Musées (emportables) 2016: spazio ai progetti che favoriscono l'accessibilità
La mia ultima partecipazione a Musées (em)portables come membro della giuria mi ha regalato una bellissima soddisfazione: vedere nuovamente vincente un video italiano. Dopo la vittoria del 2014 del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano che presentò il video di Raffaele Gentiluomo, "Vesuvius making of" e vinse il premio per il miglior short-film straniero, quest'anno il
progetto “T-Essere Memoria”, realizzato dall'Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento, ha vinto un premio particolarmente importante: l'ICOM-Musée pour tous, il premio speciale voluto dall'Icom per promuovere l'accessibilità nei musei. La mia presenza alla premiazione in qualità di rappresentante dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei è stata, pertanto, per me doppiamente importante in quanto nella mia collaborazione con l'APM ho potuto sviluppare due tematiche che quest'anno sono state, insieme, il filo conduttore anche del festival francese: la promozione visuale dei musei (dal documentario allo short-film, allo spot, al trailer) e l'accessibilità.
I tre film che hanno ricevuto gli ambiti riconoscimenti Icom per le produzioni audio-visive che hanno descritto più efficacemente il rapporto tra i musei e il pubblico con ridotto accesso alla cultura
(fasce sociali svantaggiate, persone con
disabilità, nuovi immigrati, residenti nelle zone rurali, ecc.), sono stati:
T-essere Memorie, incentrato sul programma di attività per i malati di
Alzheimer svoltosi nel 2015 presso il Museo delle Palafitte di Fiavé, in provincia di Trento.
Il secondo premio è stato assegnato al film Quand l'art sert d'union, che descrive un progetto educativo presso il Museo Nazionale di
Scultura di Valladolid, in Spagna, per persone affette da malattie mentali che hanno potuto lavorare come guide nel museo per un giorno.
Il terzo
premio è andato a Piquer une tête, realizzato da un gruppo di
adolescenti in gravi difficoltà scolastiche e sociali di Marly, nel nord della
Francia, durante una visita al Musée des Beaux-Arts di Valenciennes.
La premiazione si è svolta presso la Cité de la mode et du design, a Parigi, lo scorso 13 gennaio. Anne-Catherine Robert-Hauglustaine, direttore generale di ICOM, ha assegnato i premi ai tre film vincitori della sezione speciale. Per l'Italia hanno ritirato il premio Luisa Moser, dell'Ufficio beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento, ed Emanuela Trentini della APSPMargherita Grazioli di Trento.
Anne-Catherine Robert-Hauglustaine, Icom
I premiati
I film vincitori del Premio Museés Emportables sono stati:
- primo premio a "HDA", video realizzato dagli studenti del Liceo Saint Paul di Lille nelle sale del Palazzo delle Belle Arti.
- secondo premio a "Pourquoi le noir ?" di Zoé Tibloux e Ismael Mounime.
- terzo premio al video del museo cecoslovacco, Regionální muzeum a galerie di Jičíně, intitolato "Muséum spot 2".
La premiazione
Musées (em)portables si svolge ogni anno in occasione del SITEM, il Salon des Musées des lieux de culture et de tourisme.
Ringrazio il Presidente di Museumexperts e commissario generale di SITEM, Jean François Grunfeld, per avermi voluta nella giuria per tre anni consecutivi. E' stata un'esperienza particolarmente bella e arricchente che ha accresciuto il mio interesse per il video making, gli short films e il cinema documentaristico.
SITEM 2016
Il progetto T-essere memoria:
Il progetto “T-Essere Memoria”, attuato da febbraio
a giugno 2015, ha coinvolto un gruppo di 12 malati di Alzheimer ospiti
dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona di Povo (dotata di un nucleo
specializzato rivolta a questo tipo di pazienti). Il percorso sperimentale è
stato proposto dai Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici della
Soprintendenza per i beni culturali nell'ottica di aprire le porte del Museo
delle Palafitte di Fiavé ad un pubblico che difficilmente in questa fase della
vita viene accompagnato in museo o partecipa a laboratori archeologici. Sono
stati condotti sei incontri con laboratori pratici e un'uscita finale presso il
museo. Il primo momento di confronto è stato finalizzato alla conoscenza
reciproca, indispensabile per prendere confidenza ed instaurare un rapporto di
fiducia sia con l'educatore che con gli altri partecipanti. Negli incontri
successivi, partendo da copie di reperti appositamente selezionati, si è dato
ampio spazio all'osservazione, alla manipolazione e alla discussione, in modo
da mettere in atto la stimolazione cognitiva e la valorizzazione delle abilità
residue. Ogni partecipante ha potuto toccare, osservare, riconoscere alcuni oggetti,
fare supposizioni, cercare di portare a galla ricordi o antichi gesti. Reperti
molto semplici, essenziali ma ricchi di significato, utili per stimolare la
memoria dei partecipanti.
Attraverso l’interazione diretta con i reperti, si è
cercato di sollecitare lo scambio di idee, di far scaturire ricordi ed
esperienze personali e di mettere in relazione il proprio vissuto con i
materiali e gli oggetti archeologici. Sono stati inoltre proposti, partendo
dalle attività documentate dagli archeologi a Fiavé, laboratori di tessitura,
lavorazione dell'argilla e preparazione del burro. Tutte le pazienti hanno
partecipato volentieri (aspetto non scontato per chi soffre di Alzheimer), si
sono messe in gioco, hanno saputo riprodurre, con estrema facilità e grande
attenzione antichi gesti, dimostrando come alcune abilità, quali il "saper
fare", la manualità e la creatività permangano nonostante la malattia, se
adeguatamente sollecitate. I laboratori pratici sono risultati esperienze
stimolanti, emotivamente coinvolgenti e piacevoli, che hanno permesso di
accedere a personali memorie e saperi, di potersi mettere in gioco,
sperimentare le proprie abilità e anche aumentare la propria autostima.
La visita al Museo delle Palafitte e all'area archeologica
ha concluso il percorso: uscire dalla struttura protetta per andare in un posto
nuovo e sconosciuto è stato un momento arricchente e ha assunto anche un valore
particolare. Il museo si è dimostrato infatti un luogo ricco di stimoli dove le
partecipanti hanno mostrato grande capacità di osservazione, anche di
particolari che sfuggono ai più. Si sono sentite a loro agio, libere di
muoversi, di esprimersi, di toccare, di fare domande e di veder esaudite le
loro curiosità. Momenti dedicati a laboratori pratici, alla creatività e la
visita ad un museo, possono dunque influenzare positivamente la qualità della
vita di un paziente affetto da Alzheimer.
L’esperienza fatta ha confermato che il museo, se reso
fruibile e “partecipativo” può avere un ruolo sociale e può aiutare nel decorso
della malattia a migliorare la qualità di vita dei pazienti ma anche di chi si
occupa di loro, i care giver, i quali
si trovano a condividere questa devastante patologia.
Il Gruppo di lavoro che ha seguito il progetto è composto
da Luisa Moser (responsabile dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni
archeologici, Soprintendenza per i beni culturali), Roberto Maestri, Alberta
Faes e Emanuela Trentini (animatore, fisioterapista
e educatore della APSP di Povo).
I risultati positivi di questo innovativo
percorso hanno consentito di coinvolgere altre APSP del Trentino (S.Croce nel
Bleggio, S.Spirito a Pergine Valsugana, Pinzolo, Condino, Pieve di Bono e
Storo) dove nei prossimi mesi sarà riproposto il progetto con incontri,
laboratori e visite al sito archeologico e al Museo delle Palafitte di Fiavé.
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