Considerazioni sui MOOC e su "Behind the scenes at the 21st century museum", il corso organizzato da Future Learn con la University of Leicester
Museum of Liverpool |
Ho avuto il piacere e la fortuna
di prendere parte al MOOC (Massive Open Course on-line), "Behind the scenes at the 21st century museum", organizzato lo scorso
giugno/luglio dalla University of Leicester grazie alla piattaforma Future Learn. L'esperienza è stata altamente positiva in quanto il corso è stato progettato in
modo eccellente, con accuratezza e rigore, raggiungendo una qualità non
inferiore a quella dei migliori corsi e master esistenti sul mercato della
formazione. L’unica differenza è che, trattandosi di un MOOC, è totalmente
gratuito, tranne un piccolo versamento di 29 sterline più spese postali per chi
ha richiesto il certificato di partecipazione.
Dato il prestigio della School of Museum Studies della University of Leicester, la partecipazione è stata
elevatissima. Nel blog della Scuola si legge che sono state oltre 11.000 le
iscrizioni al corso. I commenti sono tati 43.500 in totale, il che vuol dire
che gli organizzatori sono riusciti a creare grande interesse e coinvolgimento,
risultato che non è mai scontato quando si organizzano non solo corsi on-line ma anche in presenza. Come
hanno dichiarato gli organizzatori, l’intento era quello di raggiungere sia i
professionisti museali che il grande pubblico, condividendo con tutti tematiche
che solitamente sono discusse solo nello specifico settore di studi. Sono state
presentate le principali ricerche condotte nell’ambito della School of Museum
Studies di Leicester e dai loro partner, specialmente i Musei Nazionali di Liverpool. Varie le tematiche che sono state affrontate durante il corso: si è
parlato di come i musei possono connettersi emotivamente con i visitatori, di come
possono fidelizzare nuovo pubblico, di come si possono affrontare anche
tematiche “difficili”, promuovendo la giustizia sociale e i diritti umani,
oppure presentando al pubblico argomenti che riguardano la salute e il
benessere fisico e psichico delle persone.
Raccontano gli organizzatori che
il dibattito è stato intenso, talvolta perfino molto animato perché si è
trattato di un confronto vero e non sempre tutti si sono dimostrati d’accordo con le opinioni espresse dai creatori del MOOC riguardo alcune tematiche. In
particolare, ci sono state diverse interpretazioni sul ruolo che i musei
devono avere nella società: per alcuni i musei devono avere un compito
documentario e scientifico e non devono preoccuparsi di suscitare emozioni nei
propri visitatori. Altri ancora hanno espresso dubbi riguardo la funzione
sociale dei musei perché ritengono che questi compiti appartengano ad altre
istituzioni ma non ai musei. Evidentemente, pur rispettando anche queste
opinioni, c’è ancora una parte dei professionisti museali ma anche dei non
specialisti che è rimasta legata ad una concezione “classica” del museo e che quindi
guarda con diffidenza a queste idee che pure non sono affatto nuove, se pensiamo, per esempio, al ruolo
sociale del “museo di quartiere” teorizzato e concretizzato da John Kinard e ai concetti simili che fanno parte della museologia sociale.
In generale, però, c’è stata
apertura e approvazione e i commenti sono stati spesso molto positivi.
Personalmente ho voluto
cogliere immediatamente l’occasione, non molto frequente, di discutere temi che
riguardano il ruolo sociale dei musei. L’aspetto più entusiasmante è stato sperimentare
che i MOOC stessi hanno una loro importantissima funzione sociale: rendere l’istruzione
di alto livello alla portata di tutti, favorire la circolazione delle idee,
rendere veramente democratico il ruolo delle università. La formazione
universitaria sta diventando sempre più elitaria, soprattutto per ragioni
economiche, escludendo molti dai benefici e dalle opportunità che questa può
offrire; nel contempo il mondo del lavoro continua a richiedere titoli che sono difficilmente
ottenibili senza mezzi finanziari adeguati. Lo stesso aggiornamento, pure molto
importante, per gli stessi motivi si è spesso costretti a compierlo in modo autonomo.
Questa situazione rende la società più povera innanzitutto perché il futuro comune viene pianificato
disponendo di un capitale umano ridotto, selezionato inizialmente non per meriti o per
particolari capacità, ma essenzialmente per requisiti di censo. In secondo luogo, per le stesse ragioni si è
obbligati a trascurare la formazione continua, indispensabile per migliorare e
aggiornare le conoscenze a beneficio del singolo ma soprattutto di tutti coloro
che poi usufruiranno delle prestazioni di quei tecnici e specialisti, qualsiasi
sia la materia in questione.
Ben vengano quindi i MOOC che rappresentano la
migliore attuazione dei principi di uguaglianza e libertà dei cittadini nel campo
della formazione e che mi auguro possano avere, in futuro, un sempre maggiore
impiego e un adeguato riconoscimento come strumento di aggiornamento dei
professionisti, soprattutto se avranno la qualità del MOOC della University of Leicester.