Su Il Fatto Quotidiano dello scorso 5 novembre, Augusto Sainati, professore universitario e critico cinematografico, ha espresso il suo parere sulla nuova moda di diffondere, attraverso il cinema, occasioni culturali non direttamente legate al cinema, come è il caso di Musei Vaticani 3D, proiettato per un solo giorno lo scorso 4 novembre.
Personalmente non sono del tutto contraria perché se da una parte concordo certamente con Sainati riguardo il fatto che spesso si tratta di realizzazioni che basano il proprio successo quasi esclusivamente sull'impatto emotivo, sulla suggestione delle immagini in 3D e quindi sul confezionamento di un prodotto molto commerciale e limitatamente culturale nel vero senso della parola, dall'altra, però, bisogna considerare che questi documentari hanno il merito di portare nei grandi musei del mondo, persone che nella loro vita probabilmente non vi potranno mai entrare per lontananza fisica o per altri motivi.
Personalmente non sono del tutto contraria perché se da una parte concordo certamente con Sainati riguardo il fatto che spesso si tratta di realizzazioni che basano il proprio successo quasi esclusivamente sull'impatto emotivo, sulla suggestione delle immagini in 3D e quindi sul confezionamento di un prodotto molto commerciale e limitatamente culturale nel vero senso della parola, dall'altra, però, bisogna considerare che questi documentari hanno il merito di portare nei grandi musei del mondo, persone che nella loro vita probabilmente non vi potranno mai entrare per lontananza fisica o per altri motivi.
Se una immagine 3D non produrrà le stesse sensazioni di una visita dei Musei Vaticani dal vero, tuttavia non priviamo le persone della possibilità di sognare. E in questo il cinema e le nuove tecnologie possono essere di grande aiuto.
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