Il Progetto Miranda della Fondazione Fitzcarraldo
Il rapporto museo/pubblico è regolato da meccanismi complessi, difficilmente standardizzabili per via delle numerose variabili che possono influenzarne i processi comunicativi. Comprendere questi meccanismi è fondamentale per la corretta funzionalità del museo e per il raggiungimento delle sue specifiche finalità; ciò è dimostrato dalla tendenza della ricerca museologica e museografica degli ultimi decenni ad approfondire queste tematiche anche con il concorso di altre discipline. Un aiuto è giunto dalle più recenti teorie sull’apprendimento, come pure dalle metodologie della ricerca sociale e psicologica e dalle nuove ricerche di marketing.
Nell’ambito degli studi sul pubblico dei musei sono state utilizzate, finora, soprattutto tecniche quantitative (questionari) e qualitative (focus group, interviste e indagini osservanti), svolte con varie modalità ma sempre in modo “tradizionale”, cioè senza l’aiuto di particolari tecnologie. In questi ultimi anni, però, il progresso dell’informatica e delle tecnologie multimediali ha condotto a risultati di grande efficacia anche nel settore degli studi sul pubblico dei musei. L’indagine osservante, in particolare, da circa cinque anni ha trovato un valido supporto in Miranda, un sistema tecnologico ideato e realizzato dalla Fondazione Fitzcarraldo in collaborazione con la Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino) e la Regione Piemonte (http://miranda.fitzcarraldo.it/).
Miranda si basa su un sistema software e su un dispositivo portatile, cioè un computer/palmare con schermo touch screen di 8 pollici. Il software contiene la mappa interattiva degli spazi museali su cui sono caricati dei punti sensibili, precedentemente determinati lungo il percorso di visita, che possono essere, per esempio, un pannello esplicativo, un oggetto esposto, un totem multimediale o qualsiasi altro obiettivo che si intenda monitorare. Tutti i dati vengono poi trasferiti in un database remoto (cioè accessibile via internet). Ciò permetterà di rilevare il livello di interazione tra pubblico e collezioni, i tempi di permanenza lungo il percorso espositivo, il potere attrattivo o repulsivo dei principali elementi dell’allestimento (reperti, vetrine, pannelli, didascalie, etc.), come pure potrà essere misurato il potenziale divulgativo del museo, quindi la capacità di comunicare al suo pubblico, e il grado di accessibilità dei visitatori alla fruizione dei servizi presenti nel museo. In termini sintetici, la procedura ha il fine di verificare quali sono i “punti caldi” e quali i “punti freddi” lungo il percorso di visita, permettendo di migliorarlo e di apportare correzioni ove sia possibile. Uno dei vantaggi immediati è la velocizzazione della procedura di indagine che potrà essere svolta periodicamente con maggiore comodità e completezza.
La preparazione del software deve necessariamente essere personalizzata in base alle esigenze del museo monitorato, i cui spazi dovranno preventivamente essere analizzati da esperti della Fondazione Fitzcarraldo che, successivamente, ne realizzeranno la mappa interattiva. Insieme ai responsabili del museo dovrà anche essere preventivamente concordato l’obiettivo dell’indagine.
La fase della rilevazione dei dati, cioè dell’indagine osservante vera e propria, sarà condotta da un operatore, munito del dispositivo portatile già descritto, che ha il compito di seguire i visitatori e memorizzarne il comportamento. Le informazioni acquisite potranno essere gestite ed elaborate nell’area web dedicata, nel modo che si riterrà più opportuno, scegliendo di visualizzare i dati con la veste grafica che si preferisce - tabelle, elaborati grafici, diagrammi - a seconda delle necessità e della finalità della ricerca che si intende condurre.
La Fondazione Fitzcarraldo non si limita alla vendita della licenza del software e del noleggio del dispositivo mobile per le rilevazioni, ma consente di avere assistenza anche nell’analisi professionale delle informazioni raccolte. Per poter condurre l’indagine nel modo più efficace possibile, anche gli operatori dei musei che sono oggetto della sperimentazione dovranno essere formati alla metodologia dell’indagine osservante e all’uso del software. Riuscire a coinvolgere pienamente nell’esperienza di indagine gli operatori dei musei, piuttosto che affidarne la procedura a ricercatori esterni, è stato sin dall’inizio uno degli obiettivi più importanti che il Progetto Miranda si è imposto. La sperimentazione ha avuto successo anche sotto questo aspetto e il parere degli operatori museali è stato di aiuto anche per il perfezionamento del software.
Una prima sperimentazione è avvenuta tra il 2005 e il 2006 in circa venti musei piemontesi, tra cui il Museo Nazionale del Cinema, il Castello di Rivoli – Museo di Arte contemporanea, la Pinacoteca Agnelli, ed altri ancora. Ora, dopo questa esperienza pilota, si punta ad estendere l’utilizzo di Miranda in altri importanti musei del territorio nazionale ed anche in spazi aperti, come aree archeologiche e centri storici. Per ora Miranda è stato utilizzato, oltre che nei musei piemontesi, anche nei Musei Capitolini e nel Museo Civico di Zoologia di Roma.
Alessandro Bollo, Responsabile Ricerca e Consulenza della Fondazione Fitzcarraldo, tra i più qualificati studiosi di marketing e management culturale, cui mi sono rivolta per avere alcune delucidazioni sul progetto, ha evidenziato che Miranda è una tecnologia all’avanguardia anche a livello europeo; per questa ragione, infatti, nell’aprile 2007, fu scelto dal CNR per essere presentato come esempio di progetto di eccellenza a Tokio, nell'ambito della manifestazione Primavera Italiana in Giappone – Spin Off Tecnologici e Investimenti, la rassegna promozionale integrata, promossa ed organizzata dall'Ambasciata d'Italia a Tokyo. Sicuramente un motivo d’orgoglio per la ricerca italiana che in questo settore ha potuto impiegare al meglio le proprie potenzialità. L’augurio è che questa nuova tecnologia trovi sempre più applicazione e riscontro, in tempi brevi, presso tutto il sistema museale italiano, auspicando, a tal fine, un aiuto finanziario da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Caterina Pisu (ArcheoNews aprile 2010)