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L’Historium di Bruges: feel the experience

Ilenia Atzori, in questo articolo tratto dal suo blog Wunderkammer ci descrive l'esperienza vissuta a Bruges, in Belgio, dove ha visitato un museo molto particolare: l'Historium.
Definire l’Historium un Museo è riduttivo: ciò che si vive al suo interno è un’esperienza multisensoriale; aperto al pubblico dall’autunno 2012, dopo sette anni di lavoro ed un investimento di circa dieci milioni di Euro, è il risultato di una fusione tra moderne tecnologie e pannelli classici, storytelling e rievocazione storica.



L’esperienza di visita si divide in due parti: nella prima, facciamo la conoscenza di Jacob, giovane apprendista del Maestro Jan Van Eyck, che visse e lavorò a Bruges nel XV secolo. Assistiamo al racconto di una storia che ruota intorno al dipinto Madonna con Bambino e il Canonico van der Paele, realizzato a Bruges da Van Eyck intorno al 1434-1436. Si parte con l’arrivo della modella Anna e del pappagallo Frederico, che Jacob dovrà accogliere ed accompagnare all’atelier del Maestro; tuttavia, entrambi spariranno, costringendo il ragazzo a girare l’intera città per ritrovarli. Con questo stratagemma, attraversiamo la città insieme a lui.

Il viaggio è “reale” anche per noi: ci spostiamo fisicamente tra le varie stanze, sentiamo i profumi che sente Jacob, avvertiamo il vento, ed il rumore dell’acqua. Alla fine del film, e del percorso, inizia la parte interattiva del museo, quella, cioè, in cui possiamo mettere alla prova le nostre conoscenze (con quiz e giochi, non solo digitali), curiosare tra le notizie storiche, vedere com’è cambiata nei secoli la città, attraverso pannelli basculanti.
Se vi state chiedendo come sia possibile seguire il film, la risposta è molto semplice: all’ingresso, comprese nel prezzo del biglietto (11 €), vi verranno consegnate delle audioguide in 9 lingue, tra cui italiano, cinese e giapponese. Vi dirò di più: almeno uno dei ragazzi all’accoglienza parla italiano; quando gli abbiamo detto da quale Paese provenissimo, ci ha subito informati, nella nostra lingua, sul fatto che l’audioguida fosse disponibile anche in italiano. Per quanto riguarda le didascalie nella seconda parte del museo, anch’esse sono tradotte nelle lingue dell’audioguida: inglese, francese, nederlandese, tedesco, spagnolo, portoghese, giapponese, italiano, cinese. Si tratta di testi brevi, ma efficaci, oppure inviti a sentire i profumi, toccare i tessuti ecc.
Dovendo esprimere un’opinione, in generale, sul concept dell’Historium, il mio sarebbe un giudizio estremamente positivo: grazie alla narrazione del film, agli accurati studi sulla ricostruzione degli ambienti, gli studi sui personaggi e la storia, il visitatore impara molto sulla Bruges del XV secolo. E può misurare quanto appreso direttamente nella seconda parte della visita, attraverso i quiz. Prevale, in sostanza, il concetto di imparare divertendosi e mettersi alla prova attraverso il gioco: storytelling e gamification inseme, per dirla con termini più moderni. Entrambi i concetti, però, vengono portati ad un livello superiore, coinvolgendo tutti i sensi, e trasformando la visita in una vera e propria esperienza. Di fatto, ciò che il claim dell’Historium promette è di riportare in vita il Medioevo, e di condurci in un viaggio indietro nel tempo.


Se volessimo anche analizzare le scelte relative al marketing del museo, troveremmo anche qui idee particolarmente efficaci ma, soprattutto, una linea coerente.

La prima cosa che noteremo sarà il logo: un personaggio femminile vestito di rosso, che compare nelle brochure, nelle mappe che indicano l’ubicazione dell’Historium, sul biglietto, sullo shopper, sugli scontrini… E persino in forma tridimensionale (e gigantesca) all’interno dell’edificio, nella hall. Dopo aver vissuto l’esperienza di visita, capiremo la stretta relazione tra quell’immagine ed il film realizzato per l’Historium. Il merchandising comprende portachiavi, matite, cartoline, segnalibro ed altro materiale con l’immagine del logo, ma non solo: si trovano anche “piume” di Frederico, portachiavi di Frederico, cartoline con la sua immagine, ed altri personaggi o scene tratte dal film. E poi, magneti, cartoline, cartelle ed altro materiale con l’immagine della Madonna con Bambino e il Canonico van der Paele, oppure con singoli personaggi del dipinto. Persino lo shopper riporta al film!
Cosa ne penso dell’esperienza di visita? Personalmente, ritengo che la tecnologia debba essere uno strumento a supporto della fruizione di un museo, ma non debba rappresentare LA visita. Credo debba esserci un equilibrio, tra l’uso delle tecnologie e l’esperienza personale, che deve restare un qualcosa di intimo, e debba riuscire ad emozionarti a prescindere dalle tecnologie utilizzate. Nel caso dell’Historium, forse, il confine è molto labile. Tuttavia, di ciò che viene raccontato, il visitatore ricorda molto (tranne il video del making of, esclusivamente in nederlandese, sottotitolato in inglese e francese; il difetto maggiore, tuttavia, sta’ nella lunghezza…), ed impara molto sulla città, la sua storia e la sua arte. Credo che in questo caso si tratti di una struttura che abbia volutamente scelto di “confezionare” un’esperienza ad hoc, perché mancava qualcosa che introducesse i visitatori alla città nel suo complesso: c’è il museo d’arte (in realtà, i musei d’arte, in città, sono almeno 4), ci sono le mappe che agevolano la visita del centro storico, ci sono i musei etnografico e del merletto per raccontarne le tradizioni, ma non c’era qualcosa che desse una visione d’insieme sull’importanza della città, e di tutti i suoi elementi costitutivi, nel periodo del suo massimo splendore. Perciò, a mio avviso, investire nell’Historium è stata una buona scelta, ai fini della promozione e della presentazione della città. Se, oltre allo sconto offerto presso un locale convenzionato, fossero stati creati anche menù a tema, nei vari ristoranti della Markt Platz, sulla quale si affaccia l’Historium, probabilmente l’avrei inserito in un’ideale top 5 tra i migliori esempi di promozione/esperienza turistica cui abbia assistito quest’anno. Ecco, forse possiamo giudicarlo un’esperienza turistica, più che un museo. Un’esperienza che vale davvero la pena fare…
Se volete saperne di più sull’Historium, e su come nasca, ho trovato un interessantissimo articolo a questo link:
theculturetrip.com/europe/belgium/articles/bringing-the-middle-ages-to-life-bruges-historium-museum/

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