Quando la comunicazione 2.0 aiuta il dialogo tra musei e comunità: il Museo San Paolo di Monselice
Nel mio post del 4 maggio scorso, "Quando il museo chiude per restauri: i tanti vantaggi del buon uso dei social media" avevo descritto il caso del Museo di Storia Naturale di Oxford i cui responsabili, in concomitanza con il periodo di chiusura per restauri, si erano ingegnati per non interrompere il dialogo con la propria comunità e con i visitatori, realizzando un apposito blog e mantenendosi attivi sui social media.
Un altro caso studio, questa volta tutto italiano, è quello del Museo San Paolo della città di Monselice, in provincia di Padova. Per raccontare giorno per giorno i lavori di allestimento dell'area degli scavi dell'ex chiesa di San Paolo e del Museo della città, è stato creato un blog. Non solo, è stato messa a disposizione di chiunque desideri rivolgere delle domande allo staff, un indirizzo di posta elettronica. Al blog è associata, inoltre, l'attività su Facebook, su Pinterest e su You Tube.
Attraverso i social media, lo staff potrà raccontare e spiegare le scelte museologiche ed espositive che saranno fatte e la comunità potrà partecipare attivamente. Un museo che si può definire realmente "of the city, by the city, for the city" (David Fleming).
Attraverso i social media, lo staff potrà raccontare e spiegare le scelte museologiche ed espositive che saranno fatte e la comunità potrà partecipare attivamente. Un museo che si può definire realmente "of the city, by the city, for the city" (David Fleming).