I piccoli musei italiani campioni della #MuseumWeek

Continua la "maratona" internazionale dei musei su Twitter con la manifestazione #MuseumWeek. Finora ben 153,597 i tweets e 336,090 i retweets, molto più dell'edizione dello scorso anno, ma la novità è data soprattutto dalla presenza italiana nella top ten di questi primi cinque giorni della settimana, piccoli musei che si sono affiancati alle grandi istituzioni museali del mondo:




dal Museo Archeologico di Porto Torres al Museo e Area archeologica di Massaciuccoli Romana, dal Museo Bergallo al Museo Archeologico di Rio Elba. In questa settimana anche l'Associazione Nazionale Piccoli Musei si è mostrata molto attiva con i suoi due account @piccolimusei (Caterina Pisu) e @piccolimusei2 (Ilenia Atzori), entrando spesso nella top ten. Tanti altri musei "piccoli" si sono distinti per la grande partecipazione a #MuseumWeek in questi giorni.
I numeri dimostrano il grande cambiamento del mondo dei piccoli musei italiani in questi ultimi due anni: sempre più comunicativi e presenti sui social con tematiche interessanti, molto impegnati nella didattica e in molte attività che implicano uno stretto rapporto con il pubblico sia reale che virtuale.
Ieri Twitter, in occasione della giornata dedicata a #familyMW è stato invaso da migliaia di tweet sulle attività didattiche dei musei e sulle manifestazioni speciali da questi organizzate a favore delle famiglie.





Domani e dopodomani le ultime due giornate della #MuseumWeek, da non perdere per chi non avesse ancora seguito la manifestazione.

Countdown per #MuseumWeek 2015: da lunedì via ai cinguettii!




Ancora pochissimi giorni e avrà inizio MuseumWeek 2015. Da lunedì 23 fino al 29 marzo 2015, avremo sette giorni da vivere in total immersion in uno spazio virtuale, quello di Twitter, in cui confrontarci, discutere, dialogare e anche giocare e divertirci con i professionisti museali, gli specialisti, i comunicatori e gli appassionati.

Questo è il sito web ufficiale della manifestazione: http://museumweek2015.org/en/

L'account Twitter è https://twitter.com/MuseumWeek
L'Associazione Nazionale Piccoli Musei sarà presente con i suoi due account: @piccolimusei (Caterina Pisu) e @piccolimusei2 (Ilenia Atzori). Il nostro compito sarà quello di dare sostegno ai piccoli musei che parteciperanno a #MuseumWeek, rilanciare i loro tweet e cercare di animare le giornate della #MuseumWeek dei piccoli musei italiani!

I musei che non si fossero ancora iscritti possono farlo da qui.

Ricordo che nei giorni feriali i vari temi incoraggeranno la comunicazione online, mentre nel week-end si darà maggiore risalto alla partecipazione attiva dei visitatori.  Ogni giorno i cinguettii si scateneranno su temi differenti, ecco l'elenco completo:

Lunedì 23 marzo
#secretsMW
Lunedì fate scoprire al pubblico la vita quotidiana delle vostre istituzioni, il “dietro le quinte” e magari anche qualche segreto ben custodito.

Martedì 24 marzo
#souvenirsMW
Martedì invitate il vostro pubblico a condividere i ricordi che hanno di una loro visita al museo, ad esempio attraverso un oggetto (foto, magnete, mug, libro, cartolina) o un incontro o un momento che ha lasciato il segno. Per i bookshop interni sarà l’occasione ideale per presentare i propri prodotti di punta.

Mercoledì 25 marzo
#architectureMW
Mercoledì raccontate la storia del vostro edificio, dei suoi giardini, del suo quartiere e dei suoi luoghi emblematici. Un modo per presentare la vostra istituzione da un’altra prospettiva.

Giovedì 26 marzo
#inspirationMW
Giovedì invitate il pubblico a catturare, intorno a sé, dei contenuti correlati alle specializzazioni delle vostre istituzioni! L'arte, la scienza, la storia, l’etnografia... sono dappertutto intorno a noi. E con gli smartphone ormai tutti noi possiamo inventare e creare.

Venerdì 27 marzo
#familyMW
Venerdì presentate al pubblico tutto ci  che offre la vostra istituzione per rendere una visita in famiglia o con la scuola un’esperienza indimenticabile: in loco (contenuti online, aree dedicate, audioguide, laboratori, visite guidate…) o online (materiale didattico, opuscoli, giochi). E incoraggiate il pubblico a condividere la sua esperienza.

Sabato 28 marzo
#favMW
Sabato sarà il giorno dei colpi di fulmine! Incoraggiate i visitatori a condividere - con una foto, un video o un Vine - ci  che hanno amato di più del museo. Approfittatene per mettere in evidenza i fiori all’occhiello delle vostre istituzioni (opere, dispositivi, spazi…) e utilizzate Twitter come strumento per orientare la visita!

Domenica 29 marzo
#poseMW
Domenica invitate i vostri visitatori a considerare il museo come un set e a mettersi al centro della scena. Pose, memi, selfie, … lasciate che il pubblico occupi lo spazio a modo suo. Stimolate la partecipazione con l’aiuto del personale dell’istituzione!

Musei accoglienti verso i disabili

Uno sguardo oltreoceano: dal Met ai piccoli musei del North Carolina e della Florida
Di seguito riporto la traduzione di un articolo pubblicato nell'ottobre del 2013 sul New York Times. E' interessante scoprire che l'attenzione per i visitatori disabili per alcuni musei americani è una tradizione che dura ormai da un secolo. Inoltre non solo i grandi musei, ma anche i piccoli musei sono attenti a rivolgersi a tutto il pubblico, sia ai disabili che possono recarsi in visita al museo ma anche a coloro che non possono farlo, raggiungendoli con attività di outreach.  
In un recente venerdì sera, il Metropolitan Museum of Art di New York ha organizzato la sua prima mostra pubblica di opere originali create nell’ambito del progetto «Seeing ThroughDrawing». I partecipanti, tutti ciechi o ipovedenti, hanno creato le opere ispirandosi agli oggetti della collezione del museo che sono stati descritti loro da istruttori vedenti e che sono anche stati autorizzati a toccare.
Annie Leist, left, a volunteer at Boston’s Museum of Fine Arts, 
guides Mercedes Austin, 17.
     (Photo Bryce Vickmark for The New York Times)
In un’altra galleria, un tour nel linguaggio dei segni è stato seguito da un gruppo di visitatori non udenti. E in certi venerdì, le nuove “installazioni multisensoriali” accolgono tutti i visitatori, compresi quelli con vari tipi di disabilità – per sperimentare le mostre attraverso l’olfatto, il tatto, la musica, le immagini verbali o la descrizione degli oggetti da parte di persone con disabilità visiva.
Il Met ha una lunga storia di attenzione e cura verso le persone con disabilità ", ha detto Rebecca McGinnis, che supervisiona i programmi di accesso e di comunità. Già nel 1908, il museo forniva una "sedia a rotelle" alle persone con problemi di mobilità, e nel 1913 teneva lezioni per i bambini non vedenti delle scuole pubbliche.
Students at the Metropolitan Museum in New York in 1922.
(Photo Metropolitan Museum of Art).        
Oggi il Met organizza programmi per persone con disabilità quasi ogni giorno.
Non solo il Met, ma in generale sono in notevole aumento i musei che si sforzano di orientare i propri programmi culturali verso questa direzione. Nel 2010, circa 56,7 milioni di persone, ovvero il 18,7 per cento della popolazione, è stata colpita da disabilità di gravità variabile, secondo il Census Bureau. E il numero di disabili americani dovrebbe aumentare nei prossimi anni a causa dell'invecchiamento della popolazione e quindi della maggiore longevità, cui si deve aggiungere un certo numero di casi con difficoltà nell’apprendimento – è stato specificato dall'organizzazione di Open Doors, un gruppo no-profit di Chicago al servizio delle persone disabili.
"Anche i progettisti dei musei usano grande fantasia, molto più di quanto richiesto dalla normativa, e realizzano cose notevoli", ha detto Lex Frieden, professore presso l'Università del Texas Health Science Center di Houston e direttore di uno dei centri regionali che favorisce la conformità dei progetti con l'Americans with Disabilities Act del 1990.
Frieden, che nel 1967 ha subito una lesione al midollo spinale dopo un incidente stradale che lo ha reso tetraplegico, ha detto che i musei si sono assunti l’impegno a favorire l'accessibilità dei disabili ancora prima della legge americana del 1990 e della legislazione federale. “La Smithsonian Institution è da tempo leader nel settore; le sue linee guida per l’accessibilità degli allestimenti museali sono utilizzate a livello globale” - ha affermato Frieden.
“I primi espedienti per far superare le barriere della disabilità agli ipovedenti sono stati gli specchi sul soffitto, gli schermi video a varie altezze e l’abbassamento dei piedistalli per favorire una migliore visione per tutti gli utenti, compresi gli utenti su sedia a rotelle” - ha detto Beth Ziebarth, direttore dei programmi di accessibilità dello Smithsonian. Ma l’innovazione continua. Un nuovo programma permette alle famiglie con bambini autistici e altre disabilità cognitive di arrivare prima degli orari di apertura e di ricevere i materiali in anticipo per prendere confidenza con l'edificio e le mostre.
Lo scorso anno, grazie ad una iniziativa di crowdsourcing, la Smithsonian ha invitato i visitatori a fornire descrizioni audio su dispositivi mobili dei circa 137 milioni di oggetti della sua collezione - un esempio di come le misure adottate in primo luogo per aiutare le persone con disabilità spesso permettono a tutto il pubblico di ottenere dei benefici.
Il Museum of Fine Arts di Boston, per esempio, quando pochi anni fa ha aperto l’ala “Art of Americas”, ha adottato un approccio universale, per disabili e non disabili, nella sua guida multimediale mobile. Hannah Goodwin, il manager per l’accessibilità, ha spiegato che, in tal modo, se una persona con disabilità della vista o dell'udito è in visita al museo con un amico non disabile "entrambi utilizzano gli stessi dispositivi e accedono agli stessi contenuti".
A Manhattan, il Whitney Museum of American Art ha recentemente introdotto il Vlog Project (Whitney Video Blogs), i cui video sono registrati da collaboratori sordi nella lingua dei segni americana. Ma dal momento che sono anche sottotitolati in inglese, i Vlogs sono diventati popolari anche tra le persone senza disabilità uditive.
"C’è un nuovo mondo coraggioso là fuori", ha affermato Larry Goldberg, direttore del National Center for Accessible Media, un dipartimento di ricerca e sviluppo del Public Broadcasting di Boston. "Ora ci sono molte nuove tecnologie e anche i musei ne stanno approfittando."
Per esempio, l'Art Institute diChicago prevede di sperimentare con la stampa 3-D la riproduzione di opere d'arte e di permettere ai visitatori, come quelli affetti da Alzheimer, di esplorare la consistenza, le dimensioni e altri elementi sensoriali degli oggetti con strumenti che prima non sarebbero stati possibili.
Le applicazioni mobili del Guggenheim include sottotitoli per i video; possibilità di ingrandire il testo, descrizioni sonore del tour e tecnologie avanzate di screen-reader che consentono la navigazione completa attraverso il tatto e la descrizione vocale in ogni parte dello schermo.
Nei musei stanno arrivando anche servizi di navigazione interna – ha spiegato Goldberg - che sono l'ideale per le persone con disabilità visive. Ad esempio, il software ByteLight traduce i segnali di localizzazione dalle luci a LED modificate alle smartphone apps per aiutare i visitatori a interpretare le mostre o navigare all'interno del museo.
Il Museo della Scienza di Boston prevede di ampliare la sua sperimentazione nell’ambito della tecnologia ByteLight nei prossimi mesi. "Come tecnologia di localizzazione interna è la più promettente", ha detto Marc Check, il direttore del museo di informazioni e tecnologia interattiva. "Le tecnologie come il GPS, invece, sono efficaci al di fuori, ma molto meno precise all’interno."
Il museo sta anche sperimentando la tecnologia touch-screen interattiva. Ha costruito un grande tavolo touch screen, come un iPad gigante, che permetterà alle persone con disabilità visive e motorie di accedere ai contenuti con movimenti di scorrimenti o semplici gesti. Un prototipo, ha spiegato Marc Check, dovrebbe essere collocato in una mostra nei prossimi mesi.
Anche i musei più piccoli offrono servizi per i disabili. In estate il Norton Museum of Art di West Palm Beach, in Florida, in accordo con le strutture locali per la cura delle malattie mentali, ha dato vita ad un programma per adulti con problemi per l’abuso di sostanze o per deficit mentali. Il North Carolina Museum of Art di Raleigh ha recentemente acquisito nove sculture in bronzo di Rodin per le visite sensoriali. Il Samuel P. Harn Museum of Art presso l'Università della Florida conduce programmi off-site per i residenti delle case di cura e per gli ospiti dei centri anziai che non possono muoversi per visitare il museo.
La direzione per lo scambio tra Arte e Disabilità presso il John F. Kennedy Center for Performing Arts di Washington, DC, assiste nell’allestimento di mostre o varie performances nei musei o in altri luoghi di cultura, consigliando, per esempio, sistemi di ascolto assistito o rappresentazioni sensoriali. Quando, diversi anni fa, Eric Lipp, direttore esecutivo di Open Doors, ha deciso di migliorare l'accessibilità alle istituzioni culturali di Chicago attraverso il suo "Inclusive Art and Culture Program" diversi anni fa, si è rivolto al John F. Kennedy Center.
Da allora, la compagnia teatrale Steppenwolf di Chicago ha migliorato i suoi servizi e i programmi di outreach. Le descrizioni audio dal vivo e le traduzioni nel linguaggio dei segni durante le rappresentazioni sono migliorate in qualità e sono state offerte durante un maggior numero di performances. Sono stati introdotti nuovi servizi, come visite guidate tattili che consentono agli ospiti non vedenti e ipovedenti di salire sul palco, prima dello spettacolo per familiarizzare con l’ambiente.
"Lo Steppenwolf e tutti gli altri intendono continuare così e andare anche oltre” - ha dichiarato Eric Lipp, che è parzialmente paralizzato. "E lo fanno con nessun altra finalità se non quella di produrre dei benefici per la società".
Ringrazio l'amica e collega Ilenia Atzori che mi suggerito la lettura di questo articolo.

 Cari amici, in questi anni in cui ho svolto l’incarico di direttore scientifico del Museo Civico “Ferrante Rittatore Vonwiller”, dal 2019 a...