In un articolo pubblicato da
Rebecca Atkinson su Museum Practice (15/11/2013), si affronta un tema di grande interesse: i musei possono accogliere i bambini di età inferiore ai cinque
anni? Il preconcetto, tuttora duro a morire, è che i musei siano luoghi
polverosi dove non si può fare nulla, dice Jo Graham, fondatrice di Learning unlimited,
un’organizzazione che aiuta i musei e altre istituzioni culturali a creare
servizi visitor-friendly, mostre, programmi ed altre risorse anche per bambini
piccoli", in modo da ottenere relazioni più a lungo termine con i
visitatori e, in particolare, con le famiglie. Il Museum of London lavora con i bambini al di sotto dei
5 anni, dal 2007. Come molti altri musei, il museo londinese si è reso
conto che l'offerta di programmi per bambini al di sotto dei 5 anni, e per i
loro genitori, è una buona occasione per affezionare un pubblico, quello delle
famiglie, che quando entra in un museo cerca attività che si possano svolgere
insieme con i bambini. "E così si anima anche il museo", dice
Claire Haywood, responsabili dei servizi educativi per i più piccoli. "Ci
siamo allontanati dall'idea che i musei non sono luoghi per i bambini piccoli. Dobbiamo raggiungere e coinvolgere tutti”. La speranza è che i bambini che
visitano i musei già in età così giovane, diventino affezionati visitatori dei
musei per tutta la vita, e che poi, a loro volta, vi conducano i propri figli o
addirittura i nipoti. Molti musei pianificano già programmi di visite
regolari per famiglie con bambini. Bisogna far capire che il museo è un luogo
che chiunque può visitare, dove si può imparare, impegnarsi e divertirsi.
Purtroppo c’è ancora la convinzione che
la presenza di bambini piccoli possa disturbare gli altri visitatori. Secondo Jo
Graham, invece, i musei devono essere condivisi da tutti come qualsiasi altro
spazio pubblico, e se un museo è uno spazio pubblico, bisogna trovare un modo
per consentire che questo spazio sia correttamente condiviso.
I musei usano vari tipi di
approccio quando si tratta di lavorare con bambini al di sotto i 5 anni. Alcune
istituzioni, come la Whitechapel Gallery di Londra, pianificano visite o
programmi di attività per i genitori ed i loro figli al di fuori dei normali
orari di visita. Altri, come il Museum of London, fanno in modo che i
visitatori siano informati del fatto che sono in corso visite e attività con
bambini piccoli. Al Museum
of East Anglian Life (Meal), il learning officer Jo Rooks
riserva un settore del museo alle attività con i bambini, in modo che gli altri
utenti lo possano evitare, se vogliono. "Ma non abbiamo mai avuto una
sola lamentela" dice. "Le persone sono felici, invece, di vedere i
bambini che si divertono".
E’ chiaro che lo staff cui sono
affidati questi programmi di intrattenimento, deve essere adeguatamente
preparato anche ad affrontare eventuali imprevisti. Non ci si può aspettare che
i bambini abbiano lo stesso auto-controllo degli adulti sul loro comportamento.
E’ importante, per esempio, che non vi siano spazi in cui i bambini possono
uscire dal controllo a vista degli operatori. Quando i bambini sono stanchi e
si dimostrano più inclini a svolgere giochi in libertà, meglio lasciarli fare.
E’ importante anche assicurarsi che ci sia abbastanza materiale o giochi per
tutti, in quanto i bambini non sanno condividere le cose tra di loro". Una
volta capito come funzionano le loro menti, è possibile costruire attività specifiche
adatte al loro grado di apprendimento.
L'attuale clima di crisi e il
taglio dei bilanci avrà sicuramente un impatto negativo anche su questo tipo di
progetti. Questa è la preoccupazione dei responsabili dei musei inglesi. E
infatti si è già notato che sta diminuendo il numero di programmi per i bambini
piccoli perché visti non come attività principale dei musei. "Ciò è
comprensibile ", dice Joe Graham. Come sempre tutto si basa sulla
passione e l'impegno dei singoli ma è importante capire che se i musei saranno
più amici dei bambini in tutti gli spazi disponibili - dall'ingresso, al caffè, al museum-shop - ci saranno più possibilità che i genitori tornino a visitare
il museo anche individualmente e che così si avvii un rapporto duraturo con l’istituzione.
E in Italia? Da un primo esame sembra che le attività
didattiche siano prevalentemente proposte per la fascia d’età dai 5/6 anni fino
agli 11/12, quindi già in età scolare, ma ci sono anche molti musei che prevedono
programmi per bambini più piccoli (da non confondersi con altri tipi di servizi, come gli spazi nursery), come il Museo Civico di Storia Naturale di
Milano, in cui opera l’Associazione Didattica Museale che svolge attività anche
per bambini di 2-3 anni; e poi ancora, il Museo Diocesano di Milano (3-5 anni),
il Galata-Museo del Mare di Genova (3-5 anni, ma anche 2-3 anni), il Planetario
di Torino (3-5 anni), la Pinacoteca di Forlì (3-5 anni) ed altri ancora.