Alcune considerazioni a margine della manifestazione internazionale che ha riunito su Twitter 2800 musei di tutto il mondo
di Caterina Pisu
1- Analisi grafica de La Magnetica inerente l'attività dei musei italiani durante la #MuseumWeek 2015 |
A circa dieci giorni dalla conclusione
di #MuseumWeek 2015 mi sembra opportuno tirare le somme di questo importante
avvenimento social che, come è stato ampiamente divulgato da molti specialisti
e da vari organi di informazione, è molto cresciuta rispetto alla prima
edizione del 2014, coinvolgendo più di 2800 musei di 77 Paesi. Ben 259 delle
adesioni sono arrivate dall’Italia, numero quadruplicato rispetto al 2014. Già
dopo la prima edizione di #MuseumWeek si era avvertito un aumento di interesse
da parte dei musei italiani per la comunicazione 2.0 e i dati di quest’anno ne
sono stati la conferma. Si è trattato di una presenza non solo numericamente
rilevante ma, in molti casi, anche molto incisiva. I dati diffusi dagli
organizzatori di #MuseumWeek nel corso della manifestazione hanno evidenziato i
dieci musei che hanno twittato, ritwittato e replicato di più (fig. 2); tra questi sono
presenti quattro musei italiani: al primo posto l’Area archeologica di
Massaciuccoli Romana, al secondo l’Antiquarium di Porto Torres, all’ottavo il
Museo dell’Orologio di Bergallo, al decimo il Museo Archeologico del Distretto
Minerario di Rio nell’Elba. L’Associazione Nazionale Piccoli Musei / APM – che
lo scorso anno era tra le prime tre istituzioni culturali più attive della
manifestazione – quest’anno, con lo sdoppiamento dell’account in @piccolimusei
e @piccolimusei2, ha svolto ugualmente un ruolo rilevante, soprattutto di impulso
al dialogo, risultando essere anche tra gli account più menzionati (http://www.socialmeteranalysis.it/museum-week-2015-twitter-contagia-i-musei/)
2 - I dieci musei più attivi durante la #MuseumWeek (dal sito http://museumweek2015.org/en/twitter-space/) |
E’ interessante notare che tre
dei quattro musei della “top ten”, Area archeologica di Massaciuccoli,
Antiquarium di Porto Torres e Museo Archeologico del Distretto Minerario di Rionell’Elba, insieme ad altri musei molto produttivi durante la settimana dei
musei su Twitter o a quelli che comunque hanno fatto sentire la propria presenza (tanti i musei che hanno interagito tra loro e con l'APM: il Museo della Fondazione Querini di Venezia, il Museoarcheologico virtuale di Ercolano/MAV il Museo Civico di Fucecchio, il Museodelle Palafitte di Fiavè, il Museo Civico di Maglie, il Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi/MuMeLoc, il Museo della Centuriazione Romana, il Museo della Bora, il Museo del Carbone, il Museo Ceriodi Capri, il Museo dei Tasso e della Storia Postale, il Museo della Ceramica di Montelupo, il Museo di Villa Bighi, il Castello Cavour di Santena, il Museo “G.Filangieri”) sono stati protagonisti delle due edizioni di #smallmuseumtour,
una iniziativa ideata lo scorso anno dall’APM per Twitter e che ha avuto, tra i
suoi migliori risultati, quello di aver dato vita ad una comunità virtuale di musei, di professionisti museali, di
specialisti e di followers, tuttora molto dinamica. Il Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna”, Poli Museo della Grappa e il Parcoarcheologico di Poggio La Croce, che non hanno ancora
partecipato a #smallmuseumtour ma che saranno tre dei musei presenti nelle prossime
edizioni, sono già ben inseriti sin da ora in questa comunità. Infine, è
proseguita l’interazione anche con altri musei che seguono i nostri account pur
non avendo ancora preso parte direttamente ad iniziative collegate con l’APM:
tra questi il Museo dell’Orologio di Bergallo, il Museo Etno Antropologico e dell'Emigrazione Valguarnerese, il Museo Civico di Belriguardo, il Museo CarloZauli, il Museo Civico di Belluno, il Museo Etrusco di Populonia, il Museo Tattile di Varese, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah/MEIS, il Museo d'Arte e Scienza di Gottfried Matthaes, il Parco Rupestre Lama D'Antico e il Palazzo Civico delle Arti di Agropoli, per citarne solo alcuni.
In occasione di #MuseumWeek,
dunque, non è stato necessario concordare alcuna strategia comune. Il dialogo
tra i musei si è attivato spontaneamente grazie all’esistenza di questa “rete”
virtuale già consolidata. L’APM si è posta come obiettivo quello di essere
parte attiva del dialogo utilizzando da un lato l’immissione di contenuti propri,
dall’altro il rilancio di quelli prodotti dai musei. In una manifestazione come
#MuseumWeek, di lunga durata e che ha visto coinvolti più di 76.000 utenti con
un flusso di circa 270.000 tweet, ottenere visibilità era importante. Sui
social network è necessario non solo postare contenuti ma anche interagire. Questa
forma di comunicazione ha un senso se è bidirezionale/multidirezionale o si
rischia di trasferire sui social lo stesso “modello
gestionale autoritario” che impedisce
la “comunicazione e l’interazione
culturale e sociale” e soprattutto la “partecipazione
collettiva alla produzione di valore culturale” (Elisa Bonacini, v. http://piccolimusei.blogspot.it/2013/11/il-museo-partecipativo-sintesi-della.html).
Pertanto, a mio parere e alla
luce di queste considerazioni, il tipo di comunicazione adottato dai piccoli
musei italiani è stato ben concepito in quanto ha favorito il dialogo
museo/museo e museo/followers, ha rafforzato la comunità virtuale preesistente
e l’ha ampliata includendo nuovi musei, quali il Sistema museale di Ugento, il
Museo Civico del Setificio Monti e il Museo della Vita contadina Cjase Cocèl. Intensa,
come si è detto, anche la partecipazione di molti followers, per la gran parte
specialisti/cultori della materia o comunque persone attive in ambito culturale
e in particolare nel settore dei musei, come Valerio Deidda (@ArT9it), Massimiliano Zane (@mz_arte), Luisa Moser (@MoserLluisa),
Leontina Sorrentino (@LeontinaDAB), Daniele Cei (@danielecei), Rossella
Luciano (@Rossella_l2014), Veronica Ramos (@ramosveronica86), Concetta
Lapomarda (@conclapo), Valentina Caffieri (@ValenCaffieri), Anna Marras (@annamao), Marta Coccoluto (@MartaCoccoluto), Maria Stella Bottai
(@Stellissa), Marzia Dentone (@MarziaDentone), Silvia Andreozzi e Monica Palmeri (fondatrice e caporedattore di
Zebrart.it: @silviaandreozz1, @MonicaPalmeri, @zebrartit).
Si è detto che tantissimi sono
stati i tweet e le repliche, numerosissimi anche i retweet, una funzione
affatto banale di Twitter e quanto mai necessaria in una manifestazione come
#MuseumWeek in cui si voleva da una parte “amplificare” la portata di un tweet
e dall’altra mantenere tutta la propria rete unita e partecipe del dialogo in
corso. La visibilità ottenuta è stata ricambiata dall’attenzione di nuovi
followers che si sono aggiunti alla rete già esistente. E’ stato importante anche
mantenere costante il flusso di tweet e retweet; ciò ha comportato un impegno
notevole, dovendo coprire fino a 14 ore giornaliere. Contenuti, dialoghi
informali, immagini e attività varie sono stati distribuiti in questo lungo
arco di tempo, mantenendo sempre alto il livello di interesse generale, piacevole
e mai noiosa la conversazione, a tratti divertente come è giusto che sia in un
evento con le caratteristiche di #MuseumWeek e come dimostra, in effetti, il
gradimento manifestato più volte dai followers. I musei hanno dato di sé una
nuova immagine, più vicina alle persone, più dialogante e quindi meno
“ingessata” nel ruolo istituzionale.
E’ importante rilevare che il
vantaggio dei piccoli musei rispetto alle grandi istituzioni museali (le quali
spesso affidano la comunicazione alle società in house), è che la gestione dei
social media in molti casi è operata direttamente dallo staff dei musei senza
alcun tipo di mediazione esterna. Ciò determina una comunicazione più libera,
colloquiale e più immediata nell’interazione. Quest’anno si può affermare che
sia stato raggiunto un risultato eccezionale, quindi, non solo in termini di
partecipazione ma soprattutto per il grande cambiamento che in particolare i
piccoli musei stanno operando per aprirsi all’esterno e per essere luoghi di
produzione culturale e di fruizione attiva e interattiva.
L’aspetto che si cercherà di
migliorare riguarda la partecipazione del pubblico più lontano dal mondo dei
musei: si tratta di una sfida non facile ma che i piccoli musei sono in grado
di affrontare con le giuste strategie, iniziando, per esempio, da un maggior
uso dei social nei rapporti con le scuole. Le prime sperimentazioni di questo
tipo sono già state fatte per esempio dal Museo Civico di Maglie nel corso di
#MuseumSchool.
Tenendo conto della grande apertura dei musei nei
confronti della comunicazione social, come ha dimostrato l’edizione 2015 di
#MuseumWeek, le prospettive per il futuro sono senza dubbio molto promettenti.
Di seguito, una selezione di tweet postati durante la #MuseumWeek appena conclusa:
Di seguito, una selezione di tweet postati durante la #MuseumWeek appena conclusa: