LE PAGELLE ALL' ARTE SICILIANA
di Paola Nicita
tratto da: La Repubblica - Palermo, 18 aprile 2012
I beni culturali on line della Sicilia navigano a vista: dai
grandi siti archeologici ai musei più piccoli, tutti da osservare,
conoscere, scoprire insieme al modo stesso di essere presentati in quel
mare magno che è la Rete. La cultura nell' era della telematica fa il
suo ingresso dalla porta principale, e le possibilità sono davvero di
grande rilievo: una full immersion attraverso il piccolo schermo del
nostro computer conduce alla finestra globale, e dunque per comprendere
la situazione dei musei siciliani on line, ecco il volume "La
visibilit@ sul web del patrimonio culturale siciliano - Criticità e
prospettive attraverso un survey on - line" di Elisa Bonacini (Giuseppe
Maimone Editore, pagine 308, 20 euro). Dai tanti musei analizzati
sulla base della loro "bacheca" (presenza su Internet, offerta
multimediale, ling sui social network) emergono molte curiositàe una
sorta di pagella sulla capacità di promuoversi sul web: si va dal museo
del Papiro di Siracusa - ampia visibilità on line ma poca attenzionea
dati di fruizione come orari e costi dei biglietti - passando per il
Museo etnoantropologico di Sorrentini a Patti, nato per volontà degli
abitanti del piccolo centro messinese, che ha un sito web semplice ed
elegante ma con poca visibilità. Ancora, nel categoria "Musei misti on
line" troviamo il Museo della lava e dei vulcani (MuLa il suo acronimo)
di Viagrande, Catania, accessibile anche in inglese, un centro
scientifico di primo livello sull' educazione al vulcanesimo e all'
astronomia, che offre straordinari percorsi scientifici
tridimensionali, con le immagini nel suo cinema 3D, proiettati in
fulldome, ovvero sulla superficie curva di una cupola. Altri dati
riguardano invece luoghi più celebri, come il Parco della Valle dei
Templi di Agrigento, il cui sito web è accessibile in inglese e
francese e permette di scaricare brochure in russo, giapponese,
tedesco, spagnolo e cinese, ricco di immagini: il portale si presenta
come una via di mezzo tra uno showcase e una guida, mentre si nota la
mancanza di newslettere presenza sui social network. Il museo
archeologico Salinas, invece, il cui sito è stato realizzato nel 2003
in base ad una progettazione realizzata dal museoe dall' Istituto di
ricerche economiche e sociali, appare superato ed esclusivamente in
italiano: l' autrice auspica che insieme al restauro attualmente in
corso, motivo per cui il museo è chiuso, si ponga mano anche alla parte
on line del Salinas. Altro fiore all' occhiello dei musei cittadini è
Palazzo Abatellis: sito in italiano e inglese, con vari corredi
fotografici, ma anche qui è sottolineata la mancanza di contenuti
multimediali coinvolgenti per i fruitori. La Cappella Palatina e
Palazzo dei Normanni sono accessibili in cinque lingue, schede
descrittive, slide show: ma anche qui vengono bacchettati i
responsabili del sito per la scarsa capacità comunicativa e l' assenza
di collegamenti ai social network. Con survey on-line si intende una
modalità di verifica dei dati attraverso la somministrazione di
questionari a campione: il web come agorà contemporanea risulta un
"luogo" fisicamente non esistente, ma assolutamente attendibile, vera e
propria cartina al tornasole di una fruizione vera, concreta, diretta.
Se il web ha una vita tutto sommato recente - le prime "prove" tra
utenti risalgono ai primi anni Novanta-i tempi più recenti ci dicono
dei passaggi che conducono dal Web 1.0 - quello del modello one-to-many
- al Web 3.0, ovvero il web semantico, passaggio importante che
conduce ad un' organizzazione della conoscenza basata sul
riconoscimento dei concetti e non più delle sole parole, fino al web
4.0, grande piattaforma in grado di ospitare spazi virtuali e
tridimensionali e multi - users, in cui gli utenti possono agire e
interagire.A queste modifiche, si sono più recentemente aggiunte le
piattaforme dei social network come Facebook, Twitter, mentre i
contenuti vengono segnati con "tags", ovvero "etichettati" secondo una
categorizzazione che, vedremo, nel caso della ricerca dei contenuti si
rivela strumento importante per il raggiungimento immediato dell'
oggetto - soggetto del nostro interesse. Questa breve digressione
"tecnica" è necessaria per comprendere le modalità della ricerca
applicata ai beni culturali, e dunque alla comprensione del sistema di
ricerca applicato dagli utenti che si affacciano alla finestra
telematica per sapere quali siano i musei della nostra Isola, dove
siano dislocati, quali tesori custodiscano. Non solo: spesso un viaggio
o una visita in un determinato luogo sono pianificati dagli utenti -
users proprio in relazione ad una pregressa visita virtuale in rete.
Nel volume l' autrice analizza la qualità della comunicazione on line
del patrimonio culturale siciliano, attraverso un survey condotto su 14
portali (tra quelli a tema turistico, culturale, museale,
istituzionale) e con un personale censimento che coinvolge 442 siti di
interesse culturale: la scoperta è la carenza di «forme avanzate della
gestione imprenditoriale e manageriale del sistema culturale dei musei
siciliani». La seconda parte del libro è dedicata a singole schede
dedicate ai musei della Sicilia, che insieme al la scheda "cartacea"
propone un accesso differente ai contenuti, da leggersi attraverso una
guida multimediale accessibile direttamente con il proprio smartphone
tramite appositi Qr codes (Quick responses codes, Codice di pronta
risposta, formato da un codice a barre racchiuso all' interno di un
quadrato nero, ndr); il volume diventa così un medium cartaceo -
multimediale, unendo fruizioni differenti dei dati disponibili. Al di
là di una evidente difficoltà di pianificazione globale e della messa a
sistema del patrimonio museale, oltre che dei singoli musei, il libro
rappresenta l' occasione per scoprire le tante realtà museali
siciliane, e le improvvise rivalse dei piccoli musei, o di alcuni
straordinari musei virtuali, cioè che solamente in rete esistono
rivendicando prepotentemente spazio e visibilità. Si scopre così che
il museo di Gesso, dedicato alla cultura e musica popolare dei
Peloritani, è piccolo ma di grande visibilità, e oltre a custodire una
importante collezione di strumenti e oggetti, restituisce in maniera
digitale e multimediale le originali caratteristiche del museo fisico.
Nella sezione "Video feste", si trova una vera e propria videoteca on
line fruibile, in quella cd-events, una rassegna di cd e videocassette
acquistabili su ordinazione. Del castello di Sperlinga, nell' Ennese,
abbiamo notizie in inglese e francese: un menu ricco di macrosezioni,
sito ricco e multimedialmente attivo, ma ancora poco collegato alle
reti più ampie. Ancora da scoprire e valorizzare, il Paese Museo
Villapriolo e il Treno Museo dell' arte mineraria a Villarosa, in
provincia di Enna, con gallerie fotografiche e visite virtuali, ma i
cui contatti e visibilità sono ancora da incentivare; il Museo Jalari a
Barcellona Pozzo di Gotto, dedicato al contadino analfabeta Filippo
Bentivegna, artista outsider, ha un sito che presta grande attenzione
all' aspetto didattico, una certa attenzione ai contenuti ma anche qui è
sollecitato un più completo contatto coni maggiori portali culturali e
turistici. Esiste solo in rete, invece, il Museo Elettrico virtuale
"La luce" di Nino Vadalà, elettricista messinese che a questo progetto
ha dedicato il tempo della pensione, proponendo immagini, video e
raccolte di ogni materiale elettrico, sezioni dedicate alla
bibliografia, cataloghi e libri, e ancora interruttori, fusibili,
prese, voltometri. Il sito possiede un traslator in nove lingue
(compresi giapponese, catalano, cinese) e un servizio di ranking
statistics per valutare la visibilità del sito web. La collezione vera,
invece, è stata donata da Nino Vadalà ad un luogo concreto. Quale? Il
Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell' Università di Padova; da
ammirare on line, naturalmente.