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LONDRA: OPEN CULTURE 2013

Ricercatori e professionisti GLAM uniti per realizzare la piena partecipazione del pubblico alla cultura



Lo scorso luglio si è svolto a Londra il convegno OpenCulture 2013, un evento che si svolge annualmente e che è incentrato prevalentemente su temi come la partecipazione collettiva alla cultura, la partecipazione attraverso gli strumenti digitali e il management culturale.
Quest’anno l’argomento su cui si è discusso è stato: “Pratiche partecipative: come possono i ricercatori universitari e i professionisti GLAM migliorare la partecipazione del pubblico alla cultura?”, dove GLAM è l’acronimo di Galleries, Libraries, Archives and Museums.
Una corretta pratica partecipativa, si legge nella pagina web di Historyworks (una società, partner dell’evento, impegnata nel colmare il divario tra conoscenza e impegno pubblico), dovrebbe permettere al pubblico di modificare o di creare da zero il materiale culturale. Ciò richiede che vi siano queste tre condizioni indispensabili: la condivisione delle conoscenze, la creatività e gli strumenti che consentono di realizzare tutto ciò. Le collezioni presenti nelle nostre GLAMS sono gli elementi culturali su cui lavorare: un ricco, sedimentato accumulo di milioni di oggetti, ciascuno dei quali è “alla disperata ricerca” di una nuova generazione cui donare nuove storie.
Come possono collaborare i ricercatori universitari e i professionisti GLAM per favorire il loro impegno pubblico ed essere partner attivi nel raggiungimento di questo obiettivo, cioè la partecipazione del pubblico ai progetti culturali? 
Indiscutibilmente molte competenze si possono trovare all’interno delle università, soprattutto nell’ambito della ricerca sociale, necessaria per identificare le varie categorie di pubblico e per capire il modo migliore per coinvolgere il pubblico chiave, in particolare quello meno affezionato alle GLAM.
I professionisti GLAM - oltre ad essere i depositari e i principali esperti delle loro collezioni – possiedono la formazione e l’esperienza necessaria per comprendere come sviluppare le forme di apprendimento più appropriate per le diverse fasce di età - ma anche per fidelizzare la propria comunità di riferimento per esempio attraverso progetti che includano “ricercatori volontari”. E in questo i professionisti GLAM hanno una maggiore facilità a reperire ricercatori “ad altezza d'uomo", esterni alle istituzioni, ed anche a trovare connessioni tra gli oggetti e le narrazioni con la ricerca dei non esperti.
Questi tre elementi - la conoscenza culturale, le competenze nella ricerca sociale e la capacità di coinvolgimento - se sommati possono diventare molto efficaci per il coinvolgimento del pubblico. Si potranno così affrontare sfide uniche e - grazie alla collaborazione tra i professionisti - si potranno anche migliorare le modalità di svolgimento di tutte queste attività nel loro complesso.
I primi passi sono già stati fatti con la creazione dello spazio web "Supporting Practice in Participation" cui tutti possono contribuire con l’inserimento di nuovi contenuti, progetti e idee.

A tal fine è possibile scrivere al Project Manager Helen Weinstein, via historyworks@gmail.com

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