La SOCIETÀ ITALIANA PER LA PROTEZIONE DEI BENI CULTURALI



La SOCIETÀ ITALIANA PER LA PROTEZIONE DEI BENI CULTURALI ONLUS (SIPBC ONLUS), fondata il 18 aprile 1996 a Viterbo, è un'organizzazione d'interesse nazionale, non governativa, politicamente neutrale, costituita esclusivamente da volontari che, gratuitamente, dopo aver adempiuto ai propri doveri civici e di stato, si pongono a disposizione della comunità per:
  • diffondere,attraverso convegni, seminari, incontri, in sinergia con analoghi organismi e riferimenti istituzionali, i principi contenuti nelle Convenzioni per il rispetto e la salvaguardia dei Beni Culturali, da qualsiasi rischio, in tempo sia di pace sia di conflitti armati, secondo il quadro sancito dall'UNESCO e ratificato dall'Italia;
  • adottare le iniziative possibili per qualificare la coscienza collettiva culturale e sensibilizzare l'opinione pubblica nella tutela del patrimonio dell'Umanità, per evitarne il depauperamento ed il degrado ed assicurarne il trasferimento, integro, alle future generazioni;
  • promuovere l'educazione in materia di tutela e valorizzazione dei Beni Culturali;
  • sostenere le strutture competenti, a livello nazionale e locale, attraverso raccomandazioni ed interventi, nello svolgimento dei loro compiti, nell'ambito della salvaguardia dei Beni Culturali;
  • assicurare al Dipartimento della Protezione Civile la massima collaborazione in caso di calamità;
  • garantire i collegamenti con analoghe associazioni estere per confronti su esperienze tecniche e pratiche.
La Società  si sostiene con le quote dei soci e con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività  Culturali ai sensi della L.534/96.
Fa parte, insieme ad altre Società Europee, della Lega Internazionale per la Protezione dei Beni Culturali con lo scopo di indirizzare lo sforzo di tutti verso comuni obiettivi.
Ha la sua Sede presso l'Istituto Internazionale di Diritto Umanitario (IIDU) - International Institute of Humanitarian Law (IIHL) di Sanremo.

La politica dei prestiti contro l’acquisto illegale delle antichità


Grazie ai nuovi accordi tra Italia e USA, mostre e collaborazioni con musei e università americane
In prestito l’Ermafrodito dormiente al Museum of Fine Arts di Boston fino al 2012


Un anno fa, su queste pagine, ci siamo occupati del processo contro Marion True, la curatrice del Paul Getty Museum di Los Angeles, la cui carriera è stata compromessa dalle pesanti accuse di ricettazione aggravata e associazione a delinquere con diversi noti mercanti d’arte, italiani e stranieri. Il caso True è certamente il più noto, non solo perché ha coinvolto un grande museo ma anche perché le indagini dell’autorità giudiziaria italiana hanno fatto emergere solo la punta di un iceberg, l’affioramento di ciò che, si è capito subito, era un’imponente organizzazione internazionale finalizzata alla ricettazione e al traffico internazionale di opere d’arte e di reperti archeologici. Le proporzioni di tale mercato criminale era tale che, nell’arco di quarant’anni, il nostro patrimonio archeologico ha subito la sottrazione di centinaia di migliaia di oggetti. L’atteggiamento inflessibile dell’Italia nei confronti di tali illeciti, ha indotto i musei americani ad adeguare il più possibile le politiche di acquisizione delle antichità alla Convenzione UNESCO del 1970, concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali, ma c’è ancora molto da fare. Ad un anno dalla fine del processo True (che, ricordiamo, purtroppo non ha portato a nessuna condanna a causa della decorrenza dei termini), i direttori e i curatori dei musei americani cominciano a porsi delle domande per cercare di capire come uscire da una situazione di ambiguità che per anni è stata tacitamente accettata da alcuni di loro e che ha arrecato un danno a tutta la categoria. E’ stata messa a rischio, infatti, la questione della stessa sopravvivenza dei musei, perché la pubblicità negativa dovuta alla restituzione dei manufatti illecitamente acquisiti, ha avuto delle conseguenze anche sull’interesse degli investitori a finanziare i musei. I direttori e i curatori americani, inoltre, non vogliono più lavorare in un clima di paura a causa degli errori compiuti in passato; temono per la loro stessa reputazione professionale che potrebbe essere compromessa da eventuali azioni penali messe in atto contro di loro da parte di paesi esteri. In ogni caso, il loro stesso lavoro rischia delle ripercussioni: le collezioni di antichità che hanno al loro interno elementi di dubbia provenienza potrebbero rimanere bloccate per anni e quindi sarebbe più difficile continuare a svolgere le normali attività di curatela. La speranza, pertanto, è che si assicurino al più presto condizioni favorevoli di cooperazione internazionale per tornare alla normalità. Alcuni passi sono stati compiuti: già nel 2001 è stato redatto il Memorandum d’intesa tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana circa l’imposizione di limitazioni all’importazione ed esportazione di categorie di materiale archeologico databile ai periodi italiani preclassico, classico e della Roma imperiale (MOU). Il MOU è stato poi rinnovato nel 2006 e nel 2011, ed ha incluso anche la prolungabilità di prestiti di lunga durata di beni del patrimonio culturale nazionale a Istituzioni museali degli Stati Uniti, estendendola, in casi particolari, dai quattro agli otto anni. In questa circostanza sono stati stipulati anche molti accordi di collaborazione con i maggiori musei e università americane. Al momento è in corso la grande mostra “Aphrodite and the Gods of Love”, presso il Museum of Fine Arts di Boston, che espone capolavori come L’Ermafrodito dormiente ed altri provenienti dal nostro Paese, che resteranno in prestito negli Stati Uniti fino all’estate del 2012. La mostra è stata organizzata grazie ad un accordo che ha previsto la restituzione di tredici manufatti, esportati illegalmente negli USA. Parallelamente anche il Paul Getty Museum ha firmato, nel febbraio 2010, un importante accordo di collaborazione culturale a lungo termine con la Sicilia. Sia il Getty che il Cleveland Museum of Art hanno in programma una mostra, nel 2013, sull’arte classica ed ellenistica della Sicilia. Le premesse per un miglioramento dei rapporti tra Italia e Stati Uniti sul fronte della lotta al traffico di antichità, sembrano buone, sperando che i curatori americani non si facciano sedurre nuovamente dal desiderio di acquistare ad ogni costo con l’alto rischio di attrarre mercanti d’arte senza scrupoli: il timore viene ascoltando le parole del curatore della sezione di arte greca e romana del Cleveland Museum of Art, Michael Bennett, il quale ha asserito: “loans are wonderful, but ownership is better”, “i prestiti sono meravigliosi, ma la proprietà è ancora meglio”. In ogni caso ormai sarà più difficile continuare a percorrere la via delle acquisizioni a tappeto senza prudenti verifiche, grazie alla stessa opinione pubblica americana che ha disapprovato queste condotte, ampiamente criticate anche da buona parte della stampa; a questo proposito, ricordiamo il successo del libro dossier “Chasing Aphrodite” dei due reporters del Los Angeles Times, Jason Felch e Ralph Frammolino, incentrato sul recupero della famosa Venere di Morgantina, contesa dall’Italia al Paul Getty Museum. Il lavoro dei magistrati italiani è stato molto apprezzato dagli americani: il magistrato Paolo Ferri, cui si devono tutte le indagini giudiziarie contro i trafficanti d’arte degli ultimi vent’anni, è stato premiato la scorsa estate dall’associazione americana ARCA (Association for Research into Crimes against Art). Un riconoscimento che premia il rigore italiano e che fa sperare in un futuro di più ampie e migliori collaborazioni nella lotta al traffico di antichità.

Caterina Pisu (ArcheoNews, Editore Magna Graecia, dicembre 2011)

National Museums: New Studies from Around the World

Edited by Simon Knell, Peter Aronsson, Arne Amundsen



This book is the outcome of Eunamus and the NaMu program's six international workshops.
From the publishers presentation:
"National Museums is the first book to explore the national museum as a cultural institution in a range of contrasting national contexts. Composed of new studies of countries that rarely make a showing in the English-language studies of museums, this book reveals how these national museums have been used to create a sense of national self, place the nation in the arts, deal with the consequences of political change, remake difficult pasts, and confront those issues of nationalism, ethnicity and multiculturalism which have come to the fore in national politics in recent decades.
National Museums combines research from both leading and new researchers in the fields of history, museum studies, cultural studies, sociology, history of art, media studies, science and technology studies, and anthropology. It is an interrogation of the origins, purpose, organisation, politics, narratives and philosophies of national museums." 

From: Eunamus

Museum Analytics



Museum Analytics is an online platform for sharing and discussing information about museums and their audiences. For each museum there is a daily updated report with information about online and offline audiences. These reports are an essential tool for communication departments to evaluate and understand their progress.
See - for example - the report generated for the Van Gogh Museum.
Weekly, monthly or annual reports with information about museums are sent by email. You can subscribe to receive a report on the page of a specific museum, city or country. We will never spam you. The emails will only contain the requested information and you can always stop receiving them. We are curious to hear your opinion and feedback. Feel free to contact us at info[at]museum-analytics.org.

The power of a strong community

One of the most powerful aspects of Museum Analytics is the fact that many great museums are brought together online. Information about more than 3000 museums is already included and the list is still growing. Museum Analytics has the potential to make the worldwide presence of museums and their impact on our daily lives visible. We believe that transparency empowers the museum community by making its presence in the world clear. We would like to instigate the use of open data and open standards. Do you know a museum with an open API or using microformats? Please let us know, we would be interested in expanding Museum Analytics to include other types of information.

Standing on the shoulders of giants

For several years, the information that is now being collected on a daily basis was published in a scattered manner. Some of the references that directly or indirectly have led to the development of Museum Analytics are listed here:
These initiatives were important precedents that led to the development of Museum Analytics where all this information is finally cohesively presented and contextualized.

Acknowledgements

We would like to thank the following individuals for beta testing an early version of Museum Analytics:
  • Annelies Termeer, Eye
  • Hein Wils, Stedelijk Museum
  • Ilse van Zeeland, Naturalis
  • John Stack, Tate
  • Kirstie Beaven, Tate
  • Lotte Baltussen, Beeld en Geluid Instituut
  • Matt Morgan, Metropolitan Museum of Art
  • Michel Langendijk, Virtueel Platform
  • Museum Nerd
  • Museum Sukkel
  • Nancy Proctor, Smithsonian Institution
  • Nate Solas, Walker Art Center
  • Nik Honeysett, Getty center
  • Patricia Villanueva Illanes, Laboral
  • Petra van der Ree, The Netherlands Architecture Institute
  • Rachel Clements, Imperial War Museum
  • Sandra van Dongen, Museum Boijmans Van Beuningen
  • Sean Redmond, Solomon R. Guggenheim Museum
  • Susan Hazan, Israel Museum
  • Vera Bartels, Museum Boerhaave
  • Victor Samra, Museum of Modern Art
Museum Analytics has been initiated by INTK in the Netherlands. INTK researches and develops online strategies primarily for cultural organizations and creates critical interventions that reflect on art, technology and society. Feel free to contact us at rui[AT]intk.com

International Museum Day 2012

Museums in a Changing World. New challenges, New inspirations.



The worldwide community of museums will celebrate the 35th anniversary of International Museum Day around 18 May, 2012.
In 2012, Museums in a Changing World. New Challenges, new inspirations is the theme of International Museum Day. Today, the world is changing faster than ever. New technology delivers new ideas, gigabytes of information, news of an increasingly unstable climate.
International Museum Day will allow its visitors to wonder about the role of museums in our new society, in the era of new media, and to discover and rediscover how museums are looking to the future in terms of sustainable development.
The International Council of Museums (ICOM) established International Museum Day in 1977 to encourage public awareness of the role of museums in the development of society. Momentum has been rising unabated ever since. In 2011, International Museum Day garnered record breaking participation with almost 30,000 museums hosting events in more than 120 countries.
Visit the International Museum Day 2012 official website http://imd2012.icom.museum

Il Vaso François: in un dvd il mito diventa cartoon

Il documentario animato presentato al Museo archeologico fiorentino. E' il più grande cratere attico a figure nere esistente al mondo

di GAIA RAU
 
Uno dei reperti più importanti della storia dell'archeologia diventa un cartoon, destinato ad adulti e bambini. E' "Il Vaso François, il mito dipinto", dvd didattico presentato lunedì al Museo archeologico fiorentino e dedicato al suo pezzo forte: il più grande cratere attico a figure nere esistente al mondo (66 centimetri di altezza per 180 di circonferenza), rinvenuto a Chiusi nel 1845 dall'archeologo Alessandro François, di cui ha ereditato il nome, e oggi ammirato da migliaia di visitatori.

Il video, della durata di 43 minuti, mescola la tecnica classica del documentario a quella, innovativa, dell'animazione in 3D. Accompagnate da una voce fuori campo, le figure dipinte sul vaso si staccano dallo sfondo per diventare personaggi animati come quelli di un cartone, dando ai miti raccontati, a cominciare da quello delle nozze di Peleo e Teti, la veste di un film di animazione.

Il progetto, realizzato da Techvision Sistemi Multimediali srl in collaborazione con Mibac e Soprintendenza ai beni architettonici della Toscana, è stato ideato dalla direttrice del museo, Giuseppina Carlotta Cianferoni, che spiega: "Si tratta di un prodotto innovativo per comunicare meglio l'archeologia. Il Vaso François con le sue figure rappresenta una sorta di 'summa' della mitologia greca. Realizzato probabilmente su commissione per un grande signore etrusco dal vasaio Ergotimos e dal pittore Kleitias, che vi hanno lasciato la loro firma, il suo scopo era quello di trasmettere la conoscenza dei miti ai contemporanei. Lo stesso obiettivo che ha oggi il nostro documentario".

Il dvd sarà acquistabile dai prossimi giorni nei bookshop del museo di piazza Santissima Annunziata e dei principali musei archeologici italiani oltre che nelle edicole e librerie fiorentine. Prossimamente, inoltre, verrà diviso in capitoli e proiettato nella sala del Vaso grazie a un apposito totem.
Tratto da La Repubblica

Louvre museum looks for cooperation with India



New Delhi: The Louvre Museum in Paris, considered one of best and the biggest art repositories in the world, is looking to establish long-term partnerships with Indian art and culture. "The museum has recently entered into an art partnership with the Forbidden City in China - a living monument and museum. It will like to open similar artistic exchanges with museums and private art houses; and set up art education projects in India," Louvre president Henri Loyrette said in an interaction in the capital. The 59-year-old is on a reconnaissance tour of India for the first time in the last 10 years since he took over as the president of the Louvre in 2001. He was accompanied by Herve Barbaret, the general manager of the Louvre, and special adviser Benoit de Saint-Chamas. Loyrette and his team visited Mumbai early this week and met union Culture Minister Kumari Selja in the capital Friday. "All of us agreed that we should do something which is long-term -- like renovating some of the museums. I wanted to know what India exactly required," Loyrette said. "Before the summer, you will see something happening between India and the Louvre," he said. The Louvre has been drawing increasing number of Indian visitors every year -- mostly tourists and collectors, who have no idea of European art. "Of the 8.8 million visitors this year, 65 per cent of the visitors were foreigners and the rest French," Loyrette said. "Forty per cent of the visitors are below 26 years of age," he added. The Louvre museum, the first museum in the world was founded in 1793 - as an archive for the masses - with a collection of artifacts which spans all countries in the Americas (North and South), Europe and Asia. The museum is known for its iconic works like the Mona Lisa, Venus de Milo and the Victory of the Samothrace. It has one of the largest collections of European art till the 19th century and is a vibrant exhibition venue hosting 15-16 exhibitions annually at different spaces inside the museum and outside at public places. "Over the years, the museum has been taking itself to the masses, working in prisons to allow inmates enjoy good art, and acting as a tool of cultural exchange in more than 70 countries worldwide," said the Louvre president. "We are focusing on the emerging countries. In Abu Dhabi, we are helping the authority design a French style cultural centre. We are involved in projects in Singapore, Hong Kong, Taiwan, Sudan, Brazil, Egypt and China. India with its rich history of art cannot be neglected," Loyrette told IANS. In Sudan, the museum is supporting excavations, he added. "The museum currently connects to India with a big collection of Mughal era miniatures and jewellery. It is a small part of a deep civilisiation - but significant," Loyrette said. The museum has worked with contemporary Indian artists - Anish Kapoor and Subodh Gupta, who have sculpted installation and multi-media art works commissioned by Louvre, the president said. This year, the embassy of France, the Louvre and the India Art Fair have launched an Indo-French collector`s exchange programme at the January 2012 India Art Fair. France will send three of top collectors to India during the summit on a familiarisation trip and to tour the museums and galleries. Three top collectors from India will go France in mid-2012 to prospect the European art market and acquaint themselves with European art. "This will open up the market and make Indian art accessible abroad and vice-versa," founding director of India Art Fair Neha Kirpal said. Kirpal hosted the president of Louvre to a soiree Dec 3. According to French ambassador Francois Richier, "The maiden visit of the Louvre museum to India is an important step towards furthering the dialogue between cultures and civilisations of India and France".

Has peace broken out after the trial of Marion True?

Some in the US museum world take the view that the Italian authorities should take advantage of the apparent truce

It has been just over a year since the end of the trial in Rome against Marion True, the former Getty curator, for conspiracy to receive illegally excavated antiquities, and more than a year since someone at the public prosecutor’s office in Rome leaked to the New York Times details of the preliminary proceedings against Michael Padgett, curator of ancient art at Princeton University Art Museum, and the formerly New York-based Italian antiquities dealer Edoardo Almagià (see p16).
Since then, however, in contrast to the almost daily battles once waged by the Italian authorities in the US, not so much as a ripple has broken the waters of their relationship with US museums. Does this mean that the Italian assault strategy is being reconsidered and softened?

While many hope so here in the US, this is not the view of Almagià’s defence lawyer in Rome, Carlo Giacchetti, who says there “might be thousands” of reasons for this cessation in hostilities and that he can’t detect any change of heart on the part of the investigating officers.

The mere possibility that the threat of court action could linger for months or years over the heads of Padgett and Almagià, without any possible charges being explained to them, is seen in the US not only as proof of the legendary slowness of the Italian justice system, but also as a demonstration of undue obfuscation.

Some in the US museum world take the view that the Italian authorities should take advantage of the apparent truce not to prepare a new campaign of restitution requests, but to re-examine, with regard to foreign as well as internal affairs, legal processes and methodologies that in the US seem irreconcilable with the constitution of a free nation and even with democracy itself.

This squares with the view of Jason Felch, one of the two Los Angeles Times investigative journalists (the other being Ralph Frammolino), who documented behind-the-scenes goings on at the True trial and who subsequently, with the bestseller Chasing Aphrodite, brought the details of the trial to the attention of a global public.

“This is a critical moment for both parties,” Felch says. “The coming years will determine whether the spirit of co-operation that now prevails might amount not simply to an armistice, but all-out peace. The Italians must resist the temptation to continue with their iron-fist approach which, in the end, will cost them the public support in the US they have enjoyed until now.”

As for the US museums, Felch thinks that they have learned their lesson, and that from now on they will operate with greater transparency and in a spirit of collaboration.

A similar opinion is expressed by Michael Conforti, the director of the Sterling and Francine Clark Art Institute in Williamstown, Massachusetts, and former president of the Association of Art Museum Directors, who praised the agreements reached between Italy and museums such as the Getty and the Metropolitan Museum of Art in New York for the long-term loan of Italian objects. “My hope is that the punitive mentality of the past, with episodes resulting above all from a difference in values, does not come to cloud the new optimistic and positive atmosphere that has been created,” he says. At the Met, a curator who insisted on remaining anonymous says: “When relationships between countries are fostered by curators, it works well; rather less well when the lawyers get involved.”

Everyone is hailing the exceptional success and mutual benefit of the agreements for the long-term display of Italian artefacts in US museums, even if there are those who maintain that Italian officialdom is yet to be persuaded of the need to abandon the mentality of accumulating and hoarding art objects as an end in itself, in favour of allowing a much freer circulation of Italian cultural heritage throughout the world. “They have to understand that art is Italy’s best ambassador,” says Ralph Frammolino. “I went to see at the Metropolitan the five or six pieces that Italy has given on long-term loan. Fine, but there should have been 20 pieces, and the Met would have been happy to devote a separate room to them.”

The principal cases that the Italian government is keeping open once again involve the Getty, over the bronze known in the US as the Victorious Youth (and in Italy as the Atleta di Fano); Princeton University Art Museum over a number of Etruscan pieces; and the Toledo Museum of Art in Ohio over an Etruscan jug or kalpis. All three cases go back around ten years or more: ripe, perhaps, for a time limit to be imposed on them, though possibly not “Marion True” style, after a five-year-long trial and a career destroyed (that the time limit was applied while the trial was under way is a particular peculiarity that made an unfavourable impression on the Americans).

It is the Princeton case that is now the main focus of attention, on account of the high profile of Michael Padgett, a curator known in the art world for his expertise and integrity and to whom several other senior figures in US cultural life, including the former director of the Met, Philippe de Montebello, have lent their support.

Neither Princeton University, with which the museum is affiliated, nor the museum itself, are taking a stand, given that the Italian action is ad personas—against Padgett in person. But the prevailing mood might be inferred from the publication in Alumni Weekly, the magazine of former Princeton students (among whose number is the 59-year-old Almagià, Padgett’s Italian fellow suspect), of a three-page interview in July with Almagià himself, in which he unleashed a tirade against the whole Italian system. “They have criminalised and destroyed the antiquities market,” he said, later telling me that Italian politicians and prosecutors are abusing their power, anti-democratic and violating the most basic property rights. “You are immediately equated with a criminal nowadays by being a collector,” Almagià declared. “American museums allow themselves to be dictated to and blackmailed; […] they must fight back, making clear that in America one operates out of respect for freedom.”

The writer is an Italian author and journalist based in New York

Stage di archeosub al Museo del Mare di Santa Severa


Segnaliamo con piacere un interessante stage di archeologia subacquea che avrà luogo domani, 26 novembre, dalle 10 alle 17, presso i locali del Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa. Durante la giornata si susseguiranno le conferenze di numerosi professionisti ed esperti del settore, che  presenteranno le ultime novità nel campo della ricerca archeologica subacquea. Per chi lo vorrà, tempo permettendo, nella giornata di domenica 27 sarà possibile compiere un'immersione subacquea nei fondali antistanti il castello. 
Di seguito, il ricco programma. Per ulteriori info e prenotazioni, si può cliccare qui.
Costo: 35 Euro.


Castello di Santa Severa (via Aurelia SS1 Km. 52,600), Museo del Mare e della Navigazione Antica, sabato 26 novembre 2011, ore 10,00 - 17,00; e-mail: muspyrgy@tiscali.it - url: http://www.museosantasevera.org
Un approccio interdisciplinare all'indagine archeologica subacquea. Ricostruire la storia con l'ausilio delle scienze naturali e delle nuove tecnologie. Un percorso innovativo per esplorare il nostro passato.

Interverranno: 
Prof.ssa Antonella Canini, ordinario di botanica, Dipartimento di Biologia, Università di Roma Tor Vergata;
Prof. Dir. Salvatore Italia, diritto dei Beni Culturali Università di Roma, La Sapienza, Direzione Mibac;
Dr.ssa Annalisa Zarattini, Soprintendenza Archeologica del Lazio;
Ing. Ermanno Caruso, Capo settore Stato del Mare ISPRA;
- Prof. Claudio Mocchegiani Carpano, docente di Archeologia Subacqua presso UNISOB di Napoli;
Prof.ssa Barbara Davidde, Docente Archeologia Subacquea Università Roma 3;
Dott. Roberto Petriaggi, Dir. Rivista Scientifica Internazionale "Archaeologia Maritima Mediterranea";
Dott. Mario Mazzoli, A.S.S.O. Speleologia ed Archeologia Subacquea.

Ospite d'onoreAlberto Angela.
Organizzazione e presentazione:
Dott. Flavio Enei, Direttore Museo del Mare e della Navigazione Antica;
Avv. Diego Bertolani, Presidente ANIS;
Dott. Edoardo Bruni, Presidente Poseidon, USR Società di Ricerche Scientifiche Subacquee.
Per i subacquei delle varie associazioni e scuole di immersione è previsto il rilascio di unattestato di frequenza da parte dell'ANIS e del Museo del Mare.

Se il tempo lo permetterà domenica 27 mattina si potrà effettuare l'immersione sul sito sommerso di Pyrgi.
Info:
a cura di Museo del Mare e della Navigazione Antica, Studium Maris, Poseidon - Società di Ricerche Scientifiche Subacquee, Associaziona Nazionale Istruttori Subacquei, G.A. del Territorio Cerite - Centro Studi Marittimi.
Per la partecipazione è obbligatorio prenotarsi:
Poseidon USR tel. 066505325, mail: info@poseidon-usr.com - url: http://www.poseidon-usr.com
ANIS tel. 064503300, mail: mail@anissub.com - url: http://www.anisweb.org
Possibilià di pernottamento presso Soggiorno San Gaetano (S. Severa) - url: http://www.soggiornosangaetano.it

Crisi economica: un’opportunità di rinnovamento per la cultura italiana?



La crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo ha portato a consistenti tagli di bilancio in tutti i settori dell’economia. Nel mondo, negli ultimi due/tre anni, si è assistito a una considerevole riduzione delle risorse destinate alla cultura, a drammatici tagli dell’organico e al blocco delle assunzioni. In Francia, la Corte dei conti, il cui ruolo è quello di monitorare l'utilizzo dei fondi pubblici, ha affermato che i musei sono troppo costosi e non sufficientemente redditizi, soprattutto in questi tempi di crisi economica. Intanto, lo scorso ottobre - e in precedenza anche a giugno - il Musée d'Orsay è rimasto chiuso diversi giorni a causa di uno sciopero indetto per protestare contro la riduzione dell’organico. In Gran Bretagna, il British Museum ha disposto una diminuzione del 15% delle spese nei prossimi cinque anni. In Grecia, dove la situazione è ancora più tragica e molti musei sono stati costretti a chiudere, gli scioperi si stanno susseguendo a ripetizione. In Portogallo, già dal 2010 sono state ridotte del 9% le risorse statali destinate alla cultura, mentre in Spagna, in alcune regioni si è arrivati a ridurre i fondi di un terzo. Oltre Oceano i tagli sono stati ugualmente notevoli: in Canada le associazioni museali denunciano che il 60% dei musei è in difficoltà finanziarie e negli Stati Uniti, secondo un’indagine statistica dell’American Association of Museums - finalizzata a individuare l’entità delle misure di risparmio economico adottate da un campione di musei americani - è emerso che il 35% di essi ha bloccato le assunzioni, il 34% si è affidato soprattutto ai volontari, il 30% ha rinviato la manutenzione degli edifici, il 29% ha sfruttato maggiormente le proprie collezioni per l’organizzazione di mostre; il 12% ha aumentato il prezzo di ingresso; il 40% ha ridotto ulteriormente il budget del 2011 rispetto a quello del 2010, mentre il 29% è stato in grado di aumentare il proprio bilancio. Per contrastare la crisi si cercano anche nuove fonti di finanziamento per i musei: il Guggenheim Museum di New York ha organizzato un’asta di beneficienza grazie alla disponibilità di alcuni artisti contemporanei. Il sistema delle aste non riguarda solo i musei americani, ma anche musei sparsi in altre zone del mondo che, in alcuni casi, sono arrivati a vendere parte delle loro collezioni, come il Museo d’Israele che venderà alcune opere da Sotheby's, a New York. In Italia la situazione è, in generale, difficile ma non omogenea: a casi di musei che versano in condizioni drammatiche, rischiando anche la chiusura, si affiancano istituti museali molto attivi come, per esempio, il Museo Egizio di Torino che si è recentemente rinnovato ed è sempre più all’avanguardia anche dal punto di vista tecnologico (è il primo museo italiano a utilizzare MuseumPlus, il piu' avanzato e sofisticato software attualmente in commercio per la digitalizzazione dei reperti archeologici). Altrove la situazione non è altrettanto felice: in Abruzzo, i musei archeologici Villa Frigerj di Chieti e della Civitella rischiano la chiusura durante i giorni festivi per carenza di personale di custodia; così pure il MAV, il Museo Archeologico Virtuale, in Campania; in Veneto è stato vietato il superamento del 50% dei festivi del personale di vigilanza del Museo di Portogruaro e dei siti archeologici di Concordia Sagittaria. Tale situazione determinerà la chiusura del sito di Concordia per sei domeniche negli ultimi due mesi dell’anno e l’affidamento a ditte esterne del servizio di vigilanza notturno. «Non possiamo che denunciare ancora una volta” – ha dichiarato Edoardo Radolovich – della UIL Cultura – “come la carenza di personale stia, a poco a poco, facendo chiudere molti siti museali. E tutto ciò avviene soprattutto nei giorni festivi quando in maniera indubitabile vi è la maggiore richiesta da parte dell’utenza». Non si può evitare di ritornare sulla questione degli investimenti nella cultura, che varie volte è stata trattata da queste pagine. Se nell’ambito della Sesta Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura “Le Città della Cultura”, svoltasi a Roma dal 22 al 23 settembre scorso, il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha puntato il dito contro la mancanza di investimenti pubblici e privati nel settore culturale, lo scorso 19 ottobre, a conclusione della riunione del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, il Presidente di Commissione, Andrea Carandini, ha parlato della necessità di aprire ai finanziamenti privati: “ (…) il mondo imprenditoriale ha delle idee molto innovative ed interessanti ed è mia intenzione mettere il mondo delle imprese in rapporto con il Consiglio Superiore dei Beni Culturali per cercare di elaborare strategie di politica culturale”. Si spera che questo sia il segnale di un vero cambiamento positivo. Gli sprechi di risorse finanziarie, causati da cattive amministrazioni e da erogazioni a pioggia, sono stati troppi negli ultimi vent’anni e c’è chi vede in questo frangente di crisi un’occasione per rivoluzionare tutto il sistema che fin qui ha retto le sorti del nostro patrimonio culturale, spingendo verso una migliore gestione. Abbiamo già citato il caso di eccellenza del Museo Egizio di Torino, ma si possono menzionare anche altri casi, come la Fondazione dei Musei Senesi che quest’anno ha vinto il Premio Cultura di Gestione organizzato da Federculture per il progetto intitolato “Dal museo diffuso al museo partecipato. Il piano di distrettualizzazione del Sistema museale senese”, elaborato dal direttore generale della Fondazione, Luigi De Corato. Si tratta di un nuovo modello di gestione che punta alla creazione di distretti culturali territoriali, definiti nel rispetto degli ambiti geografici tipici della Provincia di Siena, con l’obiettivo di utilizzare concreti strumenti di sviluppo strategico per l’economia del territorio, utilizzando come leva proprio i beni culturali. Il progetto, attualmente in corso, prevede la messa a sistema del patrimonio museale senese (43 musei) e dei monumenti, delle dimore storiche ed anche delle manifestazioni popolari presenti in ogni area, al fine di creare le condizioni di sinergia con le altre attività economiche e produttive del territorio, a partire dal comparto turistico e agroalimentare per arrivare a quello dell’artigianato e del manifatturiero di qualità, alle nuove tecnologie e alla comunicazione. Il progetto della Fondazione dei Musei Senesi dà un segnale di fiducia a tutto il mondo culturale italiano, segno che l’innovazione e la ricerca potranno portare il nostro Paese fuori da questa crisi senza precedenti. Si potrebbe ricreare, in qualche modo, il cosiddetto “effetto Guggenheim”, termine usato dagli specialisti di economia della cultura per indicare la rinascita di una città o di un territorio grazie ad un investimento intelligente nelle proprie risorse culturali. Bilbao, infatti, capitale dei Paesi Baschi spagnoli, per uscire da una crisi derivata dalla perdita di importanza delle industrie manifatturiere locali, nel 1997 puntò tutto su un museo, investendo 150 milioni di euro nella realizzazione del Museo Guggenheim. Il museo attira ora milioni di turisti ogni anno e contribuisce all'economia del Paese Basco spagnolo con un gettito di 1,57 milioni di euro, generando 45.000 posti di lavoro diretti e indiretti! E tuttora, in piena, crisi economica e finanziaria globale, il museo non ha patito contraccolpi ma, anzi, ha avuto una crescita di quasi il 6%.
Caterina Pisu (ArcheoNews, novembre 2011)     

Musei costretti a chiudere, mostre a dieta

Causa i tagli pubblici e privati, è sempre più difficile tenere aperto, soprattutto nella realtà «minori». E la crisi allontana i giovani e i turisti stranieri

Il Museo della Città di Rimini
Roma. Rischio collasso per i musei italiani. L’esodo dei custodi accelera ed entro quattro anni non basteranno a garantirne l’apertura. Del resto il personale del Mibac (età media 56 anni) va in pensione e diminuisce al ritmo di 800-900 unità all’anno. Gli esodi aumentano mentre le assunzioni, tra tagli e crisi, sono bloccate. Anche i musei comunali soffrono. Per tenere aperte le porte dei musei con i rari custodi per ora si adottano soluzioni «caso per caso»: si chiudono le sale a scacchiera o si rinuncia all’apertura domenicale (lo straordinario festivo costa il 30 per cento in più). Un bollettino che non dà tregua ai turisti da tempo rassegnati a visitare musei a sale dimezzate, spesso senza preavviso. Intanto, dall’inizio di settembre la situazione è parecchio peggiorata. Bloccato domenica e festivi l’Archeologico Nazionale di Chieti, premio «Museo dell’Anno 1985» del Consiglio d’Europa; porte chiuse nei festivi al Museo Nazionale di Sassari e all’Antiquarium di Porto Torres. A Cagliari invece mancano gli addetti alla biglietteria: da settembre si entra gratis alla Pinacoteca e al Museo Archeologico. Decine di  musei e istituti statali culturali sono chiusi in provincia di Brescia, e così il Museo del Papiro a Siracusa, unico nel suo genere con la più ricca collezione di barche di papiro degli antichi laghi africani, oggi inghiottiti dalla sabbia. Gravissima la situazione delle aree archeologiche del Sud, ma il disagio è fortissimo anche in Lombardia: anche il Parco rupestre della Valcamonica (Brescia), un percorso tra boschi e 104 rocce incise tra le più note della Preistoria, sito Unesco, dall’inizio di settembre chiude sabato e domenica: «Un danno alla cultura e all’economia della zona. Abbiamo le mani legate, non possiamo pagare i turni festivi ai custodi. Le nostre risorse sono ridotte a un quinto rispetto a sei anni fa», ha detto la soprintendente Raffaella Poggiani Keller.
Chiusure e orari che mutano senza preavviso, visitatori in balia di siti internet ormai inaffidabili, che indicano aperture fantasma, uffici del Turismo subissati di proteste, anche loro vittime di mancata informazione dai musei.
Altri esempi: è una scommessa visitare i due musei statali di Lucca, Palazzo Mansi e Villa Guinigi, aperti a sorpresa; anche le chiese famose e ricche d’arte sono aperte poche ore al giorno. Conseguenza: un salasso per l’economia turistica locale. Disagi e chiusure a macchia di leopardo anche nei musei veneziani. Le «grandi» Gallerie dell’Accademia (i lavori di ristrutturazione avrebbero dovuto terminare nel 2007 ma sono in ritardo per problemi di fondi) e la Ca’ d’Oro sono diventati «musei a rischio chiusura perché non c’è nessuno che possa garantirne la sorveglianza»: quindi orari ridotti e chiusure improvvise nei festivi. Lo segnala la Uil del Veneto che teme (nel 1997 gli addetti alla sorveglianza per tutto il Paese erano 8.334. oggi sono 7.385) la chiusura di un intero piano o addirittura di tutta la Galleria Franchetti alla Ca’ d’Oro. Non va meglio a Capri: Villa Jovis, mitica residenza di Tiberio, da alcune settimane è chiusa martedì e mercoledì e sono «probabili altri giorni: meglio telefonare», avvertono. La ricca sezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Siracusa è aperta quattro ore la mattina, un po’ più a lungo il mercoledì, ma non sempre: l’unica depositaria delle chiavi è la direttrice del museo Beatrice Basile, la sola autorizzata ad accompagnare i visitatori. Record di proteste di studiosi e turisti sui quotidiani siciliani: sotto accusa l’accesso negato (spesso senza preavviso) ai parchi archeologici di Catania, Piazza Armerina, Agrigento, Siracusa e alla mitica città di Centuripe, vicino ad Enna. Molti siti sono talmente nascosti da erbacce e cespugli da risultare introvabili. È successo al pullman di olandesi che a settembre, dopo aver vagato nelle campagne siciliane armati di mappe, sono ripartiti senza trovare, nella «prateria di sterpaglie» che lo ricopre, il Parco archeologico di Leontinoi (Siracusa). Proprio in quei giorni la stampa locale pubblicava l’annuncio provocatorio: «Cercansi capre per pulitura siti archeologici». Nei fine settimana in Campania e Puglia i visitatori trovano porte sbarrate con cartelli spesso scritti a mano: «Chiuso». È successo a fine agosto, e non è la prima volta, alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis di Palermo. Chiusure improvvise, anche se i custodi siciliani in organico sono un record: 1.300.
In questa situazione drammatica per i musei e per il turismo culturale, è in crisi anche la funzione delle mostre che hanno sorretto, e spesso creato, nuovi flussi turistici soprattutto nelle città «minori»; per anni sono state il vero traino del turismo culturale e degli ingressi nei musei. Un’epoca al tramonto: vengono meno i finanziamenti privati (in particolare delle Fondazioni ex bancarie), Stato ed enti locali sono a secco. A Milano il budget per mostre comunali è sceso da 4 milioni a 800mila euro. Vale per tutti i Comuni, costretti per legge a tagliare i fondi per mostre dell’80%. A Brescia, per esempio, quella di Matisse ai Musei di Santa Giulia (chiusa il 26 giugno, ha avuto  248.862 visitatori, Ndr) sarà l’ultima di una serie che ha trasformato la città in polo del turismo d’arte. A Treviso la Fondazione Cassamarca ha sospeso ogni erogazione alla cultura per il 2012, e non finanzierà altre mostre dopo quella in corso sulla Cina dei Manciù.
In Italia, dunque, le mostre evento da più di un milione di euro saranno sempre più rare, mentre resistono quelle meno costose: se si spendevano 500-600mila euro ora i costi vanno dimezzati, con risparmi drastici su allestimenti, comunicazione e prestiti importanti. Ormai le Soprintendenze si affidano a forme di volontariato interno: c’è il caso di Sabina Ferrari, soprintendente ai Beni architettonici di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, che ha fatto ricorso alle sue doti di provetta rammendatrice. Con ago e filo ha restaurato le bandiere storiche del Risorgimento in mostra a Villa Pisani di Stra (Ve) nelle nuove sale Savoia appena inaugurate. Dalla drastica dieta anoressica si salva ancora una parte del Sud, là dove, come a Catanzaro, ancora esistono fondi europei da spendere per lo sviluppo turistico. La Ue ha appena annunciato che finiranno per tutti nel 2013.
Alcune Soprintendenze cercano di reagire al declino con iniziative poco costose: la Galleria Estense di Modena, per esempio, invece di mostre che non si può permettere, organizza concerti, conferenze, piccole esposizioni di opere restaurate ecc. L’iniziativa ha un certo successo, i visitatori sono aumentati, ma anche qui la Galleria deve chiudere la domenica pomeriggio; in cambio apre qualche ora il lunedì. Soprattutto nelle realtà «minori» si tende a puntare sempre più sulla città, a coinvolgere le persone del posto, a farle sentire protagonistedella cultura locale. E questa è anche una risposta parziale alla pesante situazione del turismo. Dati di ottobre del Ministero per i Beni culturali rivelano un crollo delle presenze straniere in tutti i musei e una drastica trasformazione del pubblico, sempre più anziano. La crisi allontana i giovani.

Il caso dell’Art Institute of Chicago: fuori tutti i volontari bianchi dal museo

Fonte dell'immagine: The Federalist Negli Stati Uniti, presso l’Art Institute of Chicago (AIC) si è aperto un caso che potrebbe essere d...