Zygmunt Bauman |
Il sociologo Zygmunt Bauman propone questa spiegazione, considerando che tra il museo di tipo tradizionale e lo spirito del nostro tempo esiste un contrasto insanabile: il museo propone le cose come eterne in una società, la nostra, che ha fatto del momentaneo e dell'effimero la sua bandiera. Per Bauman, allora, "(...) Nella nostra epoca di modernità liquida in cui l'eroe popolare è l'individuo libero di fluttuare senza intralci, l'essere "fissati", "identificati" inflessibilmente e senza possibilità di ripensamento, diventa sempre più impopolare". Un simile individuo non potrà certo sentirsi in alcun modo rappresentato da un'istituzione che ha l'ambizione di classificare, ritrovare radici, costruire certezze. Mentre il museo non troverà facilmente una collocazione in una società in cui vengono meno tutti gli schemi di riferimento fondati sulla loro durata nel tempo, in cui sembra mancare ogni garanzia assicurata dall'impegno e dall'attesa. Conservare per il futuro presuppone un tempo lineare e finalizzato. Nella modernità liquida, siamo di fronte alla "frammentazione del tempo in episodi, ciascuno separato dal suo passato e dal suo futuro, ciascuno chiuso e concluso. Il tempo non è più un fiume, ma un insieme di pozzanghere e piscine".
Tratto da "Immaginare il museo. Riflessioni sulla didattica e il pubblico" a cura di M. T. Balboni Brizza, Milano 2007, cap. III, p. 44.
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