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Musei a prova di Covid

La primavera scorsa è stato diffuso uno studio del Berlin Institute of Technology in base al quale è stato determinato che il rischio di trasmissione di COVID-19 è molto più basso nei musei e nei teatri rispetto a supermercati, ristoranti, uffici o trasporti pubblici.

Lo  studio, condotto da Martin Kriegel e Anne Hartmann, si basa su una valutazione comparativa degli ambienti interni per valutare il rischio di infezione tramite particelle di aerosol. L'analisi considera la durata media della permanenza in un determinato spazio (due ore al museo; otto ore in un ufficio; un'ora al supermercato; ecc.), la qualità del flusso d'aria, il tipo di attività svolta nello spazio e la dose di particelle di aerosol inalate dalle persone in una stanza, tra le altre variabili. Ad ogni ambiente è stato assegnato un valore R, che indica il numero di persone che in media un portatore di COVID-19 può infettare.

Questa tabella rappresenta il risultato delle analisi:


I ricercatori hanno scoperto che se mantenuti al 30% della capacità, rendendo obbligatoria la mascherina e seguendo le dovute precauzioni, musei, teatri e opere sono più sicuri di qualsiasi altra attività che è stata oggetto dell'analisi. 

Nei musei, il valore R si attesta a 0,5 rispetto, per fare un esempio, allo 0,6 nei parrucchieri e allo 0,8 nei trasporti pubblici.

Fare shopping in un supermercato con una mascherina è due volte più rischioso che visitare un museo, secondo lo studio, con un valore R a 1,1. Il rischio di infezione è più che raddoppiato quando si cena al chiuso in un ristorante con una capacità del 25% (1.1) o si fa esercizio in una palestra con una capacità del 30% (1.4).

Interessante l'opinione del critico d'arte Carolina A. Miranda che in un articolo sul Los Angeles Times ha definito "assurde" le politiche del governatore della California Gavin Newsom:

"I criteri adottati, estremamente irregolari, fanno pensare più a lobby potenti e ben finanziate che aiutano a plasmare la politica sulla salute pubblica piuttosto che all'applicazione di criteri realmente scientifici o persino al buon senso", ha scritto Miranda. 

Fonti: 

American Alliance of Museums

Hyperallergic

Domusweb


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