Piccoli Musei: Sistemiamoci! I musei della provincia di Viterbo, ...: Riporto qui il link all'articolo di Francesca Ceci, apparso su La Loggetta nel mese di dicembre 2013.
Un grande premio per un piccolo museo irlandese, ma in Italia ci si dimentica dei piccoli musei
The Little Museum of Dublin ha ottenuto, quest'anno, il David Manley Emerging Entrepreneur Award, premio sponsorizzato dalla Camera di Commercio di Dublino. Il museo, fondato da circa tre anni dallo scrittore Trevor White e dal compositore Simon O'Connor, dispone di una collezione di 5.000 oggetti, tutti frutto di donazioni. Lo scorso anno è stato visitato da 45.000 visitatori e si sta affermando anche a livello internazionale grazie ad una politica particolarmente lungimirante e razionale dei propri fondatori e amministratori, la quale prevede visite guidate ogni ora, lezioni di educazione civica "I love Dublino" per gli scolari delle scuole primarie e post-primarie, una serie di conferenze mensili e l'ingresso gratuito, previsto in alcuni giorni. Il museo, inoltre, incoraggia attivamente i visitatori a raccontare le loro storie, cercando di allacciare uno stretto rapporto con la comunità. Il quotidiano australiano The Sidney Morning Herald ha scritto a proposito di questo museo: "La cosa migliore da fare nel tempo libero, in Europa".
Devo dire che il mio pensiero è corso subito ad alcuni nostri eccellenti piccoli musei, e vorrei qui citare, in rappresentanza di tutti, il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna, fondato e diretto da Giorgio Gallavotti. Lo abbiamo già scritto varie volte su queste pagine: il piccolo Museo del Bottone, conosciuto anche a livello internazionale, ormai un punto di riferimento per gli studiosi e i collezionisti di questo accessorio così comune, ha avuto, nel 2013, oltre 25.000 visitatori, ma il problema è che qui in Italia questi risultati sembrano passare inosservati. Sarebbe bello se ci si accorgesse che la realtà dei piccoli musei è un motore importante per il Paese, prima di tutto perché il 90% dei musei italiani è di piccola e piccolissima dimensione, come ci ripete Giancarlo Dall'Ara, fondatore e presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, e quindi salvaguardare, promuovere e valorizzare i piccoli musei significa amare la nostra cultura e conservarla nella sua interezza per le generazioni future. Ma vorrei anche aggiungere che i riconoscimenti, i premi, le targhe, hanno la loro utilità: servono a incentivare le buone pratiche, a incoraggiare coloro che, spesso senza alcun riscontro economico ma solo per pura passione e per uno straordinario spirito di dedizione, si impegnano quotidianamente per salvare questo patrimonio comune. Ogni tanto non sarebbe sbagliato ricordarsi di loro.
Sime Sitem: un premio all'Italia
Dal blog dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei
Piccoli Musei: Sime Sitem: Un premio all'Italia: Un museo italiano vince il premio al Sime Sitem di Parigi. Nell'ambito della importante manifestazione Sime Sitem la nostra Associazi...
Piccoli Musei: Sime Sitem: Un premio all'Italia: Un museo italiano vince il premio al Sime Sitem di Parigi. Nell'ambito della importante manifestazione Sime Sitem la nostra Associazi...
Tutti insieme appassionatamente…un giorno dedicato ai musei su Twitter: Follow a Museum Day
Torna il Follow a Museum Day, domani 1 febbraio
tutti sintonizzati su twitter con l’hashtag #followamuseum
Basta esserci, usare l’hashtag e
tutti possiamo promuovere il nostro museo preferito, oppure i musei possono
auto-promuoversi, dire qualcosa sulle loro iniziative o sulle loro
collezioni. Domani 1 febbraio sarà l’occasione
giusta per essere tutti insieme su Twitter, non mancate! Soprattutto voi,
piccoli musei, o voi che amate i piccoli musei!
Che cos’è il Follow a Museum Day
L’idea è di Jim Richardson e lo scopo è quello di
favorire la comunicazione dei musei attraverso i social network, in particolare
Twitter. Pensiamo, afferma Richardson, che oltre un milione di persone seguono
i musei su Twitter. Ognuna di queste persone può, a sua volta, attrarre
altri seguaci per il museo solo con il passaparola. Che cosa potrebbe succedere
se qualcuno che non visita i musei da anni, si sentisse improvvisamente
ispirato da Twitter a scrivere qualcosa sui musei? E che cosa potrebbe succedere
se più persone usassero Twitter per raccontare che cosa ne pensano dei musei
che visitano e delle loro mostre? Dati i numeri di Twitter, non è
difficile immaginare che il contagio sarebbe imponente! Con questo stratagemma,
dunque, una iniziativa sociale di grande impatto mediatico, Richardson si
propone di dimostrare che l’utilizzo di Twitter può fare molto bene al mondo
dei musei. Provare per credere!
Musei in video
In attesa di conoscere i
vincitori del concorso Musées (em)portables che quest'anno vede una cospicua
presenza italiana (lasciamo un po' di suspense fino al 29 gennaio), vorrei
sottolineare quanto in questi giorni a livello internazionale il mezzo visivo sia
diventato un argomento di grande interesse. Oltre alla Francia e al suo Musées
(em)portables, anche la rivista specialistica inglese Museum Practice ha
dedicato un intero speciale a questo tema. Il mezzo cinematografico viene usato
spesso in ambito museale e per differenti motivi: per esempio per offrire una
interpretazione di una mostra o di una collezione museale; per creare
esperienze immersive; come esperienza di apprendimento; infine, soprattutto nei
paesi anglosassoni, ciò avviene anche per scopi di marketing o di raccolta
fondi. Grazie al mezzo cinematografico in connubio con l'impiego delle realtà
virtuali e delle realtà aumentate, poi, è possibile riportare alla vita le
antiche civiltà, ricreando esperienze sensoriali che non potrebbero essere ottenute
senza l'impiego di queste tecniche. Il cinema può essere anche un mezzo ideale
per far vivere esperienze di apprendimento soprattutto se si coinvolgono
direttamente i ragazzi (o anche gli adulti) nella realizzazione di video
all’interno del museo. Non sono necessari grandi investimenti: bastano una
piccola telecamera, un cavalletto e un microfono; ma, in ogni caso, i costi di
produzione molto bassi, sostenibili dalla maggior parte delle scuole, sono
ricompensati dal valore di un’esperienza molto costruttiva basata sull'impegno
e sulla creatività. Non è difficile ed è a costo zero creare un canale You Tube
del museo in cui si possono caricare anche i video creati dai propri
visitatori: può essere semplicemente il racconto della propria visita oppure il
museo può suggerire dei temi, per esempio in determinate occasioni che
riguardano o il museo stesso o altri avvenimenti culturali di portata nazionale
o locale, invitando a contribuire, usando liberamente la propria creatività.
Diverso è il caso in cui i musei decidano di investire
in produzioni video create da professionisti per promuovere il museo o una
specifica mostra. Questo può creare timori nei responsabili dei musei perché si
teme che i costi necessari possano non produrre i benefici sperati. Uno dei
problemi è cercare di creare dei video che possano durare nel tempo, ovvero
fare in modo che l’investimento sia anche a lungo termine. Secondo gli esperti,
come regola generale i film creati per il web o proiettati lungo il percorso
espositivo dovrebbero avere una durata ottimale di tre minuti. Apparentemente
si tratta di un tempo molto ridotto in cui può sembrare difficile raccontare
molte cose (ma all'occorrenza si possono creare vari film ciascuno di tre
minuti). In realtà in tre minuti si possono ottenere dei veri e propri mini-fim
(basta andare a visionare i filmati dei musei che hanno partecipato in questi
anni a Musées (em)portables); in secondo luogo, è una buona strategia fare in
modo che il pubblico abbia voglia di saperne di pù; terzo, se è vero che in tre
minuti non si possono raccontare storie complicate, è possibile, però, riuscire
a suscitare emozioni e a stimolare il pensiero degli spettatori in modo
efficace. E questo, forse, è l'aspetto più importante e che rende utile un
investimento di questo tipo.
Dans le yeux de Mona Lisa,
il film vincitore della edizione 2013 di Musées (em)portables.
La nuova caffetteria del Museo Correr
La scorsa primavera il Museo Correr ha inaugurato la sua nuova caffetteria, uno spazio ampio e accogliente che è aperto a tutti, visitatori del museo e clienti esterni. La caffetteria vuole essere il "salotto" di Venezia anche grazie alla sua esclusiva vista sulla Basilica di San Marco, ma, soprattutto, intende diventare un nuovo punto di incontro e di socializzazione per i veneziani e non solo per i numerosi turisti che ogni giorno visitano la meravigliosa città lagunare che tutto il mondo ci invidia.
Le immagini sono tratte dal sito web del Museo Correr
Vedi anche:
http://museumsnewspaper.blogspot.it/2012/11/ancora-sulla-colazione-al-museo.html
http://museumsnewspaper.blogspot.it/2012/11/un-caffe-al-museo.html
Vedi anche:
http://museumsnewspaper.blogspot.it/2012/11/ancora-sulla-colazione-al-museo.html
http://museumsnewspaper.blogspot.it/2012/11/un-caffe-al-museo.html
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