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Un grande premio per un piccolo museo irlandese, ma in Italia ci si dimentica dei piccoli musei



The Little Museum of Dublin ha ottenuto, quest'anno, il David Manley Emerging Entrepreneur Award, premio sponsorizzato dalla Camera di Commercio di Dublino. Il museo, fondato da circa tre anni dallo scrittore Trevor White e dal compositore Simon O'Connor, dispone di una collezione di 5.000 oggetti, tutti frutto di donazioni. Lo scorso anno è stato visitato da 45.000 visitatori e si sta affermando anche a livello internazionale grazie ad una politica particolarmente lungimirante e razionale dei propri fondatori e amministratori, la quale prevede visite guidate ogni ora, lezioni di educazione civica "I love Dublino" per gli scolari delle scuole primarie e post-primarie, una serie di conferenze mensili e l'ingresso gratuito, previsto in alcuni giorni. Il museo, inoltre, incoraggia attivamente i visitatori a raccontare le loro storie, cercando di allacciare uno stretto rapporto con la comunità. Il quotidiano australiano The Sidney Morning Herald ha scritto a proposito di questo museo: "La cosa migliore da fare nel tempo libero, in Europa".
Devo dire che il mio pensiero è corso subito ad alcuni nostri eccellenti piccoli musei, e vorrei qui citare, in rappresentanza di tutti, il Museo del Bottone di Santarcangelo di Romagna, fondato e diretto da Giorgio Gallavotti. Lo abbiamo già scritto varie volte su queste pagine: il piccolo Museo del Bottone, conosciuto anche a livello internazionale, ormai un punto di riferimento per gli studiosi e i collezionisti di questo accessorio così comune, ha avuto, nel 2013, oltre 25.000 visitatori, ma il problema è che qui in Italia questi risultati sembrano passare inosservati. Sarebbe bello se ci si accorgesse che la realtà dei piccoli musei è un motore importante per il Paese, prima di tutto perché il 90% dei musei italiani è di piccola e piccolissima dimensione, come ci ripete Giancarlo Dall'Ara, fondatore e presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, e quindi salvaguardare, promuovere e valorizzare i piccoli musei significa amare la nostra cultura e conservarla nella sua interezza per le generazioni future. Ma vorrei anche aggiungere che i riconoscimenti, i premi, le targhe, hanno la loro utilità: servono a incentivare le buone pratiche, a incoraggiare coloro che, spesso senza alcun riscontro economico ma solo per pura passione e per uno straordinario spirito di dedizione, si impegnano quotidianamente per salvare questo patrimonio comune. Ogni tanto non sarebbe sbagliato ricordarsi di loro.

Il caso dell’Art Institute of Chicago: fuori tutti i volontari bianchi dal museo

Fonte dell'immagine: The Federalist Negli Stati Uniti, presso l’Art Institute of Chicago (AIC) si è aperto un caso che potrebbe essere d...