Ho il piacere di ospitare nel mio blog il racconto di un’esperienza culturale
“immersiva” nelle tradizioni produttive tipiche della Tuscia, sul filo tematico
dell’olio di oliva. Così come ho scritto, poco tempo fa, sull’azienda aretina Tarazona,
ora ho deciso di dare spazio al blogtour “Lazio, terre dell’olio” perché sono
convinta che esista una relazione molto stretta tra la visita di un museo e
l’osservazione delle tradizioni ancora vive di un territorio, se non nel tipo
di “oggetto” culturale che contraddistingue le varie esperienze, di certo nelle
identiche sensazioni che si provano e nell’arricchimento interiore che in
entrambi casi ci viene donato.
Il blogtour #oliveoillands è stato organizzato da PAPER MOON Tour Operator (Laura Patara) insieme a QUARTO SPAZIO Agenzia di viaggi e Tour operator (Sandra Morlupi). Hanno preso parte all'evento i blogger e giornalisti Liliana Comandè, Philiip Curnow, Giuseppina Marcolini, Laura Patara (Paper Moon), Francesca Pontani, Paola Romi, Mauro Sciambi e Geraldine Meyer.
Il blogtour #oliveoillands è stato organizzato da PAPER MOON Tour Operator (Laura Patara) insieme a QUARTO SPAZIO Agenzia di viaggi e Tour operator (Sandra Morlupi). Hanno preso parte all'evento i blogger e giornalisti Liliana Comandè, Philiip Curnow, Giuseppina Marcolini, Laura Patara (Paper Moon), Francesca Pontani, Paola Romi, Mauro Sciambi e Geraldine Meyer.
Foto di Francesca Pontani |
C’è un tipo di turismo che, al di
là della ricerca di beni e servizi di qualità, si preoccupa soprattutto
dell’autenticità dell’esperienza turistica, ovvero della conoscenza
approfondita del territorio. La memoria del viaggio può mettere radici solide
solo attraverso l’esercizio di tutti e cinque i sensi, sollecitando ciascuno con
i modi e i tempi di lavoro e di vita dei luoghi visitati. Quando Laura Patara,
tour operator viterbese, mi ha invitata a prendere parte al blogtour dedicato al
progetto “Lazio, terre dell’olio”, svoltosi tra Viterbo e Vetralla, ho subito
accettato con entusiasmo e con grande interesse, conoscendo molto bene l’idea
di turismo che Laura propone ormai da vari anni, così legata alla
valorizzazione della cultura, delle tradizioni e delle produzioni locali. Questo
è il racconto della parte centrale del primo giorno, cui ho preso parte, e che
ho voluto suddividere in base ai miei ricordi “sensoriali”.
L’olfatto e il tatto
Dopo la visita ai luoghi notevoli
della città di Viterbo, come la Piazza del Comune, il Palazzo dei Papi e il Quartiere
San Pellegrino, ho raggiunto il gruppo da Mario Matteucci, un anziano
imprenditore che gestisce un frantoio in piena Viterbo, al Paradosso. Il Sig.
Matteucci produce l’olio con la spremitura a freddo e usa ancora i fiscoli, i
filtri di fibra vegetale che hanno la
funzione di separare la polpa delle olive dal succo. Ho nella mente il ricordo
del profumo pungente delle olive spremute, quell’odore erbaceo che già prelude
al prodotto finale, e la sensazione della superficie ruvida dei fiscoli che il
sig. Mario crea ancora artigianalmente con grande maestria.
Foto di Francesca Pontani |
La vista e l’udito
Mi sono immersa nella bellezza
dell’oliveto dell’azienda Degiovanni di Vetralla in cui si produce l’olio extra
vergine d’oliva biologico “Supremo”; ho ascoltato il vento che muoveva le
fronde degli olivi, ho riposato lo sguardo nel verde della campagna, ho
osservato i raggi del sole che filtravano attraverso i rami degli alberi. Un
attimo dopo, a pochi passi da quella pace, il fragore delle macchine che
eseguono le varie fasi di produzione dell’olio non mi ha infastidito: era il
rumore del lavoro, dell’energia necessaria per creare un prodotto di qualità.
Ho seguito con interesse la separazione delle olive dai rami e dalle foglie, il
lavaggio, la spremitura, immaginando questo ciclo produttivo ripetersi giorno
per giorno, dopo la raccolta delle olive.
Foto di Francesca Pontani |
Il gusto
Come dimenticare la splendida acquacotta della signora
Benedetta, la proprietaria del ristorante di Vetralla, aperto fin dalla fine
degli anni ’50? Ricette semplici ma con tutto il sapore di queste terre. Lo
stesso piatto che i contadini viterbesi mangiavano anche cento, duecento anni
fa: eredità da conservare con cura per tanti motivi, non da ultimo la sua indubbia
bontà.
E poi il gusto dell'olio d'oliva, degustato con la guida di Andrea Degiovanni, e quello dei deliziosi vini biologici prodotti dall'azienda Chiarini-Wulf di Vetralla.
La foto della Signora Benedetta è di Norma Hengsberger |
E poi il gusto dell'olio d'oliva, degustato con la guida di Andrea Degiovanni, e quello dei deliziosi vini biologici prodotti dall'azienda Chiarini-Wulf di Vetralla.
Un bel viaggio nell’Italia che
produce. #oliveoillands