stata lanciata la quinta edizione del concorso Musées (em)portables di cui potete leggere qualche notizia utile in questo post.
Ma come riuscire a creare un video originale? Tutti siamo in grado di realizzare filmati con un cellulare, ma questo non basta; prima di iniziare a filmare c’è bisogno, innanzi tutto, di un’idea originale e poi di qualche conoscenza su come scrivere una piccola sceneggiatura.
Chi è completamente digiuno riguardo queste tecniche, potrà trovare utile qualche semplice consiglio che traggo dal volume di Linda Seger “Come scrivere una grande sceneggiatura” e che cercherò di adattare alla nostra finalità.

- Trovare l’idea
Una parte importante del vostro “training” consiste nel raccogliere indizi, suggerimenti, piccole trame che possono formare la base di una grande sceneggiatura. Molti scrittori pescano idee dagli articoli di giornale, ma si possono trarre indicazioni anche dalla nostra vita quotidiana, dal nostro lavoro, dalla vita famigliare, da sogni, fantasie, speranze, obiettivi, fallimenti, delusioni…
Molte situazioni, se associate ad una buona dose di immaginazione, possono condurre a nuove idee.

- Ordinare le idee
A questo punto bisogna ordinare le idee e ci sono molti modi per farlo. La cosa più semplice è iniziare a scrivere. Piccoli pensieri, anche slegati tra loro, cercando, quando possibile, di trovare un nesso. Buone idee evocano nuove idee. Le idee collegano altre idee e così la storia comincia a prendere forma.
Si può dividere una sceneggiatura in cinque componenti maggiori: la trama, i personaggi, l’idea di base, le immagini e i dialoghi. Ognuno di questi elementi prende forma in momenti diversi dello sviluppo. Alcuni scrittori particolarmente abili con i personaggi, per esempio, partiranno dalla definizione dei caratteri e lasceranno che la storia si evolva a seconda delle decisioni e delle azioni del personaggio.
Altri iniziano con una sequenza di eventi. Altri ancora con una idea da esplorare.
Indipendentemente da dove si desidera cominciare, ad un certo punto tutti questi elementi dovranno confluire nella sceneggiatura.

- Il metodo delle schede
Per raccogliere tutti i brandelli di idee che sommati faranno una sceneggiatura, molti scrittori usano le schede o annotano le loro idee su fogli perforati da mettere in un raccoglitore. Si comincia con cartoncini di diverso colore: a mano a mano che riordinano le idee, ogni colore diventa rappresentativo dei diversi elementi della sceneggiatura: le schede bianche, per esempio, potrebbero contenere note sui personaggi; le schede blu possono riportare annotazioni sulle immagini che faranno da sfondo alla trama (l’ingresso del museo, una sala particolare, etc.).
Gli appunti sulle schede possono essere piccole frasi oppure descrizioni più estese.
Dato che ogni processo creativo si muove dal caos all’ordine, la vostra mente comincerà naturalmente a vedere la correlazione delle schede. Le schede possono anche essere appuntate su un tabellone, per avere uno sguardo d’insieme.

- Il metodo della scaletta
Si utilizza questo metodo scrivendo qualche riga per ogni scena che compone la storia. Si può scrivere sia a mano su dei foglietti che sul computer, come si preferisce.

- Il trattamento
Un altro metodo per buttare giù le prime idee è chiamato “trattamento” e consiste nello scrivere una breve storia sui cui si baserà, poi, la sceneggiatura. E’ un modo per far emergere le idee, da modificare ed elaborare a piacimento.

Oltre quelli appena descritti, altri metodi per far nascere le idee possono essere: tenere un diario, per esempio, in cui riportare stati d’animo, osservazioni e pensieri, oppure parlare al registratore, cioè appena vi vengono le idee non perdere neppure il tempo a scriverle ma registrarle immediatamente per non perdere il momento magico!
In pratica, bisogna trovare il metodo che meglio si adatta al vostro temperamento e alla situazione. Tutto è molto soggettivo proprio perché siamo nel campo della creatività.
Esistono anche programmi gratuiti che aiutano a scrivere una sceneggiatura (v. http://www.sceneggiatori.com/links/software.asp).

La struttura in tre atti
Ogni sceneggiatura, a prescindere dalla sua lunghezza, deve essere strutturata in tre atti: l’inizio, il mezzo, la fine, ovvero: la premessa, lo sviluppo, la risoluzione. E’ importante sapere che l’inizio della storia può essere la parte più importante della nostra opera.  La premessa deve darci subito un’idea chiara della direzione della storia, del suo stile, di che cosa parla, dove è ambientata e che tipo di storia è. 
Di solito la premessa è un’immagine che ci dà subito un forte senso del luogo, dello stato d’animo, dell’ordito e talvolta del tema. Ripensiamo ai tanti film che abbiamo visto nella nostra vita e studiamo qualche premessa.
Dato che stiamo parlando di creare un filmato di tre minuti appena, è chiaro che le tre parti della sceneggiatura dovranno avere una efficacia immediata in quanto il numero di scene sarà estremamente ridotto.

Dopo aver scritto le varie parti della sceneggiatura, si può passare alla creazione dello “storyboard”, ovvero una sceneggiatura disegnata. Lo scopo è quello di rappresentare le inquadrature che si intende realizzare per ogni scena (campi lunghissimi, campi lunghi, campi medi, primo piano, dettaglio, etc.) e anche i movimenti che saranno usati (zoom, panoramica, etc.). Al posto dei disegni si possono utilizzare delle fotografie e allora si realizzerà un photoboard.



Ovviamente questi sono solo pochi suggerimenti, ma spero di aver dato l’idea di come si può creare, in poche, semplici mosse, una sceneggiatura che aiuti a realizzare un ottimo filmato. Buon lavoro!

Musées (em)portables per raccontare i musei in video



Al via la quinta edizione di Musées (em)portables, il festival francese ideato da Museumexperts, che invita chiunque lo desideri a realizzare dei video di non più di tre minuti con un dispositivo mobile (un cellulare, un tablet, qualsiasi strumento di ripresa non professionale).
Perché Musées (em)portables? Perché in un mondo in cui le mode che hanno invaso i nuovi canali di comunicazione sociale (vedi flashmobs, selfies, etc.) sembrano limitare fortemente la creatività personale, indirizzandola verso azioni di gruppo omologate e standardizzate, far emergere la creatività e l’intelligenza dei singoli appare come un autentico rinnovamento culturale.
Negli ultimi decenni, inoltre, si è esaltato molto il ruolo della tecnologia nella nostra vita quotidiana, forse troppo, anche se è vero che molti strumenti, come il telefono cellulare, i tablet e i pc, hanno portato indubbi benefici (e anche qualche effetto negativo). Tuttavia, dobbiamo sempre ricordarci - come si legge nel sito di Museumexperts - che “l’intelligente non è il cellulare, ma la persona che lo utilizza”. Quindi tutto deve essere ricondotto alla persona. Non facciamoci “guidare” dalle tecnologie, ma “guidiamo” noi le tecnologie: questo è il concetto che è alla base di Musées (em)portables, di cui ho il piacere e l’onore di far parte ormai da tre anni in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei, e in cui da due anni faccio anche parte della giuria che seleziona e attribuisce i premi ai migliori video partecipanti.

La quinta edizione – come è stato annunciato dagli organizzatori – vede una importante novità che renderà il festival un evento pubblico mondiale: ICOM, in collaborazione con Louvre pourtous, ha creato un premio speciale, il Premio ICOM-Musée pour tous, destinato alle creazioni audio-visive di quelle fasce sociali che solitamente sono penalizzate a causa di un ridotto accesso alla cultura (fasce sociali deboli, persone con disabilità, nuovi immigrati, residenti nelle zone rurali, etc.). Una decisione di grande importanza che aumenterà il già alto valore di Musées (em)portables.

Le modalità di partecipazione al festival restano le stesse degli anni passati. Il concorso è aperto a tutti, ai singoli come ai gruppi, senza alcun limite. Possono partecipare coloro che semplicemente amano i musei, coloro che vi lavorano o semplicemente coloro che desiderano trarre spunto da un museo per lanciare il proprio messaggio per immagini e suoni.
Invito vivamente a partecipare anche dall’Italia con le vostre creazioni, ma ricordo che i video (chi ha seguito il festival negli anni passati, se ne è reso conto) non dovrebbero avere la finalità di promuovere un museo, o almeno non dovrebbero farlo in un modo privo di originalità, ma essere, piuttosto, delle opere veramente creative, cioè dei piccoli film che raccontano delle storie, che trasmettono dei messaggi. 
Prima di cimentarvi in qualsiasi realizzazione suggerisco di vedere qui i video che sono stati presentati negli anni scorsi. 





Qui, invece, per chi è profano in materia di sceneggiatura, qualche consiglio su come realizzare un video efficace.

Il regolamento è disponibile in inglese e in francese. Il termine per l’invio dei filmati quest’anno è il 1 Dicembre 2015. Attenzione, perché dopo questa data i video non saranno più presi in considerazione!

Come ogni anno, tutti i film selezionati dalla giuria saranno proiettati ininterrottamente durante il Sitem, il salone internazionale dei musei, delle esposizioni e delle tecniche museografiche, in programma dal 12-14 gennaio 2016, a Parigi, presso il centro di moda e design Les Docks. Saranno poi resi disponibili, in tutto o in parte, sul sito di Museumexperts.

Non è necessaria alcuna registrazione preventiva. E’ sufficiente unire il modulo http://www.museumexperts.com/pdf/BulletinInscription2016.pdf al vostro video e inviarlo al seguente indirizzo:

Museumexperts
18 rue de la Michodière - 75002 Paris

Ricordarsi di unire anche i moduli firmati per le autorizzazioni relative ai diritti d’autore:

La cerimonia di consegna dei premi avverrà il 13 gennaio 2016.

Il Grand prix du jury ammonta a €2000. Il secondo e terzo classificato avranno ciascuno un premio di €1000.

Il premio speciale di ICOM-Musée pour tous, che godrà, tra l’altro, di una vasta distribuzione attraverso i vari canali internazionali di ICOM, ammonterà a €1000 per il miglior film e €500 per il secondo e terzo classificato.

Concorso #Unit4Heritage: mostriamo il patrimonio culturale che amiamo!



Scatta una foto di un patrimonio culturale cui sei particolarmente legato e postala su Facebook o su Instagram usando l’hashtag #Unite4Heritage, insieme a una breve descrizione del motivo per cui è importante per voi. Può essere un luogo, un oggetto, una pratica culturale, una tradizione,  tocca a voi scegliere!

Il miglior post vincerà una Canon EOS DSLR, e la top 20 verrà descritta in una speciale galleria di immagini #Unite4Heritage che sarà pubblicata sul sito http://www.unite4heritage.org/ e nella rivista Patrimonio dell'Umanità.

Il termine ultimo è il 18 agosto 2015, ore 17 (orario di Parigi). Qui è pubblicato il regolamento: http://www.unite4heritage.org/contest.php

E’ importante sapere che la descrizione delle immagini potrà essere postata nelle seguenti lingue: inglese, francese, spagnolo, russo, arabo e cinese. Possono essere postate anche più foto, ovviamente tutte con la relativa descrizione. I testi devono essere originali, cioè nessun copia e incolla!

Dopo il termine del 18 luglio 2015, i primi cinquanta (50) partecipanti saranno contattati (tramite il profilo del social media utilizzato per postare la/le foto)  e verrà loro chiesto di fornire le seguenti informazioni:

- nome del partecipante;
- luogo ritratto dalla foto;
- data della foto;
- titolo;
- nome e cognome della persona o delle persone che appaiono sulla foto, se possibile.


L’UNESCO selezionerà i vincitori sulla base dei seguenti criteri: l'originalità, la qualità tecnica e artistica, l'efficacia del testo descrittivo come strumento per promuovere il valore del patrimonio culturale, l'universalità (ovvero la capacità di essere compreso da un pubblico eterogeneo in tutto il mondo). La foto e il testo saranno considerati entrambi importanti - una foto bella e significativa senza un testo adeguato non sarà presa in considerazione.

Hug a Museum Worker Day


“Hug a Museum Worker Day”, ovvero la Giornata dell’abbraccio a chi lavora in un museo, è una iniziativa nata in America dopo il successo dell'“International Hug Medevalist Day” di qualche anno fa, giornata indetta per sostenere gli storici dell’arte (sarebbe bello anche un "Hug Archaeologist Day"!).

"Hug a Museum Worker Day" è la prima giornata internazionale dedicata ai lavoratori e ai professionisti museali. L'obiettivo è rendere più comprensibile per l'opinione pubblica, il lavoro continuo che tutti coloro che operano in un museo devono svolgere per salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale a vantaggio della comunità, ma anche per svolgere tutte le altre funzioni che permettono di interpretare in modo più attuale il ruolo che il museo occupa oggi nella società. 

E' importante che i musei seguano l'evolversi e il cambiamento della società affinché la comunità apprezzi il lavoro che vi viene svolto e possa usufruire pienamente delle opportunità educative, dei momenti di socializzazione, di incontro e di dibattito che esso può offrire a tutti indistintamente, superando le barriere delle disuguaglianze, di qualsiasi natura esse siano.  
Grazie agli strumenti messi a disposizione dal web ed alla sempre più ampia diffusione dei social network, oggi le distanze tra museo e pubblico sono state notevolmente accorciate e i musei sono diventati luoghi più famigliari e accoglienti, soprattutto i numerosissimi piccoli musei che da nord a sud animano la vita culturale di città e paesi, facendosi interpreti e custodi delle tradizioni e delle storie locali.
Comprendendo l'importanza di questo impegnativo e prezioso lavoro, non si può non donare simbolicamente, oggi, il nostro abbraccio a tutti coloro che lavorano nei musei svolgendovi le differenti mansioni che sono richieste. Grazie per il vostro lavoro!

Public engagement: iniziare dai più vicini

La fondamentale azione di un “team comunitario” nella progettazione dei musei



Un articolo di evemuseografia.com suggerisce con quali modalità e quali professionalità necessitano quando si allestisce un nuovo museo o si rinnova un allestimento: le fasi fondamentali non sono solo quelle che riguardano la progettazione e, successivamente, la campagna pubblicitaria o di marketing che servirà a promuoverlo; chi partecipa alla sua realizzazione, dovrebbe mettere in atto determinate strategie molto tempo prima dell’apertura o della riapertura del museo. E’ fondamentale che in questo procedimento sia coinvolta la comunità dal momento stesso in cui il progetto museale viene concepito. Al momento della creazione di un progetto di costruzione o di ristrutturazione di un museo, infatti, parallelamente al lavoro svolto da tecnici, designer, scrittori, ed altri specialisti (team scientifico), bisognerebbe anche formare un team di mediatori incaricato di fare da collegamento tra i professionisti museali e la comunità. Ovviamente questo team dovrà agire in stretto coordinamento con il primo.
Questo gruppo di specialisti, che chiameremo team comunitario, avrà la funzione principale di trasferire i bisogni, le preoccupazioni e i valori importanti per la comunità al team scientifico che dovrà poi elaborarli e cercare di darne riscontro nell’esposizione museale. Il metodo di lavoro dovrebbe essere basato sulla creazione di vari gruppi di discussione formati per esempio da storici oppure, a seconda dei musei, da scienziati, insegnanti, esperti di turismo, imprenditori, organizzazioni culturali, associazioni di quartiere, associazioni giovanili, eccetera. In altre parole, nel dibattito bisognerà includere voci complementari che potranno fare proposte al team tecnico e quindi aiutarli a recepire gli aspetti fondamentali o le questioni legate alla tradizione, al costume e alle aspirazioni fondamentali della gente.
Dobbiamo anche tenere conto di quelle minoranze che sono più distanti rispetto alle peculiarità del museo in questione, come nel caso di altre realtà culturali e religiose di gruppi di immigrati, di fasce sociali emarginate e con accesso limitato alla cultura, di gruppi con bisogni educativi speciali e così via.
L’approccio collaborativo può essere utilizzato sia per i nuovi musei che per quelli che hanno bisogno di rinnovarsi e quindi di riformulare la propria missione perché quando sono stati creati questi aspetti sociali non erano stati presi in considerazione.

Bisogna partire dal presupposto che la nostra rete di visitatori è concentrica e inizia dal pubblico più vicino a noi: il quartiere, per primo, poi la città e la regione, sono le prime realtà da coinvolgere. L’attrazione che si saprà esercitare nei confronti del pubblico più vicino sarà fondamentale per attrarre, poi, tutti gli altri.

 Cari amici, in questi anni in cui ho svolto l’incarico di direttore scientifico del Museo Civico “Ferrante Rittatore Vonwiller”, dal 2019 a...