Stanotte al Museo continua!

Dopo "Stanotte al Museo Egizio", il nuovo progetto televisivo di Alberto Angela avrà un seguito




"Stanotte al Museo Egizio", il programma di Alberto Angela andato in onda lo scorso 28 maggio in prima serata su Rai 1, non sarà l'unica serata speciale, lo ha dichiarato Giancarlo Leone, direttore della rete. Si prevedono altri appuntamenti, probabilmente i Musei Vaticani e la Galleria degli Uffizi. 
La prima puntata ha avuto uno share del 15,16%, pari a 3.415.000 spettatori. Molto suggestivo il racconto, il cui filo conduttore, la visita notturna del Museo Egizio, è stata inframezzata dalle riflessioni di alcuni ospiti, ciascuno dei quali ha portato il contributo del proprio ambito di specializzazione: dal maestro Riccardo Muti al navigatore Giovanni Soldini, dalla pluripremiata costumista Gabriella Pescucci alla storica Eva Cantarella e al matematico Piergiorgio Oddifreddi. Un intelligente mix di divulgazione culturale e intrattenimento che ha catturato l'attenzione dei telespettatori.
Alberto Angela è stato accompagnato in questo viaggio dal direttore del Museo Egizio, Christian Greco, e da un custode d'eccezione, l'attore Alessio Boni.

Learning in Museums and Young People

a NEMO - LEM Working Group study



NEMO’s LEM Working Group (Learning Museums) is happy to present its recently published study on Young People in Museums.
Learning in Museums and Young People” focuses on museums informal and non-formal learning opportunities for young people, particularly aged 14-25. It was conducted in the context of current issues for young people in Europe and the challenges they are faced with, in the social field, as well as concerning their employment opportunities. Based on an outline of this "frame" the more-than-ever important role of museums is discussed.

In the course of this 4 sections deal with the following related topics:

  • the relation between museums and young people with regard to motivations and methodologies to improve and increase access and engagement in culture
  • the role of museums in the digital era and use and particularly potential of new technologies
  • the challenges of social exclusion, especially for those considered NEET.
  • the multi-facetted concept of accessibility and disadvantage referred to young people with disabilities
In order to give specific references to EU context, all themes are introduced related to some of the Europe 2020 priorities, targets and flagship initiatives.

The study is avalaible on NEMO’s website. NEMO and the LEM Working Group hope that you will find the study useful in your further work and are looking forward to discuss these topics further with you.

Scanner al grafene per il restauro delle opere d'arte

Articolo tratto da Euronews

Julián López Gómez, euronews: “Come vedere ciò che è invisibile in un oggetto d’arte, in modo preciso e non invasivo?”.
I ricercatori dell’Università di Oviedo, nel nord della Spagna, sono convinti di avere trovato la risposta grazie al grafene: “Il grafene agisce come un moltiplicatore di frequenza – spiega Samuel Ver Hoeye, esperto di telecomunicazioni – Partendo da frequenze basse, genera segnali ad alta frequenza in modo relativamente facile. Con il grafene, possiamo effettuare un’analisi approfondita dell’opera, identificando la composizione chimica dei materiali”.
Le immagini ottenute con gli scanner al grafene vengono poi elaborate e immesse in uno scanner 3D ad alta risoluzione per generare modelli grafici tridimensionali che rivelano i segreti contenuti nell’opera originale.
“Ciò che vediamo è il colore reale dell’opera, che viene virtualmente illuminato e registrato – sostiene Yannick Francken, informatico presso 4DDynamics – Tecnicamente, l’aspetto più difficile è combinare le diverse scansioni: queste devono essere allineate automaticamente. Se il risultato non è perfetto, con un margine di accuratezza di 0,2 millimetri, ne va della possibilità di ricostruire i colori”.
Lo scanner nasce dal progetto di ricerca europeo Insidde ed è stato ideato per studiare sia gli oggetti tridimensionali che le opere pittoriche con superfice piatta.
Una versatilità che potrebbe essere molto apprezzata da conservatori e restauratori d’arte, sostiene Javier Gutiérrez Meana, esperto di telecomunicazioni e coordinatore del progetto: “Gli scanner con cui vengono abitualmente studiate le opere d’arte sono molto costosi. La nostra tecnologia è molto più economica: si tratta di uno scanner leggero e compatto, che si può trasportare facilmente in musei e laboratori”.
Il Museo di Belle Arti delle Asturie ha messo a disposizione dei ricercatori diverse opere sulle quali testare lo scanner.
Le prove effettuate su alcuni dei pezzi più importanti delle collezione museale ha dato risultati che i ricercatori ritengono incoraggianti.
Marta Flórez Igual, conservatrice museale: “Possiamo scoprire quanto è spesso lo smalto o quanti sono gli strati di colore. Possiamo identificare eventuali disegni preparatori sotto il dipinto e capire come sono stati realizzati. Stiamo anche cercando di capire se lo scanner può identificare i diversi materiali nel dipinto, come smalti, fissativi e pigmenti”.

Ringrazio Konstantin Vekua che mi ha segnalato la notizia

Vinum, storia del vino nell'Italia antica

In occasione dell'edizione speciale di #smallmuseumtour, dedicata al tema "I musei, il cibo, l'alimentazione", patrocinata da Expo Milano 2015, Maurizio Pellegrini, responsabile del Laboratorio di Didattica e Promozione visuale della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell'Etruria meridionale ci ha fatto omaggio del suo documentario "Vinum, Storia del vino nell'Italia antica", espressamente ridotto e adattato per la visione su Twitter durante #smallmuseumtour.
Buona visione!

#UNITE4HERITAGE

Ieri, venerdì 15 maggio, un drappo nero in segno di lutto è stato posto su molti luoghi di interesse storico, artistico e archeologico del nostro Paese, rispondendo all'appello dell'UNESCO. L'iniziativa ha avuto lo scopo di testimoniare lo sconcerto e lo sgomento conseguente alla sistematica e brutale distruzione di beni storico-culturali in Medio Oriente – molti dei quali peraltro inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Umanità – ad opera delle falangi armate dell’Isis.
In Italia l'iniziativa è sostenuta e promossa dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO che ha voluto così rendere pubblico il cordoglio per le vittime civili e lo sdegno per lo scempio dei cimeli artistici, invitando gli associati a manifestare la propria partecipazione a questa simbolica ma significativa protesta, designando un  monumento di particolare valore storico a simbolo del dolore che unisce la comunità internazionale di fronte a questa incivile e insensata barbarie.
Intanto in Medio Oriente, dopo le antiche città assire di Nimrud, Hatra e Ninive in Iraq, anche le rovine romane di Palmira, in Siria, rischiano di essere distrutte dall'Isis. Protestiamo contro questa barbarie che colpisce non solo i luoghi fisici ma soprattutto le radici storiche e l'anima profonda della storia di tutta l'umanità.

L'Arena di Verona con il drappo nero per UNITE4HERITAGE



Kid Pass, alla ricerca dei luoghi kid-friendly

Musei, teatri, parchi, eventi e molto altro a portata di click

Kid Pass è una piattaforma web gratuita che, grazie ad un proprio motore di ricerca, permette di trovare facilmente le attività culturali e ricreative rivolte ai bambini, fornendo indicazioni in base alla località, al settore di riferimento (ospitalità, commercio, sport e tempo libero, servizi e utilità, cultura e spettacolo, ristorazione) e ad altri termini di ricerca liberi. Kid Pass è anche in grado di rilevare automaticamente la posizione dell’utente.

In pratica, si tratta di una guida per scoprire i luoghi e gli eventi kid e family-friendly nelle principali città italiane.

Dopo aver scelto i parametri di ricerca, la prima schermata offre una panoramica di tutti i luoghi di interesse. Ogni scheda presenta una descrizione sintetica e le icone che sono poste in basso permettono immediatamente di rilevare la presenza di alcuni servizi riservati ai bambini, per esempio un’area giochi esterna o interna, la culla, il babysitting, il fasciatoio, l’area allattamento, il seggiolone, la possibilità di scegliere menù adatti ai bambini e altre forme di accoglienza a misura di bimbo.

Al di sotto delle icone è riportato il voto assegnato a quella struttura dagli stessi utenti, da 0 a cinque cuori.  

Se si desidera avere maggiori informazioni, cliccando sulla scheda si accede ad una pagina più dettagliata provvista anche di mappa.
Con questa procedura è possibile avere informazioni su un notevole numero di strutture: dai ristoranti agli alberghi, dai cinema ai musei, dai parchi alle strutture commerciali, ecc. ecc.

Il progetto opera per promuovere la qualità del tempo fuori casa vissuto dagli adulti assieme ai bambini da 0 a 12 anni.

"La finalità di questo progetto è non solo quella di offrire un sistema di informazione e di promozione di strutture e attività, ma cercare anche di diffondere “la cultura dell’accoglienza verso i bambini nei luoghi “dei grandi”, promuove la crescita degli standard di accoglienza in tutti i settori in un’ottica family-friendly, valorizzando anche le piccole attenzioni da parte di negozi, studi medici, uffici pubblici e altri servizi dotati ad esempio di un’area gioco nella sala d’attesa o di un kit da tavolo per colorare o giocare”, come si legge nel sito Kid Pass.

A questo scopo, il sito dispone di una testata giornalistica online e di una newsletter, attraverso le quali, insieme ai propri canali social, si diffondono le news, i racconti degli utenti, gli approfondimenti su tutto ciò che ruota intorno al mondo dell’accoglienza a misura di bambino.
Trovare un museo (e non solo) kid-friendly non sarà più un problema!

Invitiamo i musei a segnalare a Kid Pass le proprie attività.

Les petits musées italiens durant la #MuseumWeek: un modèle de communication active et interactive



 Après la conclusion de #MuseumWeek 2015 il y a un mois, il me semble opportun de faire un bilan de cet important événement qui, comme beaucoup d’experts et de médias ont largement souligné, a connu un plus grand essor par rapport à la première édition de 2014, intéressant plus de 2800 musées dans 77 pays différents. Voire 259 adhésions sont arrivées de l’Italie, soit quatre fois plus qu’en 2014. Dès la première édition de #MuseumWeek on avait relevé un intérêt accru des musées italiens pour la communication 2.0 et les données de cette année ont confirmé cette tendance. Il s’est agi d’une présence remarquable non seulement numériquement mais aussi, bien souvent, très incisive. Les données diffusées par les organisateurs de #MuseumWeek au cours de cette manifestation ont mis en évidence les dix musées qui ont tweeté, rétweeté et répliqué le plus ; parmi ceux-ci il y a quatre musées italiens : à la première place le Site Archéologique de Massaciuccoli Romana, à la deuxième place l’Antiquarium de Porto Torres, à la huitième place le Musée de l’Horlogede Bergallo, à la dixième place le Musée Archéologique du District Minier de Rio nell’Elba. L’Association Nationale des Petits Musées (APM – qui l’année dernière était l’une des trois premières institutions culturelles les plus actives de cette manifestation), cette année, grâce au dédoublement de son compte en @piccolimusei et @piccolimusei2, a joué également un rôle important, surtout d’impulsion et de dialogue, pour s’établir même comme l’un des comptes les plus mentionnés (http://www.socialmeteranalysis.it/museum-week-2015-twitter-contagia-i-musei/).

Il est intéressant de remarquer que trois des quatre musées du top dix, c’est-à-dire le Site Archéologique de Massaciuccoli, l’Antiquarium de Porto Torres et le Musée Archéologique du District Minier de Rio nell’Elba, avec d’autres musées très productifs durant la semaine des musées sur Twitter ou avec ceux qui ont également fait remarquer leur présence, ont été les protagonistes des deux éditions de #smallmuseumtour,  une initiative qui a été conçue par l’APM l’année dernière pour Twitter et qui a eu, parmi ses meilleurs résultats, celui d’avoir donné naissance à une communauté virtuelle de musées, de professionnels des musées, d’experts et d’amateurs, qui est encore très dynamique.

Lors de #MuseumWeek il n’a fallu donc mettre en place aucune stratégie commune. Le dialogue entre les musées s’est déclenché spontanément grâce à l’existence de ce « réseau » virtuel déjà consolidé. L’APM s’est donné comme objectif de jouer un rôle actif dans le dialogue en introduisant d’une part ses propres contenus et en relançant, d’autre part, les contenus produits par les musées eux-mêmes. Dans une manifestation de longue durée comme #MuseumWeek, à laquelle ont participé plus de 76.000 utilisateurs avec un flux d’environ 270.000 tweets, obtenir une visibilité était important. Sur les réseaux sociaux il ne suffit pas de poster des contenus, mais il faut interagir aussi. Cette forme de communication n’a de sens que si elle est bidirectionnelle/multidirectionnelle, sinon on risque de transférer sur les réseaux sociaux le même « modèle de gestion autoritaire » qui empêche la « communication et l’interaction culturelle et sociale » et surtout « la participation collective à la production d’une valeur culturelle » (Elisa Bonacini, v. http://piccolimusei.blogspot.it/2013/11/il-museo-partecipativo-sintesi-della.html).

Par conséquent, à mon avis et à la lumière de ces considérations, le type de communication adopté par les petits musées italiens a été bien conçu car il a favorisé le dialogue musée-musée et musée-followers, il a renforcé la communauté virtuelle préexistante et l’a élargie en incluant de nouveaux musées. Comme cela a été dit ici, la participation de beaucoup de followers aussi a été intense ; il s’est agi, pour la plupart, d’experts/connaisseurs de cette matière ou, quand même, de personnes qui sont très actives dans le domaine culturel et, en particulier, dans le secteur des musées.

J’ai déjà mis en évidence que les tweets et les répliques ont été vraiment nombreux, ainsi que les retweets, une fonction de Twitter qui n’est tout à fait pas banale et qui est extrêmement nécessaire dans une manifestation comme celle de #MuseumWeek, où l’on voulait d’un côté « amplifier » l’importance d’un tweet et, de l’autre côté, maintenir l’union et la participation de tout le réseau dans le dialogue en cours. La visibilité obtenue a été récompensée par l’attention de nouveaux followers qui se sont ajoutés au réseau existant. Il a été important de maintenir constant le flux de tweets et de retweets ; cela a entraîné un engagement considérable, puisqu’il a fallu couvrir jusqu’à 14 heures par jour. Des contenus, des dialogues informels, des images et des activités variées ont été distribués dans ce laps de temps considérable ; on a toujours maintenu un haut niveau d’intérêt général, la conversation a été agréable et jamais ennuyeuse, parfois amusante ; et il doit d’ailleurs en être ainsi dans un événement ayant les caractéristiques de  #MuseumWeek, qui a obtenu, en effet, une grande popularité auprès de ses followers. Les musées ont donné une nouvelle image de soi, plus proche des personnes, plus capable de dialoguer et donc moins « encadrée » dans leur rôle institutionnel.

Il est important de souligner que l’avantage des petits musées par rapport aux grandes institutions muséales (qui confient souvent la communication aux sociétés internes), c’est que la gestion des médias sociaux est mise en place, dans de nombreux cas, par le personnel des musées sans aucun type de médiation extérieure. Cela entraîne une communication plus libre, plus familière et plus immédiate dans l’interaction. Par conséquent, on peut affirmer que cette année un résultat exceptionnel a été atteint, non seulement en termes de participation mais surtout pour le grand changement que les petits musées en particulier sont en train d’apporter dans le but de s’ouvrir vers l’extérieur et de devenir des lieux de production culturelle et d’exploitation active et interactive.

L’aspect qu’on devra essayer d’améliorer, c’est la participation du public qui est plus en dehors du monde des musées : il s’agit d’un défi qui n’est pas facile, mais que les petits musées sont capables de relever par les stratégies appropriées, en commençant, par exemple, par une utilisation accrue des réseaux sociaux dans les relations avec les écoles.  

Compte tenu de la grande ouverture des musées vers la communication des réseaux sociaux, comme l’édition 2015 de #MuseumWeek a montré, les perspectives pour l’avenir sont sans aucun doute prometteuses.

Caterina Pisu
coordinatrice national de l'Association nationale des petits musées italiens

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