Hug a Museum Worker Day


“Hug a Museum Worker Day”, ovvero la Giornata dell’abbraccio a chi lavora in un museo, è una iniziativa nata in America dopo il successo dell'“International Hug Medevalist Day” di qualche anno fa, giornata indetta per sostenere gli storici dell’arte (sarebbe bello anche un "Hug Archaeologist Day"!).

"Hug a Museum Worker Day" è la prima giornata internazionale dedicata ai lavoratori e ai professionisti museali. L'obiettivo è rendere più comprensibile per l'opinione pubblica, il lavoro continuo che tutti coloro che operano in un museo devono svolgere per salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale a vantaggio della comunità, ma anche per svolgere tutte le altre funzioni che permettono di interpretare in modo più attuale il ruolo che il museo occupa oggi nella società. 

E' importante che i musei seguano l'evolversi e il cambiamento della società affinché la comunità apprezzi il lavoro che vi viene svolto e possa usufruire pienamente delle opportunità educative, dei momenti di socializzazione, di incontro e di dibattito che esso può offrire a tutti indistintamente, superando le barriere delle disuguaglianze, di qualsiasi natura esse siano.  
Grazie agli strumenti messi a disposizione dal web ed alla sempre più ampia diffusione dei social network, oggi le distanze tra museo e pubblico sono state notevolmente accorciate e i musei sono diventati luoghi più famigliari e accoglienti, soprattutto i numerosissimi piccoli musei che da nord a sud animano la vita culturale di città e paesi, facendosi interpreti e custodi delle tradizioni e delle storie locali.
Comprendendo l'importanza di questo impegnativo e prezioso lavoro, non si può non donare simbolicamente, oggi, il nostro abbraccio a tutti coloro che lavorano nei musei svolgendovi le differenti mansioni che sono richieste. Grazie per il vostro lavoro!

Public engagement: iniziare dai più vicini

La fondamentale azione di un “team comunitario” nella progettazione dei musei



Un articolo di evemuseografia.com suggerisce con quali modalità e quali professionalità necessitano quando si allestisce un nuovo museo o si rinnova un allestimento: le fasi fondamentali non sono solo quelle che riguardano la progettazione e, successivamente, la campagna pubblicitaria o di marketing che servirà a promuoverlo; chi partecipa alla sua realizzazione, dovrebbe mettere in atto determinate strategie molto tempo prima dell’apertura o della riapertura del museo. E’ fondamentale che in questo procedimento sia coinvolta la comunità dal momento stesso in cui il progetto museale viene concepito. Al momento della creazione di un progetto di costruzione o di ristrutturazione di un museo, infatti, parallelamente al lavoro svolto da tecnici, designer, scrittori, ed altri specialisti (team scientifico), bisognerebbe anche formare un team di mediatori incaricato di fare da collegamento tra i professionisti museali e la comunità. Ovviamente questo team dovrà agire in stretto coordinamento con il primo.
Questo gruppo di specialisti, che chiameremo team comunitario, avrà la funzione principale di trasferire i bisogni, le preoccupazioni e i valori importanti per la comunità al team scientifico che dovrà poi elaborarli e cercare di darne riscontro nell’esposizione museale. Il metodo di lavoro dovrebbe essere basato sulla creazione di vari gruppi di discussione formati per esempio da storici oppure, a seconda dei musei, da scienziati, insegnanti, esperti di turismo, imprenditori, organizzazioni culturali, associazioni di quartiere, associazioni giovanili, eccetera. In altre parole, nel dibattito bisognerà includere voci complementari che potranno fare proposte al team tecnico e quindi aiutarli a recepire gli aspetti fondamentali o le questioni legate alla tradizione, al costume e alle aspirazioni fondamentali della gente.
Dobbiamo anche tenere conto di quelle minoranze che sono più distanti rispetto alle peculiarità del museo in questione, come nel caso di altre realtà culturali e religiose di gruppi di immigrati, di fasce sociali emarginate e con accesso limitato alla cultura, di gruppi con bisogni educativi speciali e così via.
L’approccio collaborativo può essere utilizzato sia per i nuovi musei che per quelli che hanno bisogno di rinnovarsi e quindi di riformulare la propria missione perché quando sono stati creati questi aspetti sociali non erano stati presi in considerazione.

Bisogna partire dal presupposto che la nostra rete di visitatori è concentrica e inizia dal pubblico più vicino a noi: il quartiere, per primo, poi la città e la regione, sono le prime realtà da coinvolgere. L’attrazione che si saprà esercitare nei confronti del pubblico più vicino sarà fondamentale per attrarre, poi, tutti gli altri.

Piccoli musei inclusivi: il Museo delle Palafitte di Fiavè e i malati di Alzheimer

(AP Photo/Apichart Weerawong)


«T-Essere Memoria» è un progetto sperimentale ideato dall’Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento, rivolto ad un gruppo di malati di Alzheimer ospiti dell’APSP «M. Grazioli» di Povo.

Il progetto ha previsto varie fasi:

- una progettazione condivisa condotta da Luisa Moser, responsabile dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici, e da Roberto Maestri, Alberta Faes ed Emanuela Trentini, animatori, fisioterapista e educatori della APSP di Povo;
- sei interventi dell’educatore museale presso la sede della APSP M. Grazioli di Povo;
- un’uscita presso il Museo delle palafitte di Fiavé.

Hanno partecipato al progetto, dodici pazienti residenti presso l’APSP, di cui sette provenienti dal Nucelo Alzheimer il Girasole e cinque da altri reparti della struttura.

Sono state proposte diverse attività, cercando di variarle per tenere sempre alta l’attenzione e la partecipazione. Sono state utilizzate anche copie di reperti archeologici per favorire l’osservazione, la manipolazione e la discussione, in modo da mettere in atto la stimolazione cognitiva e la valorizzazione delle abilità residue. In particolare si è cercato di sollecitare lo scambio di idee e l’emergere dei ricordi e delle esperienze personali, cercando di mettere in relazione il proprio vissuto con i materiali e gli oggetti archeologici presi in esame.
Le attività proposte, soprattutto quelle pratiche, non solo hanno suscitato grande interesse, ma è stato constatato anche un miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, nonché una maggiore facilità a socializzare e a interagire con gli altri.
I pazienti affetti da Alzheimer possono ottenere grandi benefici da questo tipo di esercizi, svolti in un ambiente socievole e culturalmente stimolante. La partecipazione attiva ne aumenta l’autostima e allontana i malati di Alzheimer dall’isolamento, una delle condizioni che spesso si associa a questa patologia e che di frequente è causa di un rapido peggioramento.

Quando i professionisti museali hanno la capacità di elaborare una strategia inclusiva e, prima ancora, si dimostrano consapevoli delle potenzialità dei musei in senso sociale, i musei possono andare oltre le proprie funzioni tradizionali per diventare un punto di riferimento ancora più importante per la propria comunità e per la società in generale. E’ entusiasmante constatare che un museo “piccolo” ma molto significativo ed estremamente attivo come il Museo delle Palafitte di Fiavé, sia stato messo al centro di un progetto così importante grazie alle competenze e alla sensibilità di Luisa Moser, responsabile dei Servizi Educativi dell’Ufficio Beni Archeologici (Soprintendenza Beni Culturali) della Provincia Autonoma di Trento.

Mi auguro che tali iniziative divengano sempre più frequenti e che ricevano una giusta e meritata attenzione a tutti i livelli.

A TAVOLA AL TEMPO DELLA PALAFITTA. 4.000 ANNI FA NEL VILLAGGIO DI MEZZANO

In occasione di un evento di portata mondiale come EXPO' 2015 "Nutrire il pianeta, energia per la vita", il Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese invita alla mostra "A tavola al tempo della palafitta. 4.000 anni fa nel villaggio di Mezzano".




Decenni di ricerche archeologiche in tutta la penisola hanno permesso di raccogliere una notevole quantità di informazioni che, integrate con dati scientifici, ci consentono oggi di ricostruire, in buona parte, i gesti della vita di ogni giorno e le disponibilità alimentari durante la preistoria.

Nella mostra di Valentano si presenta, in particolare, quanto è emerso a riguardo dagli studi preliminari e ancora in corso nell'insediamento palafitticolo dell'età del Bronzo del Lago di Mezzano, oggi completamente sommerso dalle acque.

Saranno presentati quindi particolari reperti ceramici e vasellame, fin'ora inedito, legati alle attività di cucina, si conosceranno le varietà agricole attestate, i sistemi di coltivazione ipotizzati, le strategie di sussistenza e altre attività legate al cibo.

La mostra è accompagnata anche da una istallazione sensoriale, tattile e olfattiva, e da alcune curiosità e ricette da riprodurre a casa propria, cogliendo spunto da quello che mangiavano gli antichi abitanti del Lago di Mezzano circa 4.000 anni fa!


Mostra a cura di:
Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese - Valentano (VT)
Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell'Etruria Meridionale - Roma

Luogo:
Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese
Piazza della Vittoria, 11  01018 Valentano (VT)

Periodo:
20 giugno 2015 - 31 ottobre 2015

Inaugurazione:
Sabato 20 giugno 2015, ore 17.00



Informazioni:

Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese
tel. 0761/420018
e-mail: museo.valentano@alice.it

Stanotte al Museo continua!

Dopo "Stanotte al Museo Egizio", il nuovo progetto televisivo di Alberto Angela avrà un seguito




"Stanotte al Museo Egizio", il programma di Alberto Angela andato in onda lo scorso 28 maggio in prima serata su Rai 1, non sarà l'unica serata speciale, lo ha dichiarato Giancarlo Leone, direttore della rete. Si prevedono altri appuntamenti, probabilmente i Musei Vaticani e la Galleria degli Uffizi. 
La prima puntata ha avuto uno share del 15,16%, pari a 3.415.000 spettatori. Molto suggestivo il racconto, il cui filo conduttore, la visita notturna del Museo Egizio, è stata inframezzata dalle riflessioni di alcuni ospiti, ciascuno dei quali ha portato il contributo del proprio ambito di specializzazione: dal maestro Riccardo Muti al navigatore Giovanni Soldini, dalla pluripremiata costumista Gabriella Pescucci alla storica Eva Cantarella e al matematico Piergiorgio Oddifreddi. Un intelligente mix di divulgazione culturale e intrattenimento che ha catturato l'attenzione dei telespettatori.
Alberto Angela è stato accompagnato in questo viaggio dal direttore del Museo Egizio, Christian Greco, e da un custode d'eccezione, l'attore Alessio Boni.

Learning in Museums and Young People

a NEMO - LEM Working Group study



NEMO’s LEM Working Group (Learning Museums) is happy to present its recently published study on Young People in Museums.
Learning in Museums and Young People” focuses on museums informal and non-formal learning opportunities for young people, particularly aged 14-25. It was conducted in the context of current issues for young people in Europe and the challenges they are faced with, in the social field, as well as concerning their employment opportunities. Based on an outline of this "frame" the more-than-ever important role of museums is discussed.

In the course of this 4 sections deal with the following related topics:

  • the relation between museums and young people with regard to motivations and methodologies to improve and increase access and engagement in culture
  • the role of museums in the digital era and use and particularly potential of new technologies
  • the challenges of social exclusion, especially for those considered NEET.
  • the multi-facetted concept of accessibility and disadvantage referred to young people with disabilities
In order to give specific references to EU context, all themes are introduced related to some of the Europe 2020 priorities, targets and flagship initiatives.

The study is avalaible on NEMO’s website. NEMO and the LEM Working Group hope that you will find the study useful in your further work and are looking forward to discuss these topics further with you.

Il caso dell’Art Institute of Chicago: fuori tutti i volontari bianchi dal museo

Fonte dell'immagine: The Federalist Negli Stati Uniti, presso l’Art Institute of Chicago (AIC) si è aperto un caso che potrebbe essere d...