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IL GRANDE GIOCO DELL’INDUSTRIA


50 + 1 OGGETTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’IMPRESA ITALIANA


dal 9 al 31 ottobre 2015

Spazio Folli 50.0 – via Egidio Folli 50 – Milano

La mostra “Il grande gioco dell’industria”, curata da Francesca Molteni, è organizzata da Museimpresa ‐ Associazione Italiana dei Musei e degli Archivi d'Impresa ‐ con il patrocinio di Assolombarda ed è inserita nel calendario degli eventi di Expo in Città. E’ un racconto che narra la storia di cinquanta oggetti scelti dalle collezioni degli archivi e dei musei associati a Museimpresa, con la
collaborazione dei loro curatori. Il cinquantunesimo, la spoletta volante, rappresenta l’“anno zero” della storia.
Una caratteristica li accomuna. Sono figli dell’industria, di grandi visioni o di piccoli traguardi, hanno plasmato l’immaginario collettivo, segnato un progresso tecnologico, accompagnano la nostra vita quotidiana.
Raccontano una storia d’impresa, il Made in Italy, ma anche la storia della cultura e della società italiana. E soprattutto sono per tutti, perché sono nati per arrivare dovunque. Vederli riuniti, permette di comprendere la grandezza dell’ingegno umano, la creatività e la passione dietro piccole e grandi invenzioni.
La mostra ‐ curata da Francesca Molteni, autore della rubrica “Oggetti d’impresa” per il Domenicale del Sole24ore e ideatore di progetti di comunicazione per aziende e istituzioni ‐ si sviluppa come una grande linea del tempo, che intreccia la storia, la comunicazione, il progetto, le innovazioni tecnologiche e di prodotto che hanno fatto di quell’oggetto un’icona.
La visita si snoda in un percorso formato da grandi pannelli di legno che raccontano con immagini e testi la storia dell’industria italiana. Il percorso è affiancato da alcuni oggetti che completano la cronologia dalla Rivoluzione industriale ad oggi.
L’idea è nata tre anni fa sulle pagine de Il Domenicale del Sole24Ore: su queste pagine nel novembre del 2012, Museimpresa ha lanciato una sfida. Raccontando la storia della flying shuttle, la spoletta volante inventata nel 1733 da John Kay, il simbolo della Rivoluzione industriale, è stato chiesto alle imprese italiane che hanno creato archivi e musei aziendali associati a Museimpresa, di selezionare un oggetto altrettanto rappresentativo. Un’icona, insomma, per la storia dell’industria italiana. L’oggetto più innovativo, più venduto o più curioso, un simbolo, esattamente come la spoletta di Kay.
Da allora, grazie alle pagine de Il Domenicale, le aziende hanno raccontato la biografia, l’unicità dei propri manufatti, e hanno trovato spazio alcune di queste storie: un modo per far conoscere a tutti che cosa c’è dietro una piccola, grande invenzione che ha cambiato la nostra vita, la nostra cultura e – perché no – la storia economica del nostro Paese.
Oggi Museimpresa ha raccolto e completato questo inventario nella mostra “Il grande gioco dell’industria. 50 + 1 oggetti che hanno fatto la storia dell'impresa italiana”, che si terrà presso lo spazio Mostrami Factory @Folli50.0, un progetto voluto da Fondazione Bracco e coordinato dal collettivo di giovani artisti Mostrami. Una fucina creativa e un cantiere artistico, culturale e sociale che ospita, negli storici spazi della Bracco a Lambrate, mostre d’arte, installazioni, teatro, musica live, ballo, corsi e attività laboratoriali per bambini, giovani, famiglie e adulti. Un luogo di condivisione e di aggregazione aperto alla città durante i mesi di Expo 2015. Un luogo ideale per ospitare una mostra di immagini, disegni e oggetti, per raccontare com’è stato rivoluzionato, illustrato e promosso il nostro mondo industriale.
La mostra è stata prodotta in collaborazione con MUSE Project Factory, il coordinamento editoriale e la redazione sono di Roberta Busnelli, il progetto grafico di Massimiliano Patrignani e Monica Zaffini, ma:design.
Il progetto di allestimento è di Franco Raggi, la realizzazione di Giuseppe Bienati.

Museimpresa, Associazione Italiana Archivi e Musei d'Impresa, è nata nel 2001: promossa da Assolombarda e Confindustria, associa fondazioni, archivi e musei aziendali che, attraverso la conservazione e la valorizzazione di documenti, oggetti, materiali iconografici, raccontano e testimoniano la storia dell'impresa
e dei suoi protagonisti. L’Associazione ha adottato sin dagli esordi un’attenta strategia territoriale che, mettendo in rete gli archivi e i musei aziendali, stimola un dialogo continuo e uno scambio di esperienze tra gli associati e la comunità museale, le istituzioni e gli enti di ricerca, con particolare attenzione al mondo della scuola e al grande pubblico.

INFORMAZIONI

www.museimpresa.com
www.folli50.it

Inaugurazione mostra: Giovedì 8 ottobre 2015, 19.00 – 21.00
Spazio Folli 50.0, Via Egidio Folli, 50 – Milano

Apertura al pubblico: dal 9 al 31 ottobre 2015
Spazio Folli 50.0
Via Egidio Folli, 50 – Milano

Orari mostra:
Giovedì: 15.00 – 21.00
Venerdì: 15.00 – 23.00
Sabato: 11.00 – 23.00
Domenica: 11.00 – 21.00

INGRESSO GRATUITO

Come raggiungere Spazio Folli 50.0
Indirizzo: via Egidio Folli, 50 – Milano
Bus: 55, 75, 965
Tram: 23, 33
Metro: MM2 Lambrate (8 minuti a piedi)
Parcheggio gratuito per chi ci raggiunge in auto

Ufficio Stampa
Manzoni 22
Silvia Introzzi: silvia.introzzi@manzoni22.it
Camilla Palma: camilla.palma@manzoni22.it
Tel: 031 303492 ‐ 82

I Musei aziendali: l’incontro vincente tra industria e cultura

L’istituzione museale, attraverso un lungo e articolato processo di auto-analisi, è sempre più orientata verso una maggiore interazione con la collettività cui appartiene. I nuovi “pubblici” dei musei manifestano le stesse esigenze della società moderna; così, rispetto a cinquant’anni fa c’è ora una ricerca molto più incisiva di nuovi strumenti di comunicazione anche in ambito museale.

Uno delle effetti di questi cambiamenti è la nascita, negli ultimi decenni, di  più attuali modelli di museo che spesso si contraddistinguono proprio per una maggiore vocazione alla “comunicazione”: un caso interessante è quello dei musei aziendali o musei d’impresa, cioè di quei musei che raccontano la storia di un’azienda facendo conoscere i valori etici e imprenditoriali su cui essa si fonda e nel contempo salvaguardando importanti patrimoni documentali appartenenti alle imprese. I Musei aziendali rivestono, da questo punto di vista, una innegabile importanza come strumenti di ricostruzione storica del processo di industrializzazione nel nostro Paese.

Ci sono, poi, altri aspetti che rendono interessante questa categoria museale: per esempio la loro rapida diffusione, negli ultimi decenni, su tutto il territorio nazionale anche grazie al potenziamento del cosiddetto “turismo industriale”. Secondo Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa promossa da Assolombarda e Confindustria, in base al censimento più recente si calcolano, oggi, circa 250 musei aziendali; si tratta, però, di una cifra più bassa del reale in quanto una rilevazione statistica precisa delle presenze è molto difficile da attuare e inoltre bisogna considerare che in questo numero non sono compresi gli archivi e neppure i musei territoriali, volendo estendere la categoria dei musei aziendali anche a questi.

La maggior parte dei musei aziendali è nata tra gli anni ottanta e l’inizio degli novanta e la concentrazione maggiore è nel nord Italia, essendo questa l’area più industrializzata del Paese. I visitatori sono in prevalenza scolaresche e studenti universitari, ma in alcuni casi si registra un buon afflusso anche di turisti, specialmente se i musei aziendali entrano a far parte delle reti museali provinciali e regionali.

C’è anche da dire che questi musei potrebbero rappresentare sempre di più, in futuro, proprio per le potenzialità che presentano, anche una valida occasione di impiego per i professionisti museali. Monica Amari (I Musei delle aziende. La cultura della tecnica tra arte e storia, ultima edizione Milano 2007) riferisce che, sulla base di un questionario inviato a circa duecento aziende, è da rilevare la presenza di un curatore nel 73% dei musei, collezioni e archivi aziendali.  Già in un articolo del Corriere della Sera di undici anni fa (26 giugno 1998), Felice Fava prospettava una crescita delle opportunità di lavoro nel settore dei musei aziendali.

In realtà, a fronte del moltiplicarsi di corsi universitari e master rivolti alla formazione dei cosiddetti “manager culturali”, è bene sapere che le probabilità di inserimento in questo settore, così come in tutti gli ambiti che riguardano i Beni culturali, sono ancora molto basse. La speranza è che l’incremento di questi modelli di museo conduca prima o poi, date anche le finalità auto-promozionali, ad una competitività tra le aziende anche sul terreno dell’investimento in cultura, a vantaggio dei giovani esperti museali.

Intanto si moltiplicano le iniziative di studio e di dibattito sulla cultura d’impresa: è dello scorso novembre l’VIII Edizione della Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Confindustria che ha visto un vasto programma di rassegne cinematografiche, workshop, laboratori creativi, visite guidate, convegni e dibattiti, tutti indirizzati a sottolineare l’impegno delle aziende nella conservazione e nella valorizzazione dei propri archivi e musei. Le stesse imprese, poi, propongono sempre più spesso mostre temporanee, incontri ed eventi di ogni tipo.

Per un approfondimento dell’argomento si consiglia la lettura del già citato volume di Monica Amari che presenta anche un accurato elenco delle collezioni e dei musei aziendali in Italia con relativa scheda e utili informazioni di contatto. Un riferimento importante è anche il sito web ufficiale di Museimpresa, www.museimpresa.com.



Caterina Pisu (ArcheoNews, dicembre 2009)

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