Invadere, fotografare, condividere...un'ottima cosa, ma che si faccia in modo che le iniziative facciano germogliare nuove forme di relazione tra pubblico e musei e non si esauriscano nell'entusiasmo di una sola giornata trascorsa insieme. Facciamo, forse, meno fotografie, ma raccontiamo e condividiamo di più sensazioni, sentimenti, riflessioni!
#smallmuseumtour speciale EXPO Milano 2015
Dal 4 maggio al 3 luglio, salvo eventuali proroghe, si svolgerà una edizione speciale di #smallmuseumtour, l’iniziativa ideata e organizzata dall’Associazione Nazionale Piccoli Musei (APM) per Twitter. Come nelle edizioni “classiche”, anche i tour virtuali dell’edizione speciale si svolgeranno settimanalmente e avranno la durata di un’ora.
Ogni settimana un museo italiano, i cui contenuti sono incentrati sul cibo e l’alimentazione, darà vita con il proprio account, con l’hashtag #smallmuseumtour e con gli account dell’APM, @piccolimusei e @piccolimusei2, ad un dialogo con i followers utilizzando immagini e brevi video, e rispondendo alle domande che saranno loro poste liberamente dagli utenti di Twitter. Oggetto del dialogo saranno le tematiche proposte dai musei, le iniziative e le attività incentrate sul cibo e l’alimentazione.
Oltre ai musei del cibo, dedicati ad alcune eccellenze dei nostri territori o alle produzioni locali, parteciperanno anche alcuni musei archeologici che affronteranno l’argomento in relazione ai periodi più antichi della storia.
L’edizione speciale di #smallmuseumtour ha ottenuto il patrocinio di EXPO Milano 2015 e siamo lieti, pertanto, di poter offrire il nostro contributo all’evento dando voce ad alcuni fra i tantissimi piccoli musei italiani che ogni giorno diffondono la cultura del cibo e dei prodotti agroalimentari di eccellenza del nostro Paese, e a quei musei che raccontano la storia anche attraverso lo studio delle tradizioni e degli usi alimentari di ogni tempo.
Hanno già aderito all’iniziativa i seguenti musei:
- Museo Nazionale “G. A. Sanna”, Sassari
- Poli Museo della Grappa, sedi di Bassano del Grappa e di Schiavon (VI)
- Museo del Balsamico Tradizionale di Spilamberto (MO)
- Museo dell’Olio e della Civiltà Contadina, Tenuta Amari, Castelvetrano (TP)
- Parco Archeologico di Poggio La Croce (SI)
Il 4 maggio inaugureremo l’edizione speciale, alle 15, con un’anteprima in cui presenteremo le modalità di svolgimento dell’iniziativa per coloro che non avessero seguito le prime due edizioni “classiche”. In quella occasione, per gentile concessione di Maurizio Pellegrini, responsabile del Laboratorio Didattica e Promozionale visuale della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, presenteremo anche un video tratto dal documentario “Vinum. Storia del vino nell’Italia antica”, diretto da Maurizio Pellegrini, da cui è stata anche tratta l’immagine ufficiale che rappresenta #smallmuseumtour-speciale EXPO Milano 2105, “I musei, il cibo, l’alimentazione”.
Il primo #smallmuseumtour si svolgerà mercoledì 6 maggio, alle 15, con il Museo Nazionale “G. A. Sanna” di Sassari.
Ogni settimana un museo italiano, i cui contenuti sono incentrati sul cibo e l’alimentazione, darà vita con il proprio account, con l’hashtag #smallmuseumtour e con gli account dell’APM, @piccolimusei e @piccolimusei2, ad un dialogo con i followers utilizzando immagini e brevi video, e rispondendo alle domande che saranno loro poste liberamente dagli utenti di Twitter. Oggetto del dialogo saranno le tematiche proposte dai musei, le iniziative e le attività incentrate sul cibo e l’alimentazione.
Oltre ai musei del cibo, dedicati ad alcune eccellenze dei nostri territori o alle produzioni locali, parteciperanno anche alcuni musei archeologici che affronteranno l’argomento in relazione ai periodi più antichi della storia.
L’edizione speciale di #smallmuseumtour ha ottenuto il patrocinio di EXPO Milano 2015 e siamo lieti, pertanto, di poter offrire il nostro contributo all’evento dando voce ad alcuni fra i tantissimi piccoli musei italiani che ogni giorno diffondono la cultura del cibo e dei prodotti agroalimentari di eccellenza del nostro Paese, e a quei musei che raccontano la storia anche attraverso lo studio delle tradizioni e degli usi alimentari di ogni tempo.
Hanno già aderito all’iniziativa i seguenti musei:
- Museo Nazionale “G. A. Sanna”, Sassari
- Poli Museo della Grappa, sedi di Bassano del Grappa e di Schiavon (VI)
- Museo del Balsamico Tradizionale di Spilamberto (MO)
- Museo dell’Olio e della Civiltà Contadina, Tenuta Amari, Castelvetrano (TP)
- Parco Archeologico di Poggio La Croce (SI)
Il 4 maggio inaugureremo l’edizione speciale, alle 15, con un’anteprima in cui presenteremo le modalità di svolgimento dell’iniziativa per coloro che non avessero seguito le prime due edizioni “classiche”. In quella occasione, per gentile concessione di Maurizio Pellegrini, responsabile del Laboratorio Didattica e Promozionale visuale della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, presenteremo anche un video tratto dal documentario “Vinum. Storia del vino nell’Italia antica”, diretto da Maurizio Pellegrini, da cui è stata anche tratta l’immagine ufficiale che rappresenta #smallmuseumtour-speciale EXPO Milano 2105, “I musei, il cibo, l’alimentazione”.
Il primo #smallmuseumtour si svolgerà mercoledì 6 maggio, alle 15, con il Museo Nazionale “G. A. Sanna” di Sassari.
SIME SITEM, ventesima edizione nel 2016
La fiera internazionale per i musei, i luoghi della cultura ed il turismo, che si svolge annualmente a Parigi, cambia logo e location puntando ancora di più sul marketing del turismo
La nuova location sarà Les docks, cité de la mode et du design, sempre a Parigi. Ogni anno sono presenti alla manifestazione anche varie società italiane.
SIME SITEM, la fiera
internazionale delle tecniche museografiche, creato dall'OCIM (Office de
Coopération et d'Information Muséographiques) a Dijon sotto l’egida del
Ministère de l'Education Nationale, quest’anno, giunto alla sua ventesima
edizione, cambia sia la location (non più, dunque, il Carrousel du Louvre) che
il logo! Le date di svolgimento sono state anticipate, rispetto al solito, al
12-14 gennaio. Dal prossimo anno si evidenzierà maggiormente lo stretto legame che
unisce i luoghi culturali con le scienze del turismo. Oggi è sempre più chiaro
che qualsiasi luogo culturale è anche un’attrazione turistica. Inoltre, aumentare
il numero di visitatori è diventata una necessità vitale, date le scarse
risorse finanziarie oggi a disposizione di chi opera nel settore della cultura
e del turismo. Pertanto, approfondire le tematiche che sono legate a questi
aspetti è stato un passo avanti necessario per il SITEM che è diventata la
fiera internazionale per i musei, i luoghi di cultura e il turismo.
Questo è il nuovo logo della manifestazione:
I musei e la "modernità liquida" di Zygmunt Bauman
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Zygmunt Bauman |
Il sociologo Zygmunt Bauman propone questa spiegazione, considerando che tra il museo di tipo tradizionale e lo spirito del nostro tempo esiste un contrasto insanabile: il museo propone le cose come eterne in una società, la nostra, che ha fatto del momentaneo e dell'effimero la sua bandiera. Per Bauman, allora, "(...) Nella nostra epoca di modernità liquida in cui l'eroe popolare è l'individuo libero di fluttuare senza intralci, l'essere "fissati", "identificati" inflessibilmente e senza possibilità di ripensamento, diventa sempre più impopolare". Un simile individuo non potrà certo sentirsi in alcun modo rappresentato da un'istituzione che ha l'ambizione di classificare, ritrovare radici, costruire certezze. Mentre il museo non troverà facilmente una collocazione in una società in cui vengono meno tutti gli schemi di riferimento fondati sulla loro durata nel tempo, in cui sembra mancare ogni garanzia assicurata dall'impegno e dall'attesa. Conservare per il futuro presuppone un tempo lineare e finalizzato. Nella modernità liquida, siamo di fronte alla "frammentazione del tempo in episodi, ciascuno separato dal suo passato e dal suo futuro, ciascuno chiuso e concluso. Il tempo non è più un fiume, ma un insieme di pozzanghere e piscine".
Tratto da "Immaginare il museo. Riflessioni sulla didattica e il pubblico" a cura di M. T. Balboni Brizza, Milano 2007, cap. III, p. 44.
#MuseumWeek raccontata da Ilenia Atzori
Alcune riflessioni sulla #MuseumWeek di Ilenia Atzori, coordinatrice regionale Sardegna dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, che durante la manifestazione internazionale ha twittato per l'APM con l'account @piccolimusei2, risultando essere uno tra i più attivi e menzionati.
https://virtualwunderkammer.wordpress.com/2015/04/08/alcune-riflessioni-sulla-museumweek/
Buona lettura!
Piccoli musei e #MuseumWeek: un modello di comunicazione attiva e interattiva
Alcune considerazioni a margine della manifestazione internazionale che ha riunito su Twitter 2800 musei di tutto il mondo
di Caterina Pisu
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1- Analisi grafica de La Magnetica inerente l'attività dei musei italiani durante la #MuseumWeek 2015 |
A circa dieci giorni dalla conclusione
di #MuseumWeek 2015 mi sembra opportuno tirare le somme di questo importante
avvenimento social che, come è stato ampiamente divulgato da molti specialisti
e da vari organi di informazione, è molto cresciuta rispetto alla prima
edizione del 2014, coinvolgendo più di 2800 musei di 77 Paesi. Ben 259 delle
adesioni sono arrivate dall’Italia, numero quadruplicato rispetto al 2014. Già
dopo la prima edizione di #MuseumWeek si era avvertito un aumento di interesse
da parte dei musei italiani per la comunicazione 2.0 e i dati di quest’anno ne
sono stati la conferma. Si è trattato di una presenza non solo numericamente
rilevante ma, in molti casi, anche molto incisiva. I dati diffusi dagli
organizzatori di #MuseumWeek nel corso della manifestazione hanno evidenziato i
dieci musei che hanno twittato, ritwittato e replicato di più (fig. 2); tra questi sono
presenti quattro musei italiani: al primo posto l’Area archeologica di
Massaciuccoli Romana, al secondo l’Antiquarium di Porto Torres, all’ottavo il
Museo dell’Orologio di Bergallo, al decimo il Museo Archeologico del Distretto
Minerario di Rio nell’Elba. L’Associazione Nazionale Piccoli Musei / APM – che
lo scorso anno era tra le prime tre istituzioni culturali più attive della
manifestazione – quest’anno, con lo sdoppiamento dell’account in @piccolimusei
e @piccolimusei2, ha svolto ugualmente un ruolo rilevante, soprattutto di impulso
al dialogo, risultando essere anche tra gli account più menzionati (http://www.socialmeteranalysis.it/museum-week-2015-twitter-contagia-i-musei/)
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2 - I dieci musei più attivi durante la #MuseumWeek (dal sito http://museumweek2015.org/en/twitter-space/) |
E’ interessante notare che tre
dei quattro musei della “top ten”, Area archeologica di Massaciuccoli,
Antiquarium di Porto Torres e Museo Archeologico del Distretto Minerario di Rionell’Elba, insieme ad altri musei molto produttivi durante la settimana dei
musei su Twitter o a quelli che comunque hanno fatto sentire la propria presenza (tanti i musei che hanno interagito tra loro e con l'APM: il Museo della Fondazione Querini di Venezia, il Museoarcheologico virtuale di Ercolano/MAV il Museo Civico di Fucecchio, il Museodelle Palafitte di Fiavè, il Museo Civico di Maglie, il Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi/MuMeLoc, il Museo della Centuriazione Romana, il Museo della Bora, il Museo del Carbone, il Museo Ceriodi Capri, il Museo dei Tasso e della Storia Postale, il Museo della Ceramica di Montelupo, il Museo di Villa Bighi, il Castello Cavour di Santena, il Museo “G.Filangieri”) sono stati protagonisti delle due edizioni di #smallmuseumtour,
una iniziativa ideata lo scorso anno dall’APM per Twitter e che ha avuto, tra i
suoi migliori risultati, quello di aver dato vita ad una comunità virtuale di musei, di professionisti museali, di
specialisti e di followers, tuttora molto dinamica. Il Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna”, Poli Museo della Grappa e il Parcoarcheologico di Poggio La Croce, che non hanno ancora
partecipato a #smallmuseumtour ma che saranno tre dei musei presenti nelle prossime
edizioni, sono già ben inseriti sin da ora in questa comunità. Infine, è
proseguita l’interazione anche con altri musei che seguono i nostri account pur
non avendo ancora preso parte direttamente ad iniziative collegate con l’APM:
tra questi il Museo dell’Orologio di Bergallo, il Museo Etno Antropologico e dell'Emigrazione Valguarnerese, il Museo Civico di Belriguardo, il Museo CarloZauli, il Museo Civico di Belluno, il Museo Etrusco di Populonia, il Museo Tattile di Varese, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah/MEIS, il Museo d'Arte e Scienza di Gottfried Matthaes, il Parco Rupestre Lama D'Antico e il Palazzo Civico delle Arti di Agropoli, per citarne solo alcuni.
In occasione di #MuseumWeek,
dunque, non è stato necessario concordare alcuna strategia comune. Il dialogo
tra i musei si è attivato spontaneamente grazie all’esistenza di questa “rete”
virtuale già consolidata. L’APM si è posta come obiettivo quello di essere
parte attiva del dialogo utilizzando da un lato l’immissione di contenuti propri,
dall’altro il rilancio di quelli prodotti dai musei. In una manifestazione come
#MuseumWeek, di lunga durata e che ha visto coinvolti più di 76.000 utenti con
un flusso di circa 270.000 tweet, ottenere visibilità era importante. Sui
social network è necessario non solo postare contenuti ma anche interagire. Questa
forma di comunicazione ha un senso se è bidirezionale/multidirezionale o si
rischia di trasferire sui social lo stesso “modello
gestionale autoritario” che impedisce
la “comunicazione e l’interazione
culturale e sociale” e soprattutto la “partecipazione
collettiva alla produzione di valore culturale” (Elisa Bonacini, v. http://piccolimusei.blogspot.it/2013/11/il-museo-partecipativo-sintesi-della.html).
Pertanto, a mio parere e alla
luce di queste considerazioni, il tipo di comunicazione adottato dai piccoli
musei italiani è stato ben concepito in quanto ha favorito il dialogo
museo/museo e museo/followers, ha rafforzato la comunità virtuale preesistente
e l’ha ampliata includendo nuovi musei, quali il Sistema museale di Ugento, il
Museo Civico del Setificio Monti e il Museo della Vita contadina Cjase Cocèl. Intensa,
come si è detto, anche la partecipazione di molti followers, per la gran parte
specialisti/cultori della materia o comunque persone attive in ambito culturale
e in particolare nel settore dei musei, come Valerio Deidda (@ArT9it), Massimiliano Zane (@mz_arte), Luisa Moser (@MoserLluisa),
Leontina Sorrentino (@LeontinaDAB), Daniele Cei (@danielecei), Rossella
Luciano (@Rossella_l2014), Veronica Ramos (@ramosveronica86), Concetta
Lapomarda (@conclapo), Valentina Caffieri (@ValenCaffieri), Anna Marras (@annamao), Marta Coccoluto (@MartaCoccoluto), Maria Stella Bottai
(@Stellissa), Marzia Dentone (@MarziaDentone), Silvia Andreozzi e Monica Palmeri (fondatrice e caporedattore di
Zebrart.it: @silviaandreozz1, @MonicaPalmeri, @zebrartit).
Si è detto che tantissimi sono
stati i tweet e le repliche, numerosissimi anche i retweet, una funzione
affatto banale di Twitter e quanto mai necessaria in una manifestazione come
#MuseumWeek in cui si voleva da una parte “amplificare” la portata di un tweet
e dall’altra mantenere tutta la propria rete unita e partecipe del dialogo in
corso. La visibilità ottenuta è stata ricambiata dall’attenzione di nuovi
followers che si sono aggiunti alla rete già esistente. E’ stato importante anche
mantenere costante il flusso di tweet e retweet; ciò ha comportato un impegno
notevole, dovendo coprire fino a 14 ore giornaliere. Contenuti, dialoghi
informali, immagini e attività varie sono stati distribuiti in questo lungo
arco di tempo, mantenendo sempre alto il livello di interesse generale, piacevole
e mai noiosa la conversazione, a tratti divertente come è giusto che sia in un
evento con le caratteristiche di #MuseumWeek e come dimostra, in effetti, il
gradimento manifestato più volte dai followers. I musei hanno dato di sé una
nuova immagine, più vicina alle persone, più dialogante e quindi meno
“ingessata” nel ruolo istituzionale.
E’ importante rilevare che il
vantaggio dei piccoli musei rispetto alle grandi istituzioni museali (le quali
spesso affidano la comunicazione alle società in house), è che la gestione dei
social media in molti casi è operata direttamente dallo staff dei musei senza
alcun tipo di mediazione esterna. Ciò determina una comunicazione più libera,
colloquiale e più immediata nell’interazione. Quest’anno si può affermare che
sia stato raggiunto un risultato eccezionale, quindi, non solo in termini di
partecipazione ma soprattutto per il grande cambiamento che in particolare i
piccoli musei stanno operando per aprirsi all’esterno e per essere luoghi di
produzione culturale e di fruizione attiva e interattiva.
L’aspetto che si cercherà di
migliorare riguarda la partecipazione del pubblico più lontano dal mondo dei
musei: si tratta di una sfida non facile ma che i piccoli musei sono in grado
di affrontare con le giuste strategie, iniziando, per esempio, da un maggior
uso dei social nei rapporti con le scuole. Le prime sperimentazioni di questo
tipo sono già state fatte per esempio dal Museo Civico di Maglie nel corso di
#MuseumSchool.
Tenendo conto della grande apertura dei musei nei
confronti della comunicazione social, come ha dimostrato l’edizione 2015 di
#MuseumWeek, le prospettive per il futuro sono senza dubbio molto promettenti.
Di seguito, una selezione di tweet postati durante la #MuseumWeek appena conclusa:
Di seguito, una selezione di tweet postati durante la #MuseumWeek appena conclusa:
I piccoli musei italiani campioni della #MuseumWeek
Continua la "maratona" internazionale dei musei su Twitter con la manifestazione #MuseumWeek. Finora ben 153,597 i tweets e 336,090 i retweets, molto più dell'edizione dello scorso anno, ma la novità è data soprattutto dalla presenza italiana nella top ten di questi primi cinque giorni della settimana, piccoli musei che si sono affiancati alle grandi istituzioni museali del mondo:
dal Museo Archeologico di Porto Torres al Museo e Area archeologica di Massaciuccoli Romana, dal Museo Bergallo al Museo Archeologico di Rio Elba. In questa settimana anche l'Associazione Nazionale Piccoli Musei si è mostrata molto attiva con i suoi due account @piccolimusei (Caterina Pisu) e @piccolimusei2 (Ilenia Atzori), entrando spesso nella top ten. Tanti altri musei "piccoli" si sono distinti per la grande partecipazione a #MuseumWeek in questi giorni.
I numeri dimostrano il grande cambiamento del mondo dei piccoli musei italiani in questi ultimi due anni: sempre più comunicativi e presenti sui social con tematiche interessanti, molto impegnati nella didattica e in molte attività che implicano uno stretto rapporto con il pubblico sia reale che virtuale.
Ieri Twitter, in occasione della giornata dedicata a #familyMW è stato invaso da migliaia di tweet sulle attività didattiche dei musei e sulle manifestazioni speciali da questi organizzate a favore delle famiglie.
Domani e dopodomani le ultime due giornate della #MuseumWeek, da non perdere per chi non avesse ancora seguito la manifestazione.
Countdown per #MuseumWeek 2015: da lunedì via ai cinguettii!
Ancora pochissimi giorni e avrà inizio MuseumWeek 2015. Da lunedì 23 fino al 29 marzo 2015, avremo sette giorni da vivere in total immersion in uno spazio virtuale, quello di Twitter, in cui confrontarci, discutere, dialogare e anche giocare e divertirci con i professionisti museali, gli specialisti, i comunicatori e gli appassionati.
Questo è il sito web ufficiale della manifestazione: http://museumweek2015.org/en/
L'account Twitter è https://twitter.com/MuseumWeek
L'Associazione Nazionale Piccoli Musei sarà presente con i suoi due account: @piccolimusei (Caterina Pisu) e @piccolimusei2 (Ilenia Atzori). Il nostro compito sarà quello di dare sostegno ai piccoli musei che parteciperanno a #MuseumWeek, rilanciare i loro tweet e cercare di animare le giornate della #MuseumWeek dei piccoli musei italiani!
I musei che non si fossero ancora iscritti possono farlo da qui.
I musei che non si fossero ancora iscritti possono farlo da qui.
Ricordo che nei giorni feriali i vari temi incoraggeranno la comunicazione online, mentre nel week-end si darà maggiore risalto alla partecipazione attiva dei visitatori. Ogni giorno i cinguettii si scateneranno su temi differenti, ecco l'elenco completo:
Lunedì 23 marzo
#secretsMW
Lunedì fate scoprire al pubblico la vita quotidiana delle vostre istituzioni, il “dietro le quinte” e magari anche qualche segreto ben custodito.
Martedì 24 marzo
#souvenirsMW
Martedì invitate il vostro pubblico a condividere i ricordi che hanno di una loro visita al museo, ad esempio attraverso un oggetto (foto, magnete, mug, libro, cartolina) o un incontro o un momento che ha lasciato il segno. Per i bookshop interni sarà l’occasione ideale per presentare i propri prodotti di punta.
Mercoledì 25 marzo
#architectureMW
Mercoledì raccontate la storia del vostro edificio, dei suoi giardini, del suo quartiere e dei suoi luoghi emblematici. Un modo per presentare la vostra istituzione da un’altra prospettiva.
Giovedì 26 marzo
#inspirationMW
Giovedì invitate il pubblico a catturare, intorno a sé, dei contenuti correlati alle specializzazioni delle vostre istituzioni! L'arte, la scienza, la storia, l’etnografia... sono dappertutto intorno a noi. E con gli smartphone ormai tutti noi possiamo inventare e creare.
Venerdì 27 marzo
#familyMW
Venerdì presentate al pubblico tutto ci che offre la vostra istituzione per rendere una visita in famiglia o con la scuola un’esperienza indimenticabile: in loco (contenuti online, aree dedicate, audioguide, laboratori, visite guidate…) o online (materiale didattico, opuscoli, giochi). E incoraggiate il pubblico a condividere la sua esperienza.
Sabato 28 marzo
#favMW
Sabato sarà il giorno dei colpi di fulmine! Incoraggiate i visitatori a condividere - con una foto, un video o un Vine - ci che hanno amato di più del museo. Approfittatene per mettere in evidenza i fiori all’occhiello delle vostre istituzioni (opere, dispositivi, spazi…) e utilizzate Twitter come strumento per orientare la visita!
Domenica 29 marzo
#poseMW
Domenica invitate i vostri visitatori a considerare il museo come un set e a mettersi al centro della scena. Pose, memi, selfie, … lasciate che il pubblico occupi lo spazio a modo suo. Stimolate la partecipazione con l’aiuto del personale dell’istituzione!
Domenica invitate i vostri visitatori a considerare il museo come un set e a mettersi al centro della scena. Pose, memi, selfie, … lasciate che il pubblico occupi lo spazio a modo suo. Stimolate la partecipazione con l’aiuto del personale dell’istituzione!
Musei accoglienti verso i disabili
Uno sguardo oltreoceano: dal Met ai piccoli musei del North Carolina e della Florida
Di seguito riporto la traduzione di un articolo pubblicato nell'ottobre del 2013 sul New York Times. E' interessante scoprire che l'attenzione per i visitatori disabili per alcuni musei americani è una tradizione che dura ormai da un secolo. Inoltre non solo i grandi musei, ma anche i piccoli musei sono attenti a rivolgersi a tutto il pubblico, sia ai disabili che possono recarsi in visita al museo ma anche a coloro che non possono farlo, raggiungendoli con attività di outreach.
In un recente venerdì sera, il
Metropolitan Museum of Art di New York ha organizzato la sua prima mostra
pubblica di opere originali create nell’ambito del progetto «Seeing ThroughDrawing». I partecipanti, tutti ciechi o ipovedenti, hanno creato le opere
ispirandosi agli oggetti della collezione del museo che sono stati descritti
loro da istruttori vedenti e che sono anche stati autorizzati a toccare.
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Annie Leist, left, a volunteer at Boston’s Museum of Fine Arts, guides Mercedes Austin, 17. (Photo Bryce Vickmark for The New York Times) |
In un’altra galleria, un tour nel
linguaggio dei segni è stato seguito da un gruppo di visitatori non udenti. E
in certi venerdì, le nuove “installazioni multisensoriali” accolgono tutti i
visitatori, compresi quelli con vari tipi di disabilità – per sperimentare le
mostre attraverso l’olfatto, il tatto, la musica, le immagini verbali o la
descrizione degli oggetti da parte di persone con disabilità visiva.
Il Met ha una lunga storia di
attenzione e cura verso le persone con disabilità ", ha detto Rebecca
McGinnis, che supervisiona i programmi di accesso e di comunità. Già nel 1908,
il museo forniva una "sedia a rotelle" alle persone con problemi di
mobilità, e nel 1913 teneva lezioni per i bambini non vedenti delle scuole
pubbliche.
Oggi il Met organizza programmi per persone con disabilità quasi
ogni giorno.
Non solo il Met, ma in generale
sono in notevole aumento i musei che si sforzano di orientare i propri
programmi culturali verso questa direzione. Nel 2010, circa 56,7 milioni di
persone, ovvero il 18,7 per cento della popolazione, è stata colpita da
disabilità di gravità variabile, secondo il Census Bureau. E il numero di
disabili americani dovrebbe aumentare nei prossimi anni a causa dell'invecchiamento
della popolazione e quindi della maggiore longevità, cui si deve aggiungere un
certo numero di casi con difficoltà nell’apprendimento – è stato specificato
dall'organizzazione di Open Doors, un gruppo no-profit di Chicago al servizio
delle persone disabili.
"Anche i progettisti dei
musei usano grande fantasia, molto più di quanto richiesto dalla normativa, e realizzano
cose notevoli", ha detto Lex Frieden, professore presso l'Università del
Texas Health Science Center di Houston e direttore di uno dei centri regionali che
favorisce la conformità dei progetti con l'Americans with Disabilities Act del
1990.
Frieden, che nel 1967 ha subito
una lesione al midollo spinale dopo un incidente stradale che lo ha reso
tetraplegico, ha detto che i musei si sono assunti l’impegno a favorire
l'accessibilità dei disabili ancora prima della legge americana del 1990 e della
legislazione federale. “La Smithsonian Institution è da tempo leader nel
settore; le sue linee guida per l’accessibilità degli allestimenti museali sono
utilizzate a livello globale” - ha affermato Frieden.
“I primi espedienti per far superare
le barriere della disabilità agli ipovedenti sono stati gli specchi sul
soffitto, gli schermi video a varie altezze e l’abbassamento dei piedistalli per
favorire una migliore visione per tutti gli utenti, compresi gli utenti su
sedia a rotelle” - ha detto Beth Ziebarth, direttore dei programmi di
accessibilità dello Smithsonian. Ma l’innovazione continua. Un nuovo programma
permette alle famiglie con bambini autistici e altre disabilità cognitive di
arrivare prima degli orari di apertura e di ricevere i materiali in anticipo
per prendere confidenza con l'edificio e le mostre.
Lo scorso anno, grazie ad una
iniziativa di crowdsourcing, la Smithsonian ha invitato i visitatori a fornire
descrizioni audio su dispositivi mobili dei circa 137 milioni di oggetti della
sua collezione - un esempio di come le misure adottate in primo luogo per
aiutare le persone con disabilità spesso permettono a tutto il pubblico di
ottenere dei benefici.
Il Museum of Fine Arts di Boston,
per esempio, quando pochi anni fa ha aperto l’ala “Art of Americas”, ha adottato
un approccio universale, per disabili e non disabili, nella sua guida
multimediale mobile. Hannah Goodwin, il manager per l’accessibilità, ha spiegato
che, in tal modo, se una persona con disabilità della vista o dell'udito è in
visita al museo con un amico non disabile "entrambi utilizzano gli stessi
dispositivi e accedono agli stessi contenuti".
A Manhattan, il Whitney Museum of American Art ha
recentemente introdotto il Vlog Project (Whitney Video Blogs), i cui video sono
registrati da collaboratori sordi nella lingua dei segni americana. Ma dal
momento che sono anche sottotitolati in inglese, i Vlogs sono diventati
popolari anche tra le persone senza disabilità uditive.
"C’è un nuovo mondo
coraggioso là fuori", ha affermato Larry Goldberg, direttore del National Center for Accessible Media, un dipartimento di ricerca e sviluppo del
Public Broadcasting di Boston. "Ora ci sono molte nuove tecnologie e anche
i musei ne stanno approfittando."
Per esempio, l'Art Institute diChicago prevede di sperimentare con la stampa 3-D la riproduzione di opere
d'arte e di permettere ai visitatori, come quelli affetti da Alzheimer, di
esplorare la consistenza, le dimensioni e altri elementi sensoriali degli
oggetti con strumenti che prima non sarebbero stati possibili.
Le applicazioni mobili del Guggenheim
include sottotitoli per i video; possibilità di ingrandire il testo, descrizioni
sonore del tour e tecnologie avanzate di screen-reader che consentono la
navigazione completa attraverso il tatto e la descrizione vocale in ogni parte
dello schermo.
Nei musei stanno arrivando anche
servizi di navigazione interna – ha spiegato Goldberg - che sono l'ideale per
le persone con disabilità visive. Ad esempio, il software ByteLight traduce i
segnali di localizzazione dalle luci a LED modificate alle smartphone apps per
aiutare i visitatori a interpretare le mostre o navigare all'interno del museo.
Il Museo della Scienza di Boston
prevede di ampliare la sua sperimentazione nell’ambito della tecnologia
ByteLight nei prossimi mesi. "Come tecnologia di localizzazione interna è
la più promettente", ha detto Marc Check, il direttore del museo di
informazioni e tecnologia interattiva. "Le tecnologie come il GPS, invece,
sono efficaci al di fuori, ma molto meno precise all’interno."
Il museo sta anche sperimentando
la tecnologia touch-screen interattiva. Ha costruito un grande tavolo touch
screen, come un iPad gigante, che permetterà alle persone con disabilità visive
e motorie di accedere ai contenuti con movimenti di scorrimenti o semplici
gesti. Un prototipo, ha spiegato Marc Check, dovrebbe essere collocato in una
mostra nei prossimi mesi.
Anche i musei più piccoli offrono
servizi per i disabili. In estate il Norton Museum of Art di West Palm Beach,
in Florida, in accordo con le strutture locali per la cura delle malattie
mentali, ha dato vita ad un programma per adulti con problemi per l’abuso di sostanze
o per deficit mentali. Il North Carolina Museum of Art di Raleigh ha
recentemente acquisito nove sculture in bronzo di Rodin per le visite
sensoriali. Il Samuel P. Harn Museum of Art presso l'Università della Florida
conduce programmi off-site per i residenti delle case di cura e per gli ospiti
dei centri anziai che non possono muoversi per visitare il museo.
La direzione per lo scambio tra Arte e Disabilità presso il John F. Kennedy Center for Performing Arts di
Washington, DC, assiste nell’allestimento di mostre o varie performances nei
musei o in altri luoghi di cultura, consigliando, per esempio, sistemi di
ascolto assistito o rappresentazioni sensoriali. Quando, diversi anni fa, Eric
Lipp, direttore esecutivo di Open Doors, ha deciso di migliorare
l'accessibilità alle istituzioni culturali di Chicago attraverso il suo
"Inclusive Art and Culture Program" diversi anni fa, si è rivolto al
John F. Kennedy Center.
Da allora, la compagnia teatrale Steppenwolf di Chicago ha migliorato i suoi servizi e i programmi di outreach.
Le descrizioni audio dal vivo e le traduzioni nel linguaggio dei segni durante
le rappresentazioni sono migliorate in qualità e sono state offerte durante un
maggior numero di performances. Sono stati introdotti nuovi servizi, come
visite guidate tattili che consentono agli ospiti non vedenti e ipovedenti di
salire sul palco, prima dello spettacolo per familiarizzare con l’ambiente.
"Lo Steppenwolf e tutti gli altri intendono
continuare così e andare anche oltre” - ha dichiarato Eric Lipp, che è parzialmente
paralizzato. "E lo fanno con nessun altra finalità se non quella di
produrre dei benefici per la società".
Tanya Mohn
The New York Times,
Ringrazio l'amica e collega Ilenia Atzori che mi suggerito la lettura di questo articolo.
Sceneggiare i musei: esercizi di creatività
I video vincitori della quarta edizione del festival Musèes (em)portables
di Caterina Pisu
Lo scorso 4 febbraio presso lo
spazio espositivo del Carrousel du Louvre, a Parigi, è avvenuta la premiazione
degli short film che hanno partecipato alla quarta edizione di Musées(em)portables, il festival ideato dalla società Museumexperts, presieduta da Jean-François
Grunfeld.
L’idea di base è quella di trasmettere un’emozione, un messaggio, una semplice riflessione, nello spazio di tre minuti di un video realizzato in un museo o avente come filo conduttore un tema legato ai musei. Bisogna riconoscere che in questi tre anni sono stati presentati anche dei veri e propri mini-film, con delle belle immagini e sceneggiature, anche quando erano realizzati da non professionisti o dagli studenti delle scuole (per i quali è previsto un apposito premio).
L’idea di base è quella di trasmettere un’emozione, un messaggio, una semplice riflessione, nello spazio di tre minuti di un video realizzato in un museo o avente come filo conduttore un tema legato ai musei. Bisogna riconoscere che in questi tre anni sono stati presentati anche dei veri e propri mini-film, con delle belle immagini e sceneggiature, anche quando erano realizzati da non professionisti o dagli studenti delle scuole (per i quali è previsto un apposito premio).
Da due anni faccio parte della commissione giudicatrice in rappresentanza dell’ Associazione Nazionale Piccoli Musei, unica giurata non francese, il che mi rende particolarmente orgogliosa, soprattutto quando mi capita di consegnare un premio a un mini-film italiano come è successo l’anno scorso con “Vesuvius making of” di Raffaele Gentiluomo, MAV-MuseoArcheologico Virtuale di Ercolano (ma non dimentico anche gli altri video italiani che sono stati preselezionati, come “La vita è un pendolo che oscilla tra dolore e noia” di Maria Grazia Mangiullo, Museo Cavoti di Galatina, ma anche quello dei ragazzi del Liceo “Michele Laporta” che hanno presentato un video realizzato da Simona Cataldo, “Entre histoire et modernité”, sempre nel Museo Cavoti di Galatina).
Quest’anno, purtroppo, non ho
avuto questo piacere perché non sono pervenuti video dall’Italia, ma posso dire
che la qualità generale dei film è stata davvero molto alta. Insieme agli altri
membri della giuria di Musées (em)portables,
abbiamo selezionato tre film, ma sarebbe stato giusto assegnare qualche altro
premio perché altri si sono dimostrati meritevoli.
Il film che ha ottenuto il Grand
Prix è “heART” di Marine Dupe, realizzato nel Bristish Museum. Un bel
connubio di immagini e parole in cui la visitatrice ci comunica le sue riflessioni,
le sue domande, le sue curiosità. Il video inizia con la ragazza che dice che le
piace togliere gli occhiali quando è nel museo, "così la bellezza si raddoppia" (problemi di vista, a quanto pare!).
Poi si chiede come è possibile passare delle ore nel museo quando non si può
stare fermi in un posto per più di venti minuti: "senz'altro per avere l'aria di
essere intelligenti". Prova a leggere tutti i pannelli che nessuno legge mai. È
sicura che per solidarietà gli autori di questi pannelli leggono quelli scritti
dai loro colleghi in altri musei. “La gente preferisce le audio-guide.” –
afferma la ragazza – “E’ come se gli stessero raccontando una storia
all'orecchio”. La ragazza si preoccupa anche degli aspetti pratici legati al
museo, soprattutto quando passa di fronte alla vetrina di libri antichi; forse
le stesse domande che tutti noi ci poniamo quando visitiamo un museo: - “Chi fa
le pulizie? Ci vuole un diploma speciale per spolverare le opere?”. "I musei sono
meglio dei siti d’incontro", pensa tra sé e sé. Il British Museum è uno dei più
grandi musei del mondo, è enorme, come trovare qualcosa che non si sa cosa sia?
"Sì, trovare un'opera è facile, basta utilizzare una piantina, come una caccia
al tesoro, ma il British ha sei milioni di oggetti. Tutti vanno a vedere le
stesse cose, soprattutto le cose già viste in foto. La maggior parte della gente
viene al museo non per scoprire ma per riconoscere. La gente intellettualizza
troppo l'arte, cerca di comprendere e non capisce che l'essenziale è la
bellezza. Come nell'amore". “È incredibile quante cose hanno in comune l'arte e
l'amore”, conclude la ragazza.
Il premio speciale della Giuria è
stato assegnato al film “Êtrange Musée”
di Benoit Batard, ambientato nel Musée
Robert Tatin. Anche in questo caso nel video si uniscono le immagini a un
commento vocale che esprime delle impressioni interiori, uno stato d’animo. Inizia
descrivendo il luogo, uno spazio espositivo che esiste solo dal XIX secolo e
che prima era un luogo di studio consacrato ai libri. “Quando si parla di
artisti” – “afferma la voce narrante - si parla di ispirazione, ma si dovrebbe
anche parlare di respirazione. Respirare è vita”.
Qui, di seguito, le immagini della premiazione di Benoit Batard, effettuata dalla sottoscritta:
Qui, di seguito, le immagini della premiazione di Benoit Batard, effettuata dalla sottoscritta:
Quest’anno, a seguito dei tragici fatti relativi alla strage nella redazione parigina del giornale satirico Charlie Hebdo, Museumexperts ha deciso di intitolare un premio a Charlie. Il Prix Charlie è stato assegnato al video di Laurence Vauthier “Video13”, realizzato presso gli Champs libres di Rennes (un progetto culturale molto interessante della città di Rennes, in Bretagna, formato da una biblioteca dallo Spazio delle Scienze e dal Museo di Bretagna). Il video lascia piuttosto sconcertati perché è composto da una sola scena: una ragazza entra nella sala di un museo, prende il vaso collocato su un sostegno e lo scaglia a terra, riducendolo in mille pezzi. Un gesto liberatorio e provocatorio, qualcosa che rompe le consuetudini e l’ordine prestabilito. Quale filmato poteva adattarsi meglio al ricordo di Charlie?
Infine la sezione giovani con due
video premiati: “Le secret de l’Apothicairerie”,
Musées de Troyes, realizzato dal Lycée Saint François de Salles, e il video
delle giovani Zoe Cassaveti, Johanna Salazar, Camille Lubin e Barbara Tamayo
dedicato alla mostra di Niki de Saint
Phalle al Grand Palais.
Concludo con qualche
considerazione sul SimeSitem, la manifestazione all’interno della quale si
svolge ogni anno la premiazione dei filmati partecipanti a Museés
(em)portables. Si tratta di una delle maggiori esposizioni d’Europa dedicate alle
nuove tecnologie, ai servizi, alla conservazione e a molte altre tematiche
relative al settore dei musei, degli archivi, delle biblioteche e degli altri
luoghi di cultura. Circa 140 gli espositori (http://www.museumexperts.com/exposants/2014/)
e tra questi anche un paio di aziende italiane. Ho avuto l’opportunità di
scambiare qualche parola con i rappresentanti di Asteria, azienda specializzata
in progetti multimediali per musei, imprese e istituzioni internazionali che da
circa due anni si sta affermando anche in Francia. E’ stato interessante
parlare con loro delle differenze tra il panorama italiano e quello francese in
questo settore: in Francia le aziende solitamente sono specializzate nella
fornitura di singole prestazioni, mentre in Italia si tende ad offrire servizi
completi che, nel caso dei musei di nuovo allestimento, per esempio, accompagnano
il committente dal brainstorming all'apertura del museo. Questo, secondo
Asteria, è un punto di forza delle aziende italiane.
Nel complesso, ho constatato un notevole aumento delle aziende che si occupano di applicazioni per smartphone e tablet, di interattività ed anche di gestione informatizzata delle collezioni. I musei si stanno orientando sempre di più verso le nuove tecnologie o, almeno, si cerca di portare i musei verso questa direzione. Vedremo quali saranno gli sviluppi futuri.
Rivolgo un ringraziamento particolare al Presidente di Museumexperts, Jean-François Grunfeld, che ha voluto instaurare questa collaborazione tra l'Associazione Nazionale Piccoli Musei e la società da lui presieduta, e Antonio Ca' Zorzi, fondatore di Blue Lion, che mi ha generosamente assistito nei colloqui in francese durante la premiazione.
Ilenia Atzori ci racconta #smallmuseumtour
Chi ancora non conosce #smallmuseumtour potrà leggere la bella intervista che Ilenia Atzori, coordinatrice regionale Sardegna dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, ha rilasciato a Zebrart.it. Il secondo ciclo di incontri virtuali con i musei presenti su Twitter terminerà il 27 febbraio, ma siamo già al lavoro per preparare il terzo ciclo, durante l'estate. I musei che sono interessati possono contattarci via mail a piccolimusei
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